Artekaos
Il mondo che agita l’immaginario artistico di Alessandro Rinaldi assomiglia all’antica macchina di proiezione filmica dei fratelli Lumière. Ogni giro di manovella i fotogrammi si assemblano e danno corpo al ritmo ed al movimento delle immagini.
E questo susseguirsi di realtà alterate, deviate, allucinate, scomposte, danno il via ad una nuova avventura che diverrà la più potente fabbrica dei sogni mai inventata dall’uomo.
La tecnica dell’aerografia, una scelta maturata dall’artista Rinaldi dal 1991, ci trasporta su campi di sperimentazione e di creatività empiriche, che sembra , riproporci la stessa meraviglia di un “principio” base per nuove scoperte e nuove indagazioni .
L’artista si esprime su oggetti o supporti diversi: caschi, automobili, moto, dischi in vinile, piastrelle, carta, muri intonacati..
Questa varietà di materiali da utilizzare è la bottega-macchina di montaggio che, con magistrale perizia, ri-costruisce i simboli e le verosimiglianze di un’epoca che ha smesso di sognare e vive di trasparenze trasognate o di apparenze che non ingannano.
L’arte di Alessandro Rinaldi ci richiama al movimento minimalista ed a una letteratura degli anni settanta/ottanta, ad una generazione definita eretica come gli esponenti di maggior rilievo Pier Tondelli e Enrico Palandri.
Sono autori di storie vissute e narrate, sono gli autori della ricerca di concretezze e di ricerca di spazi immaginari, di nuovi sogni, di nuove ombre , di scenari utopici per una generazione priva di ambizioni personali.
Anche Alessandro Rinaldi è scrittore di storie vissute, ma usa il senso del frame, la velocità dell’istantanea, la tecnica del montare e smontare il video-clip.
E’ nel video-clip che, in effetti, si nasconde il segreto di un giovane artista che nell’immagine della quotidianità vede la rinuncia, l’assenza, la mancanza di vitalità.
I soggetti sono dunque quelli offerti e prodotti dal mercato di consumo e dall’effimero sentimento di appartenenza ad una modernità agonizzante. La consapevolezza che, ormai, l’uomo non è più pensiero, ma urlo, lacerazione del sé e turbamenti dovuti da un diffuso disordine dei linguaggi verbali ed espressivi, fa girare la “manovella” del nuovo immaginario, dove non vivono sogni di speranza o di natura felliniana, ma vivono, a volte, in modo perverso o trasgressivo, le apparenze o i non-sogni.
Le apparenze prevalgono e sono le allucinazioni, i miraggi di una generazione che destina la propria essenza nella contraddittorietà dei “valori” dell’essere non più riconoscibili, anzi mascherati e dissacrati nei nuovi percorsi artistici.
Alessandro Rinaldi mentre mostra la vacuità del tempo corrente senza nome e distinzione, tende ad idealizzare l’elemento corporeo delle cose, dei volti, delle figure femminili.
Una corporeità che assume connotazioni diverse: dal gioco della corporeità come volume e peso specifico in una visione deturpante, alle linee in rilievo cromatico dei volti e del corpi femminili.
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Scopri opere d'arte contemporanea di Artekaos, naviga tra le opere recenti e acquista online. Categorie: artisti italiani contemporanei. Domini artistici: Pittura. Tipo di account: Artista , iscritto dal 2007 (Paese di origine Italia). Acquista gli ultimi lavori di Artekaos su Artmajeur: Scopri le opere dell'artista contemporaneo Artekaos. Sfoglia le sue opere d'arte, compra le opere originali o le stampe di alta qualità.
Valutazione dell'artista, Biografia, Studio dell'artista:
Fine Art • 11 opere
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Biografia
Il mondo che agita l’immaginario artistico di Alessandro Rinaldi assomiglia all’antica macchina di proiezione filmica dei fratelli Lumière. Ogni giro di manovella i fotogrammi si assemblano e danno corpo al ritmo ed al movimento delle immagini.
E questo susseguirsi di realtà alterate, deviate, allucinate, scomposte, danno il via ad una nuova avventura che diverrà la più potente fabbrica dei sogni mai inventata dall’uomo.
La tecnica dell’aerografia, una scelta maturata dall’artista Rinaldi dal 1991, ci trasporta su campi di sperimentazione e di creatività empiriche, che sembra , riproporci la stessa meraviglia di un “principio” base per nuove scoperte e nuove indagazioni .
L’artista si esprime su oggetti o supporti diversi: caschi, automobili, moto, dischi in vinile, piastrelle, carta, muri intonacati..
Questa varietà di materiali da utilizzare è la bottega-macchina di montaggio che, con magistrale perizia, ri-costruisce i simboli e le verosimiglianze di un’epoca che ha smesso di sognare e vive di trasparenze trasognate o di apparenze che non ingannano.
L’arte di Alessandro Rinaldi ci richiama al movimento minimalista ed a una letteratura degli anni settanta/ottanta, ad una generazione definita eretica come gli esponenti di maggior rilievo Pier Tondelli e Enrico Palandri.
Sono autori di storie vissute e narrate, sono gli autori della ricerca di concretezze e di ricerca di spazi immaginari, di nuovi sogni, di nuove ombre , di scenari utopici per una generazione priva di ambizioni personali.
Anche Alessandro Rinaldi è scrittore di storie vissute, ma usa il senso del frame, la velocità dell’istantanea, la tecnica del montare e smontare il video-clip.
E’ nel video-clip che, in effetti, si nasconde il segreto di un giovane artista che nell’immagine della quotidianità vede la rinuncia, l’assenza, la mancanza di vitalità.
I soggetti sono dunque quelli offerti e prodotti dal mercato di consumo e dall’effimero sentimento di appartenenza ad una modernità agonizzante. La consapevolezza che, ormai, l’uomo non è più pensiero, ma urlo, lacerazione del sé e turbamenti dovuti da un diffuso disordine dei linguaggi verbali ed espressivi, fa girare la “manovella” del nuovo immaginario, dove non vivono sogni di speranza o di natura felliniana, ma vivono, a volte, in modo perverso o trasgressivo, le apparenze o i non-sogni.
Le apparenze prevalgono e sono le allucinazioni, i miraggi di una generazione che destina la propria essenza nella contraddittorietà dei “valori” dell’essere non più riconoscibili, anzi mascherati e dissacrati nei nuovi percorsi artistici.
Alessandro Rinaldi mentre mostra la vacuità del tempo corrente senza nome e distinzione, tende ad idealizzare l’elemento corporeo delle cose, dei volti, delle figure femminili.
Una corporeità che assume connotazioni diverse: dal gioco della corporeità come volume e peso specifico in una visione deturpante, alle linee in rilievo cromatico dei volti e del corpi femminili.
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- Nazionalità: ITALIA
- Data di nascita : 1974
- Domini artistici:
- Gruppi: Artisti Italiani Contemporanei
Influenze
Formazione
Valore dell'artista certificato
Realizzazioni
Attività su Artmajeur
Ultime notizie
Tutte le ultime notizie dall'artista contemporaneo Artekaos
Le apparenze ingannano
Il mondo che agita l’immaginario artistico di Alessandro Rinaldi assomiglia all’antica macchina di proiezione filmica dei fratelli Lumière. Ogni giro di manovella i fotogrammi si assemblano e danno corpo al ritmo ed al movimento delle immagini.
E questo susseguirsi di realtà alterate, deviate, allucinate, scomposte, danno il via ad una nuova avventura che diverrà la più potente fabbrica dei sogni mai inventata dall’uomo.
La tecnica dell’aerografia, una scelta maturata dall’artista Rinaldi dal 1991, ci trasporta su campi di sperimentazione e di creatività empiriche, che sembra , riproporci la stessa meraviglia di un “principio” base per nuove scoperte e nuove indagazioni .
L’artista si esprime su oggetti o supporti diversi: caschi, automobili, moto, dischi in vinile, piastrelle, carta, muri intonacati..
Questa varietà di materiali da utilizzare è la bottega-macchina di montaggio che, con magistrale perizia, ri-costruisce i simboli e le verosimiglianze di un’epoca che ha smesso di sognare e vive di trasparenze trasognate o di apparenze che non ingannano.
L’arte di Alessandro Rinaldi ci richiama al movimento minimalista ed a una letteratura degli anni settanta/ottanta, ad una generazione definita eretica come gli esponenti di maggior rilievo Pier Tondelli e Enrico Palandri.
Sono autori di storie vissute e narrate, sono gli autori della ricerca di concretezze e di ricerca di spazi immaginari, di nuovi sogni, di nuove ombre , di scenari utopici per una generazione priva di ambizioni personali.
Anche Alessandro Rinaldi è scrittore di storie vissute, ma usa il senso del frame, la velocità dell’istantanea, la tecnica del montare e smontare il video-clip.
E’ nel video-clip che, in effetti, si nasconde il segreto di un giovane artista che nell’immagine della quotidianità vede la rinuncia, l’assenza, la mancanza di vitalità.
I soggetti sono dunque quelli offerti e prodotti dal mercato di consumo e dall’effimero sentimento di appartenenza ad una modernità agonizzante. La consapevolezza che, ormai, l’uomo non è più pensiero, ma urlo, lacerazione del sé e turbamenti dovuti da un diffuso disordine dei linguaggi verbali ed espressivi, fa girare la “manovella” del nuovo immaginario, dove non vivono sogni di speranza o di natura felliniana, ma vivono, a volte, in modo perverso o trasgressivo, le apparenze o i non-sogni.
Le apparenze prevalgono e sono le allucinazioni, i miraggi di una generazione che destina la propria essenza nella contraddittorietà dei “valori” dell’essere non più riconoscibili, anzi mascherati e dissacrati nei nuovi percorsi artistici.
Alessandro Rinaldi mentre mostra la vacuità del tempo corrente senza nome e distinzione, tende ad idealizzare l’elemento corporeo delle cose, dei volti, delle figure femminili.
Una corporeità che assume connotazioni diverse: dal gioco della corporeità come volume e peso specifico in una visione deturpante, alle linee in rilievo cromatico dei volti e del corpi femminili.
Se l’arte è una forma speciale di espressione e di comunicazione, nell’opera di Alessandro Rinaldi, l’arte diviene soprattutto testimonianza di un epoca, esprime tutto il disagio della fragilità con cui si vuole, ancora, dare un senso alla continuità della vita come un divenire di un destino non desiderato.
Siamo di fronte ad immagini che non ci consentono indagini psicologiche o animistiche trattazioni, ma fruiamo di immagini “réportage” che pervadono la nostra sensibilità ed il nostro quotidiano immaginario: sono le sequenze delle “apparenze” , distintivi ingannevoli della nostra biografia.
Prof. Franchino Falsetti, Critico d’arte
Galleria d'Arte 18
- Copyright by -
Alessandro Rinaldi
-2005 : tratto dalla rivista "Art Jurnal",Novembre 2005
"...Ma una cosa che distingue il lavoro di Rinaldi quando dipinge sulle auto da corsa e sulle motociclette, poichè non replica i modelli del gusto Underground e delle sue contaminazioni Rock e Metal, ma li interpreta. Il fine del suo lavoro è realizzare un'integrazione della pittura con la superficie"... ... ..."per creare un'opera d'Arte, che potrà viaggiare, portare per le strade un'immagine di bellezza e di carattere.
E' un modo per nulla scontato di far uscire l'arte dagli schemi dell'opera bidimensionale e farla entrare direttamente nelle strade della vita, accompagnando chi la possiede nei suoi spostamenti."... ... ... "Nella serie di lavori su carta, si ritrova la stessa contaminazione tra una pittura di segno astratto, che pone attenzione alla rapidità del gesto, alla gamma cromatica, ai contrasti della superficie e parti realizzate ad aerografo con caratteristiche di tridimensionalità.
Con questo mix di segni dinamici accesi da colori metallizzati e dettagli iconografici, si realizza il viaggio più intimo dell'artista nelle sue tematiche, un mondo che spazia dalla bellezza delle riviste patinate, alle icone del cinema e al fumetto ed alcune sue creature immaginarie tra il sexy e il fantasy."
-Daniela Bellotti-
- Copyright by -
Concorso Internazionale di Pittura
Concorso Internazionale di Pittura "Le Caravella d'oro", Bologna 2004.
1° classificato,tecnica mista.
Articolo
Aerografica 4
Aerografica 4, Firenze.
2005
Biennale Arte Contemporanea "Leonardo da Vinci"
Biennale Arte Contemporanea "Leonardo da Vinci", Olbia 2006.
Vincitore Premio della Critica.
Mixed Media
L' Artista utilizza una tecnica mista, materiali tradizionali e l'Aerografo; strumento moderno e versatilissimo.