Riflessi in Burcina Pittura da Giovanni Boggio

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Venduto da Giovanni Boggio

  • Opera d'arte originale Pittura,
  • Dimensioni Altezza 15,8in, Larghezza 23,6in
  • Categorie Figurativo
Olio su tela A proposito di quest'opera: Classificazione, tecniche & Stili Figurativo La pittura figurativa e colorata si è presa la libertà di includere[...]
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Giovanni Boggio è nato a Biella il 1/7/1952. Nel millenovecentoottantotto conosce il pittore biellese Flavio Ferrari, ne frequenta lo studio e incomincia il suo percorso pittorico, partecipando[...]

Giovanni Boggio è nato a Biella il 1/7/1952.

Nel millenovecentoottantotto conosce il pittore biellese Flavio Ferrari, ne frequenta lo studio e incomincia il suo percorso pittorico, partecipando a numerose collettive.
Da sempre attratto dalle manifestazioni della natura,creatrice di infiniti contrasti di luce e colori,
si ispira inizialmente ai grandi maestri dell’impressionismo e del post impressionismo,
da questi ultimi trae la tecnica del “Pointillisme” , dove il colore è scomposto in una serie di piccoli punti separati e staccati l’uno dall’altro al fine di esaltare la luce e l’ombra.
Alla continua ricerca della resa cromatica,ormai stilisticamente maturo,perviene ad una tecnica del tutto personale.
Sfruttando le rugosità della tavola opportunamente trattata ottiene effetti contrastanti di luce ed ombra , rendendo le sue opere piacevoli ed originali.



Nella vicenda artistica di Giovanni Boggio, dopo una serie di esperienze in diverse tecniche espressive ed alcune rapide incursioni nella personale sperimentazione, è giunta,con la maturità pittorica, la fase del “Puntinismo”. Sarà il desiderio di affrancarsi dalla tirannia della “impressione”?O la tentazione di avvicinare esperienze professionali quotidiane alla espressione artistica per un “metodo scientifico”?Sarà la conoscenza dei lavori di Chevreul o di Charles Henry o piuttosto l’attrazione per giochi di luce “con pigmenti puri in piccolissimi puntini”?L’effetto è comunque avvincente.Le tinte,ora brillanti ora cupe, e le linee quasi invisibili, sembrano voler marcare delle partizioni sia nel mondo del quadro sia nell’ animo dell’ artista in aree dove sentimenti,colori,luce e buio abbiano di volta in volta una netta dominanza.Cosicché le immagini suggeriscono,di volta in volta la gioia,la leggerezza,o l’incertezza senza straniamento;ora il voler fuggire il “senso del quotidiano”,ora,al contrario,la ricerca di esso,in un solido ancoraggio a quella realtà di montagne biellesi che tanta parte hanno nella vita e nel percorso culturale dell’autore.L’opera puntinista di Boggio sembra aver colto con successo l’essenziale del principio caro al matematico Charles Henry: “l’espressività dei colori deve essere in armonia con le forme” dell’ opera.Così i blu intensi accentuano il contrasto e la luminosità dei chiari.Così i rossi e gli arancione,considerati dinamogeni compensano gli effetti delle ombre e dei colori “inibitori”.Ma una lettura solo tecnica delle tele di Giovanni Boggio non rende giustizia al contenuto di comunicazione e di suggestione delle sue opere.Meglio allora lasciarsi andare ai giochi delle vibrazioni e delle ondulazioni della luce,lasciarsi andare alle sensazioni che dalla tela sembrano volerti colpire,in una parola lasciarsi andare alla “impressione”.
Ing. Paolo Lepora

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