Kader Attia è un artista contemporaneo franco-algerino noto per il suo approccio multidisciplinare che spazia tra installazione, fotografia, video, scultura e performance. Nato nel 1970 a Dugny, un sobborgo di Parigi, Attia è cresciuto tra Francia e Algeria, una dualità che influenza profondamente il suo lavoro, che esplora temi di identità, memoria, colonialismo e gli effetti persistenti del postcolonialismo.
Attia ha attirato l'attenzione internazionale per la prima volta nei primi anni 2000 con opere che affrontano le complesse relazioni tra il Nord e il Sud del mondo, spesso attingendo alle sue esperienze personali di vita tra culture. La sua arte spesso critica le prospettive occidentali sulla modernità e il suo impatto sulle società non occidentali, in particolare gli effetti duraturi della colonizzazione sulle identità individuali e collettive.
Uno dei concetti più acclamati di Attia è quello di "riparazione", che esplora sia come processo fisico che metaforico. Nelle sue installazioni, spesso accosta manufatti tradizionali africani a oggetti contemporanei, sottolineando le ferite culturali lasciate dal colonialismo e il continuo processo di guarigione e riparazione. La sua installazione The Repair from Occident to Extra-Occidental Cultures (2012), esposta a Documenta 13, è un esempio lampante, che usa il concetto di riparazione per collegare temi di trauma, guarigione e violenza storica.
Nel corso della sua carriera, Attia ha tenuto mostre personali presso prestigiose istituzioni come il Centre Pompidou di Parigi, il Museum of Modern Art di New York e la Whitechapel Gallery di Londra. Nel 2016 gli è stato conferito il Marcel Duchamp Prize, uno dei più alti riconoscimenti artistici francesi, consolidando ulteriormente il suo status nel mondo dell'arte internazionale.
Le opere di Attia continuano a stimolare gli spettatori a riflettere sulle ingiustizie storiche e sugli impatti attuali della globalizzazione, richiamando al contempo l'attenzione sul potenziale di riparazione e trasformazione culturale.