La mia storia è quella di uno scultore self made cresciuto per proprio conto. Fin da ragazzo ho vissuto il mondo della pietra da vicino, infatti provengo da una famiglia di marmisti che ha operato nella provincia di Massa Carrara per molto tempo. Da questo ambiente ho imparato a conoscere i marmi, graniti e le pietre pregiate, capendone la natura e scoprendone i segreti della lavorazione, le gioie ed i dolori che possono dare. Dopo gli studi classici e la laurea non ho mai cessato di rimanere avvinghiato al mondo dell'arte scultorea e di seguirne le evoluzioni. Da queste premesse sono nate le prime opere, e poi le seconde, ed infine il raggiungimento di una maturità artistica che vede materializzarsi nella plasticità del sasso una concezione filosofica di armonia degli opposti, una evoluzione dal semplice al complesso in un percorso di creazione che lascia il segno nelle opere e pone interrogativi allo spettatore che le accarezzi con gli occhi e con le mani. Si...perché l'idea è che la scultura crei la voglia di toccare l'opera, di sfiorarla, di girarci intorno, di domandarsi qual'e' il messaggio che l'artista ha voluto esprimere, quale l'emozione che ha guidato lo scalpello per strappare la forma dalla pietra.
La mia storia è quella di uno scultore self made cresciuto per proprio conto. Fin da ragazzo ho vissuto il mondo della pietra da vicino, infatti provengo da una famiglia di marmisti che ha operato nella provincia di Massa Carrara per molto tempo. Da questo ambiente ho imparato a conoscere i marmi, graniti e le pietre pregiate, capendone la natura e scoprendone i segreti della lavorazione, le gioie ed i dolori che possono dare. Dopo gli studi classici e la laurea non ho mai cessato di rimanere avvinghiato al mondo dell'arte scultorea e di seguirne le evoluzioni. Da queste premesse sono nate le prime opere, e poi le seconde, ed infine il raggiungimento di una maturità artistica che vede materializzarsi nella plasticità del sasso una concezione filosofica di armonia degli opposti, una evoluzione dal semplice al complesso in un percorso di creazione che lascia il segno nelle opere e pone interrogativi allo spettatore che le accarezzi con gli occhi e con le mani. Si...perché l'idea è che la scultura crei la voglia di toccare l'opera, di sfiorarla, di girarci intorno, di domandarsi qual'e' il messaggio che l'artista ha voluto esprimere, quale l'emozione che ha guidato lo scalpello per strappare la forma dalla pietra.