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Le Ali di Pandora

Ritorna alla lista Aggiunto il 30 mar 2016

Fragilità e leggerezza

Palazzo Vernazza Castromediano - Lecce, Italy Via Palazzo dei Conti di Lecce

giovedì 14 aprile 2016
giovedì 14 aprile 2016

“Le Ali di Pandora”

presentano
Fragilità e leggerezza

Giovedì 14 aprile
“Onda d'urto” ore 18,00
a cura: Comunità Emmanuel e RETE TIAPP
Palazzo Vernazza Castromediano - Lecce, Italy
Via Palazzo dei Conti di Lecce

Giovedì 14 aprile, alle ore 18.00, all'interno della mostra/laboratorio “Fragilità e leggerezza” dell'Ass. Le Ali di Pandora, la Comunità Emmanuel e RETE TIAPP (Tutti Insieme Alla Pari Per La Prevenzione) daranno vita agli incontri/laboratorio “Onda d'urto” di informazione e sensibilizzazione per la prevenzione delle dipendenze in cui esperti argomenteranno sulle nuove dipendenze parlando di: Fragilità mangiata, il cibo lo strumento di una relazione che può essere serena ma anche drammaticamente conflittuale tra l'io e gli altri. Una tavola imbandita è un gioco di incontri ma anche di scontri; i luoghi del cibo di strada sono meta di relax e di convivialità ma anche di combattimenti tra la fame e il desiderio. Fragilità a sbarre e strisce. Fragilità dipendente, ogni generazion ha dovuto rapportarsi con l'esperienza della condizione umana, con i suoi limiti, con la sua condizione di provvisorietà, leggerezza, fragilità. Inoltre, occorre considerare che in alcuni periodi, nell'arco della vita, la persona è “fisiologicamente” più esposta e più indifesa La fase dell'infanzia e dell'adolescenza ne sono l'espressione più evidente. Quest'ultima coincide con il tempo della messa in discussione dei modelli genitoriali e della sperimentazione di nuovi modelli di riferimento. Sono momenti molto delicati per il futuro sviluppo della persona. E' il periodo di grandi cambiamenti a livello somatico e psichico, affettivo, caratterizzato da improvvisi sbalzi di umore, imprevedibilità delle reazioni, senso di smarrimento, sfiducia e soprattutto difficoltà a gestire lo stato di sofferenza interiore a volte pericolosamente mimetizzato. Fragilità delle relazioni. Fragilità e giovani. Fragilità nella comunicazione.
Interverranno: Vincenzo Leone, Dino Pizzoleo, i componenti della Rete TIAPP.



Ho attinto
Il medico delle dipendenze Vincenzo Leone spiega:“Se osserrviamo lo scenario che oggi si svela davanti ai nostri occhi vediamo: tanti giovani normali, figli di famiglie normali e così profondamente insoddisfatti, a rischio di comportamenti disfunzionali (uso di sostanze) stanchi della fatica di condurre la quotidianità della vita. Genitori, insegnanti, educatori, spesso disorientati, spiazzati, non sufficientemente attrezzati di fronte a certi atteggiamenti, comportamenti a rischio e alcune modalità relazionali preoccupanti e disfunzionali. Ci si interroga, si cerca di capire, comprendere come una società come la nostra, trionfante di efficientismo, non abbia ancora trovato il rimedio giusto. E allora il rischio di semplificare, di cercare la soluzione più comoda, più facile, è molto grande (…) Di fronte a tematiche complesse, come è la prevenzione, la prima cosa da fare è quella di liberarsi dalla tentazione (grande) di pensare alla soluzione magica, la più comoda. Il rischio è di accanirsi a cercare la causa unica, così che, una volta individuata e rimossa, si possa risolvere definitivamente il problema. Allora di volta in volta si individua il “capro espiatore di turno”. Seguendo questa logica, periodicamente si inciampa nel tranello di considerare la condizione di fragilità causa del disagio, l' elemento di vulnerabilità, il fattore di rischio, per l'uso di droghe. Vedere nella fragilità, la causa, l'agente eziologico, del disagio dei nostri giovani è fuorviante, illusorio e sbagliato. Perché lo stato di fragilità è radicato nell'uomo, ne rappresenta un fattore costitutivo, ontologico. Occorre fare attenzione a non cadere nell'errore di pensare che prevenire il dis-agio dei nostri giovani significhi eliminare, soffocare la loro percezione di fragilità.
Ogni generazione, in tutti i tempi e in ogni angolo della terra, ha dovuto rapportarsi con l'esperienza della condizione umana, con i suoi limiti, con la sua condizione di provvisorietà, leggerezza, fragilità. Inoltre, occorre considerare che in alcuni periodi, nell'arco della vita, la persona è “fisiologicamente” più esposta e più indifesa.
La fase dell'infanzia e dell'adolescenza ne sono l'espressione più evidente. Quest'ultima coincide con il tempo della messa in discussione dei modelli genitoriali e della sperimentazione di nuovi modelli di riferimento. Sono momenti molto delicati per il futuro sviluppo della persona. E' il periodo di grandi cambiamenti a livello somatico e psichico, affettivo, caratterizzato da improvvisi sbalzi di umore, imprevedibilità delle reazioni, senso di smarrimento, sfiducia e soprattutto difficoltà a gestire lo stato di sofferenza interiore a volte pericolosamente mimetizzato.
In questi momenti e in queste situazioni diventa importante considerare tre aspetti su cui riflettere ed agire :
1. Il preoccupante effetto di una carenza, di una debolezza delle agenzie formative-educative tradizionali (famiglia, scuola).
2. L' incisivo massiccio condizionamento dei mass-media. Sono spesso, questi ultimi, infatti, che stabiliscono valori, obiettivi, mode, miti, stili di vita; propongono un mondo dell'immagine, dell'apparire, del facile successo, dell'anestesia. Il risultato di tutto questo è di contribuire a determinare scarsa tolleranza alle frustrazioni, incapacità di sostenere l'esperienza del dolore (emotivo, fisico, affettivo), distacco, disimpegno socio-relazionale, contribuendo a formare persone sofferenti, insoddisfatte, sempre più frammentate, disorientate .
3. Siamo nell'era della grande comunicazione ma la causa maggiore di sofferenza e dolore è la solitudine.
4. L'abitudine che diventa tendenza a ricorrere prontamente a qualcosa capace di anestetizzare, placare tutto, subito, con il rischio di venir attirati, ingannati da soluzioni illusorie che peggiorano la situazione, come accade con il ricorso all'uso di droghe e alcool
Quindi è importante analizzare la centralità di questo concetto: Il dis-agio dell'insostenibile consapevolezza di essere fragile. Riconoscere la condizione di fragilità come espressione ontologica dell'essere umano. Riflettere invece sulla insostenibile consapevolezza del nostro essere fragili.

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