Susanna De Paolis

Vissuta a Roma, dove ha frequentato il Liceo Artistico e conseguito la Laurea in Architettura, da alcuni anni si trasferita a Bologna dove vive e lavora.

Da sempre la accompagna l’interesse per il disegno, la pittura e qualsiasi attività artistica e creativa.
Partecipa attivamente alle iniziative del gruppo "INUTILI" di Bologna, movimento di arte e di pensiero, che ha realizzato diverse mostre ed eventi artistici nella città

Nei lavori più recenti l’utilizzo del immagine fotografica, rielaborata e reinterpretata, è il pretesto e la premessa di una intensa espressività emozionale realizzato con il gesto pittorico, che pur utilizzando il linguaggio dell’astratto, non si discosta mi totalmente dall’immagine figurativa. Questa ricerca, laddove a ciascuno dei due mezzi, pittura e fotografia, sono affidati di volta in volta ruoli differenti, ci conduce in un universo fatto di tracce, indizi, segnali che svelano il senso di questa rincorsa, il gesto pittorico ricalca e assorbe quello fotografico.

Il labirinto della psiche nelle sue opere ritrova il filo di Arianna che perso il suo vero valore di “fil rouge” che lega gli stati di coscienza, si trasforma in qualcosa di istintivo che è pronto ad essere riportato su una tela che si fa diario di vita. La sua ricerca spazia tra una memoria che chiede di essere riportata alla luce e il non detto che trova nella dimenticanza la sua migliore rappresentazione.

progetto di libera espressione creativa con ragazzi disabili

Nella pittura di Susanna De Paolis ritroviamo la grande lezione klimtiana, mediata da tonalità calde e suadenti e da tonalità pastello, ma con una carica disegnativa che mette in risalto la padronanza di un segno forte e incisivo che contorna le sue figure. Ne “La porta rossa” la donna di spalle mette in evidenza il profilo della sua maternità, il suo essere donna e madre, ma anche la sua fortissima carica erotica che sottende una femminilità matura e consapevole.

Gerardo Pecci

Personale di pittura di Susanna de Paolis

7-21 marzo 2008 Sala Diana Franceschi di Villa Aldrovandi Mazzacorati - BOLOGNA


Immagini di donne, anonime e popolari, conosciute e sconosciute, donne del nostro quotidiano, le madri, le bimbe, le ragazze, affiancate a personaggi della storia o della letteratura, le eroine ( Giovanna d’Arco, Ofelia) vergini e martiti (S Barbara, S Agata)…le donne impegnate nelle lotte civili ( Diana Franceschi, Augun Suu Kyi)
Sguardi di amore e poesia, sguardi di solidarietà e partecipazione, sguardi di allegria e ironia… sguardi affettuosi, curiosi e consapevoli sulle molteplici caratteristiche dell’universo femminile. Impressioni visive, memorie, sogni, fantasie e visioni trovano spazio dinnanzi ai sentimenti ed alla intuizioni e percezioni di immagini, emozioni, pensieri... Un desiderio di trasmettere le proprie sensazioni, nella convinzione che un quadro vive anche della interpretazione e dell’ emozione di chi lo guarda.

Di natività austriaca Susanna de Paolis scorre parte della sua vita a Roma.
Nella capitale affascinata dal disegno si avvicina all’arte frequentando il
Liceo Artistico, inconsciamente porta dentro se gli impulsi e il forte desiderio
di esprimere i propri pensieri e la sua identità materializzandoli sulla tela.
Seguendo le discendenze di famiglia consegue la laurea in architettura per
poi intraprendere l’insegnamento in istituti scolastici.
L’approfondimento del disegno contribuirà nel futuro ad una mano
decisa e precisa nelle proporzioni e nella gestualità delle forme .
Attualmente vive a Bologna dove opera in una associazione di
assistenza ai disabili dividendosi tra il mondo che la circonda e la pittura.
Questi percorsi tracciano la profonda sensibilità della de Paolis,
che nello stesso istante si scontra con il suo carattere forte , come se
un misto di culture nordiche e mediterranee si unissero nella sua
personalità e nella sua mano.
Piano i suoi bozzetti si trasformano in creature viventi che suscitano
emozioni, quello del ruolo di madre famiglia , quello di donna che
conosce la sofferenza che come per riscatto della vita che tanto
ha difeso, riesce a far brillare i suoi colori sulle tele. Approfondisce anche
grazie al suo primo maestro la tecnica della tempera integrando un
sapiente uso del collage in diverse elaborazioni e tecniche quasi simili
all’incisione e tutto ciò si sposa in armonia per dar luce alle prime opere.
Nascono le spirali, vortici, labirinti del suo forte essere inquieto nella
ricerca, di un ruolo nel viaggio dell’arte in una società indifferente che lei
quasi schiva ma la impegna quotidianamente nel lavoro in difesa dei diritti
umani . Sogni di immagini quasi fiabesche e volti innocenti marcano con decisione le prime opere.
Velocemente la sua pittura matura di giorno in giorno spaziando
tra tecniche razionali e pennellate di getto frutto di inconsci impulsi.
La padronanza del disegno da vita ad una gestualità sicura spesso
con tratti nervosi che caratterizzano le migliori opere.
Partecipa a diverse collettive ,primi confronti col mondo dell’arte,
sino ad approdare alla personale in Bologna (marzo 2008) , non a caso in
concomitanza della festa della donna si, ma donna eroina e
donna combattente. Sequenze di volti , sogni, ricordi di infanzia si
alternano con altre espressioni ricche di colore che fa vivere con
forte intensità di rivolta il suo ideale artistico e sociale .
Visi marcati , da una vita dura, rossi che ne infuocano l’anima esprimono
una pittura sicuramente vicina all’espressionismo tedesco, in contrasto con
altre opere dove si sprigiona l’amore materno e le sue passioni ,opere
di altra dimensione della sua personalità che va poi a sfociare in Giovanna
D’arco.
Sicuramente le sue eroine fonte della sua personalità e di una sempre
più matura essenza nell’immagine le consentiranno di dar vita a nuove
opere ed emozioni , un sicuro viaggio nel mondo dell’arte che le regalerà
certamente consensi e nuovi sogni.