Aggiunto il 25 ago 2023
“Nell’era digitale, abbiamo meno bisogno dell'astrazione, poiché, manipolata, la velocità elettronica permette di esplorare in un batter d'occhio tanti esempi concreti quanti ne vogliamo. [...] Il ritorno a spirale dell'idea verso la figura non può più essere considerato una regressione sciocca, un'incapacità di concettualizzare; rappresenta, al contrario, un progresso cognitivo, un guadagno di realtà. [...] Fino a poco fa, l'idea si riduceva all'astratto eliminando il concreto, mentre la figura o il personaggio, in quanto simboli, somme, sintesi, integrali singolari, conservano sì l'astratto, ma lo combinano con le cose del mondo e la sostanza della vita. Paradosso: attraverso il virtuale ritorniamo al concreto?”
MICHEL SERRES “Il mancino zoppo”
L'era dell’invenzione, della costruzione chiusa, del messaggio cifrato, comincia a perdersi nella neonata dimensione virtuale degli oggetti del mondo. Un luogo dove tutto è presente e ogni cosa pare rivelarsi solo nella sua forma iconica.
Tutto è là, all'interno di un quadro di collegamento che disvela ogni umana illusione relativa all'esserci. Innanzi a tale vertigine di immagini infinite e incontrollabili, ogni cosa ci sovrasta, riducendoci a ciò che da tempo sospettavamo essere: punti vacanti senza mete precise.
L'unico atto reale, d’azione, sta nel lasciar scorrere, nell’accogliere la summa di ogni passato insegnamento per poi liberarsene colorando il silenzio.