Biografia
Piero Tartaglia nasce il 5 ottobre 1933, a Civitavecchia. Nel 1951 si avvicina alla corrente avanguardistica "The European Group" di Serge Poliakoff, con Karel Appel, Santomaso, Albert Bitram, Lucembert, Pierre Alechinske, Corneille. Attratto dalle tendenze astratte e informali, matura una ricerca pittorica attraverso i territori che non si pongono in orizzontale, ma si sviluppano in apparizioni verticali, secondo una legge di gravità dove non è necessario saggiare la statica delle masse e dei volumi, ma semmai sfruttare al massimo la capacità di associazione e di eclettismo dei materiali. E nel suo caso, anche se i materiali sono materie pesanti, Tartaglia con leggerezza pragmatica usa questo patchwork di colori e segni liberandosi visibilmente del problema della committenza ideologica. Spatole e pennelli trasmettono inquietanti "segnali d'occupazione" su ineludibili forme che si addensano e si frantumano nello spazio tridimensionale su cui l'immagine dipana e dispone il suo percorso. È questo l'ingombro minimo del diaframma tra l'idea e la sua realizzazione; è uno spessore minimo che permette una contrazione tra momento ideativo e momento esecutivo.
Il campo di immagine prodotto ci riporta al senso morale, etico (non c'è dramma intorno alla mutazione), è il disgregare per poi riedificare. In altri termini, è come sovrapporre un'idea sull'altra, un edificare vero, un'immagine sopra all'altra, l'architettura come neo/oggettistica per mettere fine al turbamento dello "sbarco" della "superarte" sull'architettura dell'impossibilità. Che naturalmente non è personale, ma sociale e storica.
Piero Tartaglia usa questa architettura non come denuncia moralistica, ma come capacità lucida dell'utilizzo dell'impossibilità stessa nello stravolgimento possibile di un linguaggio, dove nulla è impossibile ma tutto diventa oggetto di una messa in immagine.
L'Artista prova a contestare la brutalità tridimensionale della vita, e si presenta a Venezia, in Piazza San Marco, con una carcassa d'auto crivellata di colpi. È una scultura/provocazione/architettura in contrapposizione alla Biennale d'Arte. Il Movimento Moderno lo costringe ad interrogarsi in maniera deviante sul suo ruolo di artista, sulla sua capacità di incidere sulla realtà.
Il primo punto di partenza di Piero Tartaglia è finalizzare i suoi progetti allo "sguardo". Progetti che non sono semplici passaggi, ma punti di sosta, di sospensione, "trappole" delle visioni, capaci di suscitare estasi e piacere.
Quindi il "disgregazionismo" è una creatura architettonica di Piero Tartaglia; è lui il fondatore e caposcuola riconosciuto dalla critica mondiale che si assume la responsabilità della riedificazione dei valori costruiti e da costruire.
Per concludere, le opere del Maestro segnano in qualche modo il "punto dell'impossibilità" a costruire il limite di questa impossibilità. Ed ecco perché può esserci un nuovo interesse a partire da lavori come il suo, collocati sul confine dell'impo...
Eventi d'arte in corso e a breve
Nessun dato ancora disponibile