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IPERREALISMO
L'iperrealismo è una corrente dell'arte contemporanea americana, nata negli Stati Uniti[...]
IPERREALISMO
L'iperrealismo è una corrente dell'arte contemporanea americana, nata negli Stati Uniti all'inizio degli anni Settanta e poi diffusasi in Europa. Chiamata anche superrealismo, realismo radicale, realismo fotografico, iperfotografismo, l'iperrealismo rifiuta la realtà, proponendone una riproduzione meccanica, spesso a partire dalla sua immagine fotografica ingrandita.
Ne risulta dunque una visione che va al di là della realtà, stravolgendola. Pur derivando dalla Pop-art, l'iperrealismo non si propone come satira, giungendo talvolta ad un virtuosismo esasperato. La Pop Art poneva lo spettatore davanti alla realtà dell'oggetto, l'iperrealismo ha allargato il campo visuale facendovi entrare l'uomo. Da oggetti quotidiani a persone come vere fotografie, infatti ancor oggi l’iperealismo viene sfruttato anche per immagini pubblicitarie, dove a volte l'irreale di un quadro può raggiungere maggiore perfezione della realtà. La pratica operativa dell'Iperrealismo, infatti, è fondata sul passaggio intermedio dell'immagine fotografica, evitando perciò il confronto diretto (e banale) con la realtà, bersaglio polemico delle correnti artistiche contemporanee. La pittura non è autoreferenziale o semplice copia della realtà (la mimesis platonica), ma si concretizza nella volontà di creare un qualcosa che sia, paradossalmente, "più vero del vero". E' questo un approccio originale, che ben si accosta alle ricerche di certa pittura concettuale degli ultimi decenni.
L'iperrealista non partecipa alla scena, ma “scatta” l'immagine nella volontà di ritagliare e impadronirsi delle porzioni di mondo che rappresenta, dimostrando di comprenderne l'autentico.
Sebbene proponga apparente indifferenza nei confronti del soggetto, al contrario riserva un’attenzione morbosa nella definizione lenticolare, epidermica e sensuale delle superfici, tipica del linguaggio fotografico.
Ciò che caratterizza fortemente le sue opere è, tuttavia, un senso di momentanea sospensione, una sorta di vuoto spazio-temporale. I soggetti sono bloccati in attesa di un gesto, una parola, un movimento improvviso che turbi l'apparente, quanto irreale calma che si respira nel quadro: è un'atmosfera, questa, che sembra rimandare alla poetica metafisica di De Chirico o Carrà.
IL PERCORSO
"(...) Nei miei quadri uso perfezione maniacale, voglio opere ingannevoli a metà tra il dipinto e lo scatto. Sono ritratti perfetti ... l'unica assente è l'anima?
Si chiede la critica se la corrente dell'iperrealismo sia emozione o solo pura immagine.
Poichè l'arte pittorica ha ormai sperimentato tutto, la sensazione è quella che i nostri pennelli stanno per essere sostituiti dai media.
L'obiettivo della macchina fotografica è più veloce, estremamente preciso, lo trasporto ovunque. Così sono libero di cristallizzare qualsiasi momento, in qualsiasi posto.
Il cavalletto non è così. E' un lusso che prima si potevano permettere pochissmi e chi se ne serviva faceva parte di una raffinata oligarchia. Immortalare le proprie sembianze per i posteri era un desiderio che si pagava profumatamente. I faraoni costruivano immagini megalitiche che diventavano la case del Ka così che lo spirito poteva ancora riconoscersi dopo la disintegrazione del corpo. I masai non vogliono essere immortalati perchè gli si ruba l'anima.
(...) Al 70% la collezione di un museo è costituita da ritratti. L'uomo dipinge l'umano. Che il quadro sia materico, la pennellata imprecisa o l'effetto oleoso, l'obbiettivo di un pittore è restituire al cervello il corpo di un nostro simile. L'iperrealista invece non dipinge l'umano. Dipinge, esattamente, l'uomo."
L'iperrealismo è una corrente dell'arte contemporanea americana, nata negli Stati Uniti all'inizio degli anni Settanta e poi diffusasi in Europa. Chiamata anche superrealismo, realismo radicale, realismo fotografico, iperfotografismo, l'iperrealismo rifiuta la realtà, proponendone una riproduzione meccanica, spesso a partire dalla sua immagine fotografica ingrandita.
Ne risulta dunque una visione che va al di là della realtà, stravolgendola. Pur derivando dalla Pop-art, l'iperrealismo non si propone come satira, giungendo talvolta ad un virtuosismo esasperato. La Pop Art poneva lo spettatore davanti alla realtà dell'oggetto, l'iperrealismo ha allargato il campo visuale facendovi entrare l'uomo. Da oggetti quotidiani a persone come vere fotografie, infatti ancor oggi l’iperealismo viene sfruttato anche per immagini pubblicitarie, dove a volte l'irreale di un quadro può raggiungere maggiore perfezione della realtà. La pratica operativa dell'Iperrealismo, infatti, è fondata sul passaggio intermedio dell'immagine fotografica, evitando perciò il confronto diretto (e banale) con la realtà, bersaglio polemico delle correnti artistiche contemporanee. La pittura non è autoreferenziale o semplice copia della realtà (la mimesis platonica), ma si concretizza nella volontà di creare un qualcosa che sia, paradossalmente, "più vero del vero". E' questo un approccio originale, che ben si accosta alle ricerche di certa pittura concettuale degli ultimi decenni.
L'iperrealista non partecipa alla scena, ma “scatta” l'immagine nella volontà di ritagliare e impadronirsi delle porzioni di mondo che rappresenta, dimostrando di comprenderne l'autentico.
Sebbene proponga apparente indifferenza nei confronti del soggetto, al contrario riserva un’attenzione morbosa nella definizione lenticolare, epidermica e sensuale delle superfici, tipica del linguaggio fotografico.
Ciò che caratterizza fortemente le sue opere è, tuttavia, un senso di momentanea sospensione, una sorta di vuoto spazio-temporale. I soggetti sono bloccati in attesa di un gesto, una parola, un movimento improvviso che turbi l'apparente, quanto irreale calma che si respira nel quadro: è un'atmosfera, questa, che sembra rimandare alla poetica metafisica di De Chirico o Carrà.
IL PERCORSO
"(...) Nei miei quadri uso perfezione maniacale, voglio opere ingannevoli a metà tra il dipinto e lo scatto. Sono ritratti perfetti ... l'unica assente è l'anima?
Si chiede la critica se la corrente dell'iperrealismo sia emozione o solo pura immagine.
Poichè l'arte pittorica ha ormai sperimentato tutto, la sensazione è quella che i nostri pennelli stanno per essere sostituiti dai media.
L'obiettivo della macchina fotografica è più veloce, estremamente preciso, lo trasporto ovunque. Così sono libero di cristallizzare qualsiasi momento, in qualsiasi posto.
Il cavalletto non è così. E' un lusso che prima si potevano permettere pochissmi e chi se ne serviva faceva parte di una raffinata oligarchia. Immortalare le proprie sembianze per i posteri era un desiderio che si pagava profumatamente. I faraoni costruivano immagini megalitiche che diventavano la case del Ka così che lo spirito poteva ancora riconoscersi dopo la disintegrazione del corpo. I masai non vogliono essere immortalati perchè gli si ruba l'anima.
(...) Al 70% la collezione di un museo è costituita da ritratti. L'uomo dipinge l'umano. Che il quadro sia materico, la pennellata imprecisa o l'effetto oleoso, l'obbiettivo di un pittore è restituire al cervello il corpo di un nostro simile. L'iperrealista invece non dipinge l'umano. Dipinge, esattamente, l'uomo."
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