Giuseppe Cocco
Non Ricco, ma Utile e Felice
Tutte le opere di Giuseppe Cocco
Lago di Bolsena • 16 opere
Guarda tutto
Il lago di Bolsena o Volsinio (in latino: Lacus Volsiniensis / Lacus Volsinii) è un lago dell'Italia[...]
Il lago di Bolsena o Volsinio (in latino: Lacus Volsiniensis / Lacus Volsinii) è un lago dell'Italia centrale, posto nell'alto Lazio, nella parte settentrionale della provincia di Viterbo (Alta Tuscia).
Formatosi oltre 300 000 anni fa in seguito al collasso calderico di alcuni vulcani del complesso dei monti Volsini che ha accompagnato lo sprofondamento vulcano-tettonico dell'area, è lambito per una parte considerevole dalla strada consolare Cassia, a pochi chilometri dal monte Amiata, ed è il lago di origine vulcanica più grande d'Europa.
Le coste del lago sono generalmente basse e sabbiose (caratteristica la sabbia di colore nero, derivata dalla disgregazione delle rocce vulcaniche), in alcuni tratti anche paludose.
Tuttavia la costa non è affatto monotona ma è interrotta spesso da piccole e basse penisole.
I promontori veri e propri sono pochi e per la precisione: il Monte Bisenzio, che chiude a ovest i Monti Volsini, Punta San Bernardino, la penisola di Capodimonte, la punta di Sant'Antonio.
L'isola Bisentina è la maggiore del lago per superficie e appartiene al territorio comunale di Capodimonte dal quale dista circa 3 Km.
Mutua il suo nome dall'antica città etrusco-romana di Bisenzio che era situata davanti all'isola nella costa sud-occidentale del lago e conserva importanti testimonianze storiche e artistiche.
Fu visitata da molti Papi durante le loro pause estive e fu proprietà della famiglia Farnese.
L'Isola Martana è situata di fronte al centro abitato di Marta, da cui prende il nome e al quale appartiene territorialmente, l'Isola Martana è la più piccola delle due isole del lago, in termini di superficie.
Avrebbe custodito le spoglie di santa Cristina, perché non cadessero preda dei barbari.
L'Isola Martana fu anche al centro della tragica vicenda storica di Amalasunta, regina dei Goti, che prese il potere alla morte di Teodorico: dopo essere stata portata con l'inganno sull'isola, vi fu trucidata dal cugino Teodato il 30 aprile del 535. Nella parte orientale dell'isola è stata posta una targa in sua memoria.
Formatosi oltre 300 000 anni fa in seguito al collasso calderico di alcuni vulcani del complesso dei monti Volsini che ha accompagnato lo sprofondamento vulcano-tettonico dell'area, è lambito per una parte considerevole dalla strada consolare Cassia, a pochi chilometri dal monte Amiata, ed è il lago di origine vulcanica più grande d'Europa.
Le coste del lago sono generalmente basse e sabbiose (caratteristica la sabbia di colore nero, derivata dalla disgregazione delle rocce vulcaniche), in alcuni tratti anche paludose.
Tuttavia la costa non è affatto monotona ma è interrotta spesso da piccole e basse penisole.
I promontori veri e propri sono pochi e per la precisione: il Monte Bisenzio, che chiude a ovest i Monti Volsini, Punta San Bernardino, la penisola di Capodimonte, la punta di Sant'Antonio.
L'isola Bisentina è la maggiore del lago per superficie e appartiene al territorio comunale di Capodimonte dal quale dista circa 3 Km.
Mutua il suo nome dall'antica città etrusco-romana di Bisenzio che era situata davanti all'isola nella costa sud-occidentale del lago e conserva importanti testimonianze storiche e artistiche.
Fu visitata da molti Papi durante le loro pause estive e fu proprietà della famiglia Farnese.
L'Isola Martana è situata di fronte al centro abitato di Marta, da cui prende il nome e al quale appartiene territorialmente, l'Isola Martana è la più piccola delle due isole del lago, in termini di superficie.
Avrebbe custodito le spoglie di santa Cristina, perché non cadessero preda dei barbari.
L'Isola Martana fu anche al centro della tragica vicenda storica di Amalasunta, regina dei Goti, che prese il potere alla morte di Teodorico: dopo essere stata portata con l'inganno sull'isola, vi fu trucidata dal cugino Teodato il 30 aprile del 535. Nella parte orientale dell'isola è stata posta una targa in sua memoria.
L'Aquila 2009 • 94 opere
Guarda tutto
L'Aquila (Aquila fino al 1863 ed Aquila degli Abruzzi fino al 1939) è il Comune capoluogo dell'omonima[...]
L'Aquila (Aquila fino al 1863 ed Aquila degli Abruzzi fino al 1939) è il Comune capoluogo dell'omonima provincia e della regione Abruzzo.
L'Aquila sorge sul declivo di un colle alla sinistra del Fiume Aterno, in vista delle Montagne del gruppo del Gran Sasso d'Italia; è la principale città dell'Abruzzo per importanza storica e per il complesso dei suoi monumenti e delle istituzioni culturali; è capoluogo di Provincia e di regione.
La notte del 6 aprile 2009, alle 3 e 32, un sisma di magnitudo 6,3, a settembre mi reco a fare la mia ricognizione da cui nascono questi foto-acquarelli.
L'Aquila sorge sul declivo di un colle alla sinistra del Fiume Aterno, in vista delle Montagne del gruppo del Gran Sasso d'Italia; è la principale città dell'Abruzzo per importanza storica e per il complesso dei suoi monumenti e delle istituzioni culturali; è capoluogo di Provincia e di regione.
La notte del 6 aprile 2009, alle 3 e 32, un sisma di magnitudo 6,3, a settembre mi reco a fare la mia ricognizione da cui nascono questi foto-acquarelli.
Borrello • 70 opere
Guarda tutto
Borrello è un comune della provincia di Chieti (CH) in Abruzzo.
Fa parte della Comunità Montana Medio[...]
Borrello è un comune della provincia di Chieti (CH) in Abruzzo.
Fa parte della Comunità Montana Medio Sangro e della Riserva Naturale Cascate del Verde.
Visitare Borrello e il suo territorio significa bearsi del bello e di un paese ben disegnato, significa godere della natura incontaminata, arricchendo il proprio spirito.
Borrello è un piccolo borgo di confine che vive un'anima sospesa tra l'Abruzzo e il Molise, immerso in un paesaggio incontaminato, il cui impianto medievale si è sovrapposto ad un centro preromano oggi non più visibile.
Un grumo di case di architettura povera ma dignitosa, che ricorda il sisma dal quale sono risorte; appoggiato sul ciglio di un altopiano che affaccia sulla vallata, con alcune evidenze medievali, soprattutto quella Chiesa di Sant'Egidio Abate sul ciglio del costone che delimita a Nord il paese, posta come nido d'aquila con vista sulla vallata e sulle catene montane circostanti.
I rari boschi di abete bianco, i salti d’acqua, la Cascata del Rio Verde, i torrenti Verde e Turcano, l'abitato antico abbarbicato su un pizzo roccioso, sono il set di una natura incontaminata nota agli studiosi di scienze naturali per essere uno scrigno della biodiversità naturale tra i più rari d’Italia.
Gli angoli appartati e misteriosi delle Cascate del Rio Verde e della Porta dei Saraceni in uno scenario incantevole fatto d'Acqua, Arte, Architettura e Alpe da visitare, vivere, ricordare e raccontare.
Fa parte della Comunità Montana Medio Sangro e della Riserva Naturale Cascate del Verde.
Visitare Borrello e il suo territorio significa bearsi del bello e di un paese ben disegnato, significa godere della natura incontaminata, arricchendo il proprio spirito.
Borrello è un piccolo borgo di confine che vive un'anima sospesa tra l'Abruzzo e il Molise, immerso in un paesaggio incontaminato, il cui impianto medievale si è sovrapposto ad un centro preromano oggi non più visibile.
Un grumo di case di architettura povera ma dignitosa, che ricorda il sisma dal quale sono risorte; appoggiato sul ciglio di un altopiano che affaccia sulla vallata, con alcune evidenze medievali, soprattutto quella Chiesa di Sant'Egidio Abate sul ciglio del costone che delimita a Nord il paese, posta come nido d'aquila con vista sulla vallata e sulle catene montane circostanti.
I rari boschi di abete bianco, i salti d’acqua, la Cascata del Rio Verde, i torrenti Verde e Turcano, l'abitato antico abbarbicato su un pizzo roccioso, sono il set di una natura incontaminata nota agli studiosi di scienze naturali per essere uno scrigno della biodiversità naturale tra i più rari d’Italia.
Gli angoli appartati e misteriosi delle Cascate del Rio Verde e della Porta dei Saraceni in uno scenario incantevole fatto d'Acqua, Arte, Architettura e Alpe da visitare, vivere, ricordare e raccontare.
Scalea • 27 opere
Guarda tutto
Scalea (Scalìa in Calabrese, Skalia in Greco Bizantino) è un Comune della provincia di Cosenza in Calabria.[...]
Scalea (Scalìa in Calabrese, Skalia in Greco Bizantino) è un Comune della provincia di Cosenza in Calabria.
L'abitato è costituito da un Centro Storico costruito su un colle conico, che conserva resti di Mura Medievali ed antiche viuzze strette e tortuose, ed una parte in piano molto estesa, sviluppata verso il mare, dominata dal roccioso promontorio detto “Isola di Scalea” (perché in origine era staccato dalla costa), sormontato dalla Torre Talao..
Il nome del centro è ricordato nell'anno 1324 «In Castro Scalee», si ritiene in genere derivata da "scala": «infatti i suoi edifici vennero costruiti su una rupe triangolare, l'uno sopra l'altro; quindi il nome Scalea» sebbene non sia sicuro che Scalea, in dialetto Scalia, rifletta l'italiano scalea "gradinata", o non, piuttosto, un Greco *σχαλìα "approdo per navi", ricordando Scalea, contrada di Taurianova e Scalia, contrada di Staiti (RC), nonché Scalì, Scalia, cognomi in Calabria e Sicilia.
Secondo una precedente interpretazione etimologica, il toponimo sarebbe riconducibile ad un derivato del Greco σχαλεuω "zappare".
L'abitato è costituito da un Centro Storico costruito su un colle conico, che conserva resti di Mura Medievali ed antiche viuzze strette e tortuose, ed una parte in piano molto estesa, sviluppata verso il mare, dominata dal roccioso promontorio detto “Isola di Scalea” (perché in origine era staccato dalla costa), sormontato dalla Torre Talao..
Il nome del centro è ricordato nell'anno 1324 «In Castro Scalee», si ritiene in genere derivata da "scala": «infatti i suoi edifici vennero costruiti su una rupe triangolare, l'uno sopra l'altro; quindi il nome Scalea» sebbene non sia sicuro che Scalea, in dialetto Scalia, rifletta l'italiano scalea "gradinata", o non, piuttosto, un Greco *σχαλìα "approdo per navi", ricordando Scalea, contrada di Taurianova e Scalia, contrada di Staiti (RC), nonché Scalì, Scalia, cognomi in Calabria e Sicilia.
Secondo una precedente interpretazione etimologica, il toponimo sarebbe riconducibile ad un derivato del Greco σχαλεuω "zappare".
Calabria 2013 • 79 opere
Guarda tutto
Ottobre 2013, 3 giorni di full immersion calabrese tra beni artistici, architettonici e culturali, enogastronomia,[...]
Ottobre 2013, 3 giorni di full immersion calabrese tra beni artistici, architettonici e culturali, enogastronomia, produzioni tipiche, lungo la costa tirrenica della Calabria da Scalea a Reggio Calabria passando per Paola con il suo Santuario di San Francesco, e Pizzo Calabro.
Bracciano • 37 opere
Guarda tutto
Bracciano è un comune della città metropolitana di Roma Capitale nel Lazio, circa 40 km a nord della[...]
Bracciano è un comune della città metropolitana di Roma Capitale nel Lazio, circa 40 km a nord della capitale, a circa 50 km da Viterbo, in posizione dominante sull'omonimo lago detto anche Lago Sabatino.
Grosso borgo dominato dal Castello, sorge su un dosso presso la riva Sud Ovest del lago omonimo.
Già rocca dei prefetti di Vico, nominata per la prima volta nel 1234, passò nel 1419 agli Orsini, a cui si deve il Castello (ora degli Odescalchi) incominciato nel 1470 circa, da Napoleone Orsini, che incorporò la Rocca dei Prefetti, e compiuto dal figlio Gentile Virginio nel 1485 circa
Grosso borgo dominato dal Castello, sorge su un dosso presso la riva Sud Ovest del lago omonimo.
Già rocca dei prefetti di Vico, nominata per la prima volta nel 1234, passò nel 1419 agli Orsini, a cui si deve il Castello (ora degli Odescalchi) incominciato nel 1470 circa, da Napoleone Orsini, che incorporò la Rocca dei Prefetti, e compiuto dal figlio Gentile Virginio nel 1485 circa
Appunti Romani • 52 opere
Guarda tutto
Questi acquerelli fanno parte di una serie realizzata con fotografie scattate durante varie passeggiate per Roma
Barbarano Romano • 275 opere
Guarda tutto
Barbarano Romano è un Comune della provincia di Viterbo nel Lazio (Italia).
Borgo a forma di triangolo[...]
Barbarano Romano è un Comune della provincia di Viterbo nel Lazio (Italia).
Borgo a forma di triangolo allungato, e disteso su un cuneo limitato sui lati maggiori dalla Gola del Fosso Biedano e di un suo affluente, e difeso, nel lato di ingresso, da pittoresche Mura di fortificazione con il Torrione di Porta Romana, dotato, di un orologio, dal quale si accede al Borgo.
Il paese consta di un primo nucleo risalente probabilmente al X secolo (900), cui si aggiungono vari edifici, dal XIII (1200) al XVII (1600).
Attualmente costituisce un esempio di Borgo Medievale a spina di pesce, con una strada principale centrale fiancheggiata da 2 parallele secondarie, allungato sul cuneo fra due gole e chiuso, nell'unico tratto non difeso naturalmente, da mura con torri quadrilatere a gola aperta databili al secolo XIV (1300), ulteriormente foderate da una cinta muraria verso la fine del XV secolo (1400) con l'aggiunta di torri circolari.
Menzionato in anni 1274-1280 «de Barbarano», in anni 1295-1298 «Archipresbiter de Barberano», in anni 1331-1333 «de Barbarano», il toponimo è una formazione prediale [dal latino medievale “praedialis”, derivato del latino “praedium” - nel linguaggio giuridico e letterario, che riguarda i terreni, relativo a fondi rustici] dal personale latino “Barbarius” (confrontare “Barbarus” assai comune nella Gallia Transpadana anche come cognomen) con il suffisso -anus ad indicare appartenenza.
Borgo a forma di triangolo allungato, e disteso su un cuneo limitato sui lati maggiori dalla Gola del Fosso Biedano e di un suo affluente, e difeso, nel lato di ingresso, da pittoresche Mura di fortificazione con il Torrione di Porta Romana, dotato, di un orologio, dal quale si accede al Borgo.
Il paese consta di un primo nucleo risalente probabilmente al X secolo (900), cui si aggiungono vari edifici, dal XIII (1200) al XVII (1600).
Attualmente costituisce un esempio di Borgo Medievale a spina di pesce, con una strada principale centrale fiancheggiata da 2 parallele secondarie, allungato sul cuneo fra due gole e chiuso, nell'unico tratto non difeso naturalmente, da mura con torri quadrilatere a gola aperta databili al secolo XIV (1300), ulteriormente foderate da una cinta muraria verso la fine del XV secolo (1400) con l'aggiunta di torri circolari.
Menzionato in anni 1274-1280 «de Barbarano», in anni 1295-1298 «Archipresbiter de Barberano», in anni 1331-1333 «de Barbarano», il toponimo è una formazione prediale [dal latino medievale “praedialis”, derivato del latino “praedium” - nel linguaggio giuridico e letterario, che riguarda i terreni, relativo a fondi rustici] dal personale latino “Barbarius” (confrontare “Barbarus” assai comune nella Gallia Transpadana anche come cognomen) con il suffisso -anus ad indicare appartenenza.
Via Amerina • 27 opere
Guarda tutto
Domenica pomeriggio, in compagnia di un gruppo di insegnanti ci accingiamo ad una splendida e gradevole[...]
Domenica pomeriggio, in compagnia di un gruppo di insegnanti ci accingiamo ad una splendida e gradevole passeggiata di due ore, seguendo il primo tratto della Via Amerina presso Civita Castellana si incontra la tagliata “Cavo degli Zucchi” che, partendo nei pressi di Civita Castellana giunge a Faleri Novi, la città realizzata dai Romani lungo la Via Amerina che l'attraversava da nord (ingresso di Porta Amerina sita a nord verso Corchiano) uscendo dalla Porta sud (verso Nepi), per spostarvi la cittadinanza di Faleri Vetere (l'odierna Civita Castellana) dopo aver sconfitto il popolo Falisco.
Siamo a Cavo degli Zucchi, forse la più importante necropoli che si trova lungo la Via Amerina.
Il popolo dei Falisci fu sconfitto da Roma nel 241 a.C. ed i superstiti furoni trasferiti da Civita Castellana presso l'attuale Faleri Novi.
Immediatamente dopo la conquista del territorio Falisco, Roma pensò di riorganizzare il suo assetto viario realizzando, in meno di un anno, una nuova consolare: la Via Amerina.
E lungo la Via Amerina si trova questa grande necropoli rupestre e quindi interamente scavata nella viva roccia.
Siamo a Cavo degli Zucchi, forse la più importante necropoli che si trova lungo la Via Amerina.
Il popolo dei Falisci fu sconfitto da Roma nel 241 a.C. ed i superstiti furoni trasferiti da Civita Castellana presso l'attuale Faleri Novi.
Immediatamente dopo la conquista del territorio Falisco, Roma pensò di riorganizzare il suo assetto viario realizzando, in meno di un anno, una nuova consolare: la Via Amerina.
E lungo la Via Amerina si trova questa grande necropoli rupestre e quindi interamente scavata nella viva roccia.
Asini Day • 118 opere
Guarda tutto
Domenica ore 10.00, Largo Santander, nell'area verde di Villa Borghese a Roma, davanti alla Galleria[...]
Domenica ore 10.00, Largo Santander, nell'area verde di Villa Borghese a Roma, davanti alla Galleria nazionale di Arte Moderna, per la prima volta, arrivano nel centro di Roma, da Castelbuono (PA) comune delle Madonie (Sicilia), guidati dal simpatico e vivace sindaco, decine di esemplari di asini, i quadrupedi dalle grandi orecchie, buoni e pazienti.
Dopo un trekking con soma che ha fatto il Giro dell'Italia meridionale (Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata, Campania, Abruzzo e Lazio) arriva nel centro di Roma la Carovana delle vie ritrovate per festeggiare la prima giornata nazionale dell'asino.
Dopo un trekking con soma che ha fatto il Giro dell'Italia meridionale (Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata, Campania, Abruzzo e Lazio) arriva nel centro di Roma la Carovana delle vie ritrovate per festeggiare la prima giornata nazionale dell'asino.
Caricamento in corso...
Contattare Giuseppe Cocco
Invia un messaggio privato a Giuseppe Cocco