L’Iperrealismo contro ogni pregiudizio

L’Iperrealismo contro ogni pregiudizio

Olimpia Gaia Martinelli | 13 apr 2022 6 minuti di lettura 0 commenti
 

Le opere iperrealistiche vengono spesso considerate con sufficienza perché, simili a fotografie e immagini digitali, sembrano non offrire nulla di più che la mera esibizione dell’abilità tecnica dell’artefice. Ma come ribaltare questo pregiudizio?

Jrmuroart, Nostalgia, 2019. Olio su legno,  65 x 81 cm. 

Che cos’è l’Iperrealismo?

L’Iperrealismo è una tipologia di ricerca artistica relativamente giovane, nata principalmente con la finalità di creare illusioni, aventi lo scopo di migliorare e valorizzare la realtà che ci circonda. Infatti, l’operato degli artisti di questo genere supera le qualità del puro realismo fotografico, mettendo in risalto dettagli vivi, intensi e spesso trascurati, della nostra realtà quotidiana. Perseguendo tale obiettivo gli esponenti dell’Iperrealismo giocano con l’intensità del colore, dell’illuminazione, del contrasto e della nitidezza, generando rappresentazioni più vivide di ciò che è semplicemente riscontrabile ad occhio nudo. Quanto appena affermato è la principale caratteristica che separa il suddetto genere dal suo predecessore più naturalistico, ovvero il fotorealismo. Per quanto riguarda le tecniche predilette dagli iperrealisti, esse sono il disegno, la pittura e la scultura, che vengono arricchite dall’uso di tecnologie, quali l’illustrazione digitale o l'alterazione di immagini trasferite su tele. In conclusione, tali strumenti hanno l’intento di fornire un mezzo efficace al fine di esplorare come le persone interagiscono con loro stesse, con gli altri e con gli oggetti, o i contesti del quotidiano, immortalando il funzionamento psicologico, interno, esterno o estetico, della mente e del corpo umano.  

Maëlle Valantin, Burger, 2021. Acrilico su pannello MDF, 60 x 80 cm.

Alfredo Furiati, Lockdown, 2020. Olio su tela di lino, 40,1 x 30 cm.

La collocazione dell’Iperrealismo all’interno della storia dell’arte

La storia di ogni movimento artistico, come anche quella dell’Iperrealismo, nato negli Stati Uniti intorno agli anni Sessanta, deve essere narrata in relazione ad altri influenti stili che l’hanno preceduta e, di conseguenza, “forgiata”. Infatti, l’origine del suddetto genere, seppur ben distinto nelle sue peculiarità, prescinde dalle più antiche correnti del Realismo e del Fotorealismo, con le quali condivide la studiata resa del reale. Proprio il Realismo, movimento nato in Francia durante la metà dell’Ottocento, si contraddistinse per la raffigurazione di nitide scene di vita quotidiana, mente il Fotorealismo, originario dell’America della fine degli anni Sessanta, vide l’impegno di artisti che tentarono di produrre fotografie nel modo più verosimile possibile. A differenza di quest’ultime tendenze, però, nell’Iperrealismo si registra una maggiore ricerca di fedeltà nella resa del reale, realizzata tramite un’inedita e curatissima valorizzazione del dettaglio, che, nella maggior parte dei casi, diventa il vero e proprio centro dell’opera. Nonostante ciò, è bene sottolineare come, oltre al Realismo e al Fotorealismo, anche la Pop art abbia influenzato l’Iperrealismo, che, infatti, fa sovente riferimento alla cultura industriale. In tale contesto, è stata fondamentale l’indagine artistica del grande maestro Pop, Andy Warhol, che, con le sue immagini fotografiche ricche di dettagli, scoprì come la tecnologia poteva aiutare ad entrare nel particolare, scandagliando l’animo umano e la sua coscienza. Infine, è stato proprio l’esempio tratto da tutte queste correnti a generare le peculiarità dell’Iperrealismo, che, facendo largo uso delle tecniche fotografiche e della meccanica riproduzione della realtà, ha generato visioni illusionistiche del mondo, immortalate con colori aggressivi e inquadrature fortemente concentrate sui soggetti principali.

Chrisart.Aquarelle, Reflections on the counter, 2020. Acquerello su carta, 39 x 29 cm.

David Shepherd, Loose lips sink ships, 2021. Olio su tela, 127 x 107 cm. 

Punti di vista critici

La produzione iperrealista viene spesso considerata con sufficienza perché, simile a fotografie e immagini digitali, sembra non offrire nulla di più che la mera esibizione dell’abilità tecnica dell’artefice. In realtà però, in un mondo in cui alcune opere, che, pur richiedendo poca o nessuna abilità effettiva, vengono lodate come capolavori, ci sembra paradossale definire l’indagine Iperrealista “inutile”. Infatti, per quale motivo non dovremmo celebrare e apprezzare qualcosa che richiede un grande lavoro e una grande abilità? In aggiunta, spesso è stato proprio l’operato degli esponenti del suddetto genere, volto a mettere in discussione la nostra percezione della realtà, a far capitolare proprio gli spettatori, che, nella maggior parte dei casi, rimangono increduli e a bocca aperta di fronte ai risultati incredibili dell'arte Iperrealista. 

Alisa Iamandi, Wet lips, 2019. Olio su tela di lino,  80 x 70 cm.

L’Iperrealismo nell’arte contemporanea

Il genere dell’Iperrealismo è a tutt’oggi molto popolare, proprio come rivela l’operato degli artisti di Artmajeur, che, in qualche occasione, richiama anche i più grandi classici del movimento. Troviamo esempio di quanto detto nell’indagine artistica di Péter Duhaj, Yiğit Dündar e Conse Andechaga, che hanno realizzato dipinti volti a mettere in risalto dettagli vivi e intensi della nostra realtà quotidiana.

Péter Duhaj, Chocolate, 2021. Olio su tela,  120 x 120 cm.

Péter Duhaj: Chocolate

L’operato di Duhaj, artista ungherese contemporaneo, è contraddistinto da una forte attrazione per i colori, le forme, i momenti e le emozioni, che vengono catturati alla perfezione attraverso gli stilemi dell’Iperrealismo. Nel dipinto Chocolate, il suddetto artista ha immortalato l’intenso primo piano di una ragazza, che ha la faccia letteralmente ricoperta di cioccolato sgocciolante. Tale soggetto, ad alto tasso di erotismo, presenta indiscusse affinità con la Serie liquida, realizzata dal celebre Iperrealista contemporaneo Mike Dargas. È importante evidenziare tale analogia, poiché l’idea di Dargas, artista tedesco divenuto celebre grazie ai social, ha riscosso un discreto successo anche all’interno del mondo delle celebrità, tanto che, una vasta clientela, tra cui Boris Becker, Domenico Dolce e Stefano Gabbana, ha acquistato i suoi pezzi per prezzi che vanno dalle 25.000 alle 30.000 sterline. Pertanto, la suddetta tematica, riproposta con grande abilità e originalità dall’artista di Artmajeur, si inserisce a pieno diritto nei trend dell’arte contemporanea.

Yiğit Dündar, il mondo è tale, perché siamo tali, 2016. Olio su tela, 160 x 140 cm.

Yiğit Dündar: il mondo è tale, perché siamo tali 

Il dipinto iperrealista di Dündar studia, in molteplici modelli e posizioni, il corpo femminile avvolto da un velo. Tale soggetto, nonostante presenti una grande originalità di trattazione, può essere paragonato a quello indagato dal noto iperrealista inglese, Robin Eley, che ha fatto dei corpi coperti di plastica trasparente uno dei suoi più autentici “marchi di fabbrica”. L’intento di Eley, che passa generalmente circa cinque settimane sulla realizzazione di un solo dipinto, è quello di rendere, attraverso la pittura di corpi avvolti, la percezione dell'isolamento nel mondo moderno. Di conseguenza, possiamo pensare che anche Dündar voglia trasmettere un messaggio analogo? Probabilmente si, in quanto il titolo del dipinto, ovvero il mondo è tale, perché siamo tali, rimanda ad un illimitato numero di spunti di riflessione, a proposito della natura e della condotta umana.

Conse Andechaga, Inside, 2020. Acrilico su tela, 146 x 114 cm.

Conse Andechaga: Inside 

Il dipinto di Andechaga, intitolato Inside, fa chiaro riferimento al mondo del benessere e della cura personale, tematiche molto in voga nella nostra contemporaneità. In realtà però, il messaggio lanciato dall’artista si rivela essere anche più profondo, poiché egli stesso spiega che l’opera, facente parte della collezione Inner City, allude alle “maschere” con cui ci “mostriamo” in società. Di conseguenza, l’intento di Inside diviene quello di promuovere l’importanza della bellezza interiore, che dovrebbe inesorabilmente sovrastare, o per lo meno accompagnare, quella esteriore. In modo analogo, nel mondo dell’arte contemporanea, il popolare e giovane artista Ucraino, Sergey Piskunov, ha immortalato donne intente nella loro routine di bellezza, rendendo questo topico molto ricercato.

 

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