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Michele Principato Trosso

Ritorna alla lista Aggiunto il 19 mag 2009

Intervista effettuata da Zhanna

1. CON QUALI TRADIZIONI DI FAMIGLIA SEI CRESCIUTO?

I miei genitori sono italiani e sono immigrati a Neu-Ulm in Germania per lavoro. Sono nato in Germania, ho vissuto lì fino all'età di 4 anni, dopodiché la mia famiglia decise di tornare in Italia. Mio padre in Italia, aprì un'attività commerciale, il bar. Stavo tanto tempo al bar, giocavo con i videogiochi e con i fogli del block notes che strappavo e lì disegnavo, creavo immagini, mondi diversi, visioni alternative, di seguito copiavo immagine sacre, fumetti, cartoni animati, personaggi televisivi e animali.  Disegnavo sempre, ma per un periodo della mia vita mi occupavo di tutt'altro, m'iscrissi alla facoltà dell'Istituto Tecnico per Geometri. Dopo aver conseguito il diploma, lavoravo in quel settore. Il fuoco dell'arte si riaccese per caso, mentre guardavo un programma in televisione che si occupava d'arte, così decisi di mettermi in gioco e misi tra le mani un pennello, ma soprattutto m'iscrissi alla facoltà dell'Accademia di Belle Arti di Catania, specializzazione in pittura. Mentre studiavo, lavoravo in un pub (assistente cuoco) e vendevo opere figurative su commissione, nello specifico realizzavo chiese, ritratti e paesaggi rupestri.  

2. COME SEI ARRIVATO ALL'ARTE?

Come ho spiegato prima, tutto ebbe inizio da bambino, ero predisposto al disegno, mentre i miei coetanei avevano una grande difficoltà nel creare immagini a me veniva tutto facile, sono talenti innati, che vanno allenati e coltivati. Ma parliamo di quando si era riaccesa la fiamma dell'arte, tutto ebbe inizio per caso, in quel periodo storico lavoravo come manager di una sala giochi, 12 ore al giorno, per caso vidi un programma in tv che parlava d'arte, perciò ogni sera, tornando a casa dal lavoro, guardavo il programma televisivo con curiosità ed entusiasmo e decisi di rientrare nel mondo dell'arte. All'inizio non fù facile, ricominciare tutto da capo, perché non disegnavo da quasi 10 anni, ricominciai con piccoli disegni di graffiti su foglio A4, inchiostro su carta, acquerelli e tempera. 

Sembro una nuova genesi della mia rinascita spirituale e decisi d'iscrivermi all'Accademia, avevo 24 anni. I quattro anni di accademia m' insegnarono le tecniche pittoriche, le sfumature, le composizioni, i colori, l'equilibrio del lavoro, le tecniche del gesto, il segno, gli smalti, come preparare le tele in modo arcaico. Decisi di studiare come materie di studio complementari, alcune in campo antropologico, umanistico, filosofico e altre con capacità di manodopera, una su tutte la tecnica del restauro pittorico, per capire meglio come lavoravano i nostri antenati e apprenderne i rudimenti. Mentre studiavo lavoravo 4 volte a settimana in un pub, dalle 6 alle 5 del mattino e dipingevo su commissione ... Faccio una digressione, ho sempre amato gli artisti viscerali, che raccontano l'uomo nel suo essere crudo, senza iperbole o ornamenti decorativi.

 

3. I TUOI INSEGNANTI E LE PREFERENZE TRA ARTISTI FAMOSI?

In accademia ho imparato dal professore Salvo Russo(pittura colta) e dal professore Gianluca Lombarto(Neoconcettuale). Da loro ho appreso le tecniche di base il primo disegno, precisamente la tecnica dello sfumato di Leonardo Da Vinci. Equilibrio dell'immagine. Per un anno intero ho disegnato con la matita su fogli di carta, composizioni e modelli. Al secondo anno di università ho appreso le tecniche pittoriche di oli, prima composizioni e poi copie di grandi artisti. Il terzo e quarto anno di università è stato il periodo della sperimentazione, dello studio artistica personale e individualistico, quindi è iniziata la ricerca. Ho letto e guardato tante opere, sia passate che contemporanee. Qui ho fruito delle opere di Vedova, De 

kooning, Kokoscka, Ensor, Schifano, Rotella, Kiefer, Cézanne definendoli miei "maestri" spirituali e artistici. Ognuno di loro ha lasciato un segno indelebile. Del espressionismo astratto apprezzo la virulenza istintiva e certi colori accesi dei gialli, rossi e neri di Vedova. Di Schifano ho assorbito la capacità dell'armonia e del naturale gesto. Di Kiefer La potenza, la materia, la solennità, la monumentalità, la sua capacità di combinapainting, i colori viscerali, la terra di Siena, la terra bruciata o la terradi Kassell.

 

 

4. LE VOSTRE TECNICHE ARTISTICHE SONO ABBASTANZA INUSUALI, QUAL È LA RAGIONE DI QUESTO? È QUESTO LO STATO INTERIORE DELL'ARTISTA?

Dipende dal ciclo pittorico. Io spazio nelle tecniche e nei materiali uso stracci, colle, carte, plastica, bitume, cemento, garze, pigmenti, giocattoli, filamenti, smalti, foglie, sale, cenere e olio. 

La tela è un secondo derma ed epidermide, con grumi, concrezioni, escrescenze e secrezioni, si attua e si genera. Sono lacerazioni, humus vivente dell'io ... Mentre dipingo penso solo a creare un'opera da modellare, la pittura diventa scultura, sono manufatti materici, pittosculture spesse 3-4 cm.

Io gioco nell'arte iconica nell'aniconico, tra astratto e figurativo, tra reale e concettuale. Le opere narrano i miei stati d'animo, sempre in evoluzione, che assorbono le forze esterne, creando una forza centripeta soggettiva, virulenta, istintiva, viscerale.

 La pittura è il fuoco ardente dell'essere.

 

5. COME NASCONO LE STORIE? COSA TI ISPIRA?

Ho creato tanti cicli pittorici, le idee spaziano in più settori: la natura, l'abisso, l'uomo, la galassia, il creato e il suo creatore.

 L'ispirazione avviene per caso, per passioni o grazie ha letture specifiche. Nei dipinti racconto di spazi nascosti, di alberi, d'inquinamento ambientale, di guerre, di rovine, di paesaggi inespressi, di speculazione finanziaria, di falsa scienza asservita all'élite, di nano bot, di 5g, di geosfera, biocompatibilità, biosfera ed ecc. Ecc. Per esempio, il ciclo degli arbusti si ispira alla capacità della natura di creare sculture, capaci di mutare nel tempo, di generare e rigenerarsi in modo perfetto, di attuarsi in una maniera equilibrata e di seguito amo vivere immerso in una campagna boscosa, quindi non sono originale, ma originario. 

Un altro ciclo pittorico narro de muri lacerati, perché il muro è una "tela aperta" in cui si possono ascrivere segni, gesti, lacerazioni, grumi e colatine. Il muro è il primo linguaggio umano, utilizzato in epoca preistorica, per spiegare le tecniche di caccia e studi più approfonditi di antropologia hanno spiegato che i geroglifici non solo raccontano la quotidianità, spesse volte descrivono le immagini rupestri, mistiche, esoteriche e religiose.

 

6. UTILIZZATE COLORI TALI SPLENDIDI FANTASTICI. VOGLIO TORNARE DA LORO ANCORA E ANCORA ... IL COLORE SCORRE LISCAMENTE DALL'UNO ALL'ALTRO ... È QUESTO IL TUO STILE DI VITA? È INTRIGANTE ... MOLTO ...

I colori sono visceralmente, stridenti, squillanti e luminosi. 

La pittura si anima, perché uso la materia. Prima di tutto creo lo sfondo o meglio il pre-colore, usando qualsiasi cosa. Spazio dal bitume, stracci, foglie, plastica, colle, silicone, cemento, polveri sottili, giocattoli. È l'arte del riciclo, nel rispetto della natura, perché il particolato introdotto dall'uomo nella geosfera modifica l'ecosistema, quindi riqualifico tutto. 

Di seguito creo uno strato di pre-pelle, usando colori forti. Amo i rossi, blu, dorati, ocra, terra di siena, terre naturali, verdi e gialli, del tutto peculiari e distintivi. 

I miei soggetti parlano di arbusti, le profondità del mare e la bellezza dei coralli. Creo grandi distese di cielo in cui attacco aerei giocattolo che spruzzano nella sfera scie chimiche e nanobot. Dipingo galassie virtuali e fantasiose in cui la natura è al centro dell'universo e l'uomo è solo un essere all'interno dell'ecosistema. 

La natutra crea la biodiversità, non esiste l'antropocentrismo di una categoria dominante.

 

7. LE VOSTRE STORIE SONO ASTRATTE, PROVOCANO MOLTE EMOZIONI DIVERSE ... UNA TEMPESTA DI EMOZIONI ... METTE IN LORO UN ULTERIORE SIGNIFICATO NASCOSTO?

Non mi definirei un pittore astratto, perché tutti i pittori sono astratti. La parola astratto significa estrapolare dalla realtà ... Questo significa che tutti i pittori sono astratti, perché estrapolano dalla realtà.     Il quadro figurativo è solo una mimesi fittizia della realtà, può rappresenta la natura, un uomo, un castello o altro, però, non è reale. Al mio modesto parere tutti gli artisti sono concettuali, perché quando creano raccontano di se stessi.

 8. COME SEI ARRIVATO ALL'ASTRAZIONE? RIFIUTATE I CLASSICI? O SEI BASATO SUI SUOI PRINCIPI FONDAMENTALI?

Ripeto ancora, non c'è figurativo o astratto, decorativo o concettuale, iconico o aniconico. Per me c'è solo arte, nella sua essenza. Ma soprattutto l'artista deve essere vero di fronte all'opera, sia essa pittura, scultura, performance, installazione o altro. L'artista davanti alla sua tela è nudo e deve liberare i suoi pensieri più intimi. Quando dipingo racconto la mia visione, il mio essere, il mio essere uomo, la mia ispirazione, i miei stati d'animo, senza freni e inibizioni. Quindi dipingo ciò che sento e voglio, senza chiusura. In alcuni momenti ho dipinto icone figurative e altre volte ho scelto di dipingere l'aniconico, senza frizioni e dogmi preconcetti. L'arte è un linguaggio visivo, non solo una decorazione.

9. DARE UNA BREVE DESCRIZIONE DI 2-3 DEI TUOI LAVORI. QUAL È LA LORO IDEA? COME HAI SENTITO QUANDO LI HAI SCRITTI?

LA VITA DELL'ARTISTA IN OGNI NUOVA OPERA RICHIEDE UN NUOVO APPROCCIO, EMOZIONI E FORZE CREATIVE, COME SE VIVE ANCORA OGNI VOLTA.

Nel ciclo degli abissi profondi ho narrato la bellezza della natura, la magnificenza armonica dei coralli e dell'ecosistema che la popola, in modo naturale, omogeneo, perfetto, la tecnologia della natura mi affascina, perché riequilibra tutto in una maniera semplice, ogni cosa si incastra in un modo eccezionale. Noi specie umana abbiamo un brutto vezzo, quello di deformare la natura, la forziamo, la modifichiamo per vestirla a nostro piacimento, creando disastri ambientali per le specie viventi e per noi stessi. Ci crediamo di essere semidei. La tecnologia umana è invasiva. Quindi, quando ho realizzato il ciclo dei voli pindarici, nelle opere ho inserito aerei giocattolo, che rappresentavo le irrorazione, scie chimiche e nano robot. 

E di seguito cerco di avvicinarmi al nuovo ciclo pittorico pittura con tutto l'entusiasmo, aggiungendo "carburante creativo", raccontando e narrando una storia, sempre in modo unico e soggettivo. 

Artmajeur

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