Fulvio Martini
Scopri opere d'arte contemporanea di Fulvio Martini, naviga tra le opere recenti e acquista online. Categorie: artisti italiani contemporanei (nato a 1956). Domini artistici: Pittura. Tipo di account: Artista , iscritto dal 2007 (Paese di origine Italia). Acquista gli ultimi lavori di Fulvio Martini su Artmajeur: Scopri le opere dell'artista contemporaneo Fulvio Martini. Sfoglia le sue opere d'arte, compra le opere originali o le stampe di alta qualità.
Valutazione dell'artista, Biografia, Studio dell'artista:
RECUPERATI • 44 opere
Guarda tuttoOpere il più delle volte neglette e non comprese che quindi un po' alla volta sto recuperando dai luoghi ove erano finite.
E' come ritrovare dei vecchi amici......
zombitudine varia • 64 opere
Guarda tuttoLA COPPIA • 14 opere
Guarda tuttoPALLE • 24 opere
Guarda tuttoLADRI D'ARIA • 50 opere
Guarda tuttoBocche voraci da predatore, sempre aperte per rubare aria, unica attività che giustifica l’esistenza degli uomini d’oggi.
Morti viventi dunque, consumatori malati, zombie alla frenetica ricerca della soddisfazione di nuovi e continui desideri, e pertanto perennemente infelici perché i desideri da soddisfare non finiranno mai, men che meno in questa società e in questi tempi, ove i desideri vengono continuamente rinnovati ed imposti con la pubblicità…….
Simulacri vuoti, senza espressione, senza emozioni, orribili ancorché siliconati,profumati, griffati,depilati, automuniti, assicurati…..
Opere vendute • 114 opere
Riconoscimento
Biografia
-
Nazionalità:
ITALIA (Artisti Italiani Contemporanei)
- Data di nascita : 1956
- Domini artistici: Pittura
Influenze
Formazione
Valore dell'artista certificato
Realizzazioni
Attività su Artmajeur
Ultime notizie
Tutte le ultime notizie dall'artista contemporaneo Fulvio Martini
Comunicato stampa
Sabato 15 Gennaio presso DegliZingary Gallery, Via degli Zingari 52, Roma, inaugura
Gratta e vinci sull'invidia e sull'odio, la mostra di Fulvio Martini e Luca Palazzi.
Silvano Bruscella, Fulvio Martini, Alessandro Scapinelli, Luca Pedrelli, 4 artisti Innaturalisti
insieme per un grande lavoro a 4 mani di 5,10 x 3 metri:
Pittura geneticamente modificata: una storia O.G.M.
Comunicato stampa
Pittura geneticamente modificata
(una storia OGM)
Il 20 maggio, a un anno di distanza dalla prima collettiva, il Movimento Innaturalista inaugura una nuova mostra, sempre a Milano nello spazio Isarte di corso Garibaldi, 2.
E’ una mostra molto diversa dalla prima, ma anche da quelle che si vedono in giro. Viene esposta una sola grande tela dipinta a quattro mani, assieme agli studi e agli schizzi elaborati per realizzarla. La tela non è in vendita, anche questa volta lo scopo della mostra non è commerciale.
Il dipinto (che mentre scriviamo è ancora in fase di realizzazione) misura cinque metri e dieci per tre ed è dedicato al tema degli OGM, gli organismi geneticamente modificati che stanno invadendo il pianeta. Gli autori sono quattro artisti innaturalisti: Silvano Bruscella, Fulvio Martini, Luca Pedrelli (Skawalker) e Alessandro Scapinelli.
Il grande dipinto racconta i possibili scenari - non propriamente felici - di un mondo dominato dagli OGM. Per quanto ne sappiamo è la prima volta che degli artisti affrontano questo tema di grande attualità ed è la prima volta che in una galleria d’arte contemporanea viene presentato un quadro a più mani di tali dimensioni.
In occasione della mostra sarà disponibile il libro di Fulvio Martini e Francesco Porzio Il pianeta del nulla, Edizioni Terra di Mezzo, una novità editoriale attinente al tema trattato.
Si può visitare la galleria durante la realizzazione dell’opera telefonando al numero 02 8057628.
SECONDA COLLETTIVA INNATURALISTA: Pittura geneticamente modificata (Una storia O.G.M.)
Galleria Isarte Corso Garibaldi 2
La seconda Collettiva Innaturalista presenta
Pittura geneticamente modificata
(una storia OGM)
Il 20 maggio, a un anno di distanza dalla prima collettiva, il Movimento Innaturalista inaugura una nuova mostra, sempre a Milano nello spazio Isarte di corso Garibaldi, 2.
E’ una mostra molto diversa dalla prima, ma anche da quelle che si vedono in giro. Viene esposta una sola grande tela dipinta a quattro mani, assieme agli studi e agli schizzi elaborati per realizzarla. La tela non è in vendita, anche questa volta lo scopo della mostra non è commerciale.
Il dipinto (che mentre scriviamo è ancora in fase di realizzazione) misura cinque metri e dieci per tre ed è dedicato al tema degli OGM, gli organismi geneticamente modificati che stanno invadendo il pianeta. Gli autori sono quattro artisti innaturalisti: Silvano Bruscella, Fulvio Martini, Luca Pedrelli (Skawalker) e Alessandro Scapinelli.
Il grande dipinto racconta i possibili scenari - non propriamente felici - di un mondo dominato dagli OGM. Per quanto ne sappiamo è la prima volta che degli artisti affrontano questo tema di grande attualità ed è la prima volta che in una galleria d’arte contemporanea viene presentato un quadro a più mani di tali dimensioni.
In occasione della mostra sarà disponibile il libro di Fulvio Martini e Francesco Porzio Il pianeta del nulla, Edizioni Terra di Mezzo, una novità editoriale attinente al tema trattato.
Si può visitare la galleria durante la realizzazione dell’opera telefonando al numero 02 8057628.
ENSAMBLE
Casa d'Arte Via dei Mercati 15
Dal 16 dicembre 2009 presso la Casa d’Arte Viadeimercati a Vercelli sarà visitabile la consueta Collettiva di Natale. Quest’anno si intitola “Ensemble” e propone pezzi unici dei più interessanti Artisti del panorama nazionale. Accanto a Valerio Berruti, Marco Lodola e Davide Nido (tutti invitati al Padiglione Italia della recente Biennale di Venezia) sarà possibile trovare lavori dei giovani della Nuova Figurazione come quelli del biellese Coda Zabetta, ormai “milanese” di adozione e costantemente presente in importanti gallerie di Firenze, Berlino, Londra e Singapore o di Roberta Savelli con i suoi oli su garza, di Alessandro Bellucco con le sue maschere umane, di Dany Vescovi e i suoi fiori trasgenetici. Ci saranno, inoltre, i chromocosmi di Daniele Girardi, le magiche suggestioni di Leonardo Greco, il mondo adolescenziale di Elisabetta Vignato, tutti Artisti affermati in campo nazionale e seguiti da importanti gallerie di riferimento.
Come importanti e affermati sono Francesco De Molfetta ironico e geniale, il provocatore surrealista Massimo Gurnari, Francesco Di Lernia con la sua pittura intimista, Marco Anello istrionico designer, Mario Loprete con la sua affascinante cultura hip-hop, Michela Pomaro e le sue notti senza fine, Camillo Francia con il suo lirismo informale, Luca Giovagnoli con il suo lirismo fiabesco, Diego Scursatone con i percorsi funzionalisti e anche 2 giovani ma già riconosciuti scultori:Paola Ravasio e Marcello Corra. Accanto a queste opere saranno visibili lavori di altri Artisti particolarmente legati alla Casa d’Arte: Filippo Biagioli, ormai costantemente presente in aste nazionali, il realista Fausto Fabiano, Fulvio Martini e la sua feroce satira, Massimo Salvadori il più rappresentativo tra gli optical… insomma una Collettiva prestigiosa con nomi prestigiosi e con opere uniche prestigiose!
Naturalmente sarà possibile visionare anche pezzi unici e grafiche degli altri Artisti che la Casa d’Arte abitualmente tratta: Mimmo Rotella con i decollages, Aldo Mondino con le babouches e gli oli su linoleum, Ajmone con i suoi nudi diafani, Araki e le sue eroticamente cupe polaroid, le figure crude e urlanti di Enrico Colombotto Rosso, i rilassanti green di Daniele Fissore, le nature vive di un Maestro dell’iperrealismo come Gerico, i Tappeti-Natura, coloratissimi poliuretani di Pietro Gilardi, i movimenti di un direttore d’orchestra riportati su carta o su rame da Riccardo Licata, il mondo delle favole di Emanuele Luzzati, le nebbie di Giuseppe Scaiola e ancora il poliedrico Ugo Nespolo e Morlotti e Ajmone e Carmi e Musante e Mastroianni e tanti altri ancora per chiudere con quel grande Poeta dell’immagine che ci ha recentemente lasciati: Ernesto Treccani.
Comunicato stampa
dal 16 Dicembre 2009
Collettiva presso la galleria Casa d'Arte, Via dei Mercati 15, Vercelli.
Dal 16 dicembre 2009 presso la Casa d’Arte Viadeimercati a Vercelli sarà visitabile la consueta Collettiva di Natale. Quest’anno si intitola “Ensemble” e propone pezzi unici dei più interessanti Artisti del panorama nazionale. Accanto a Valerio Berruti, Marco Lodola e Davide Nido (tutti invitati al Padiglione Italia della recente Biennale di Venezia) sarà possibile trovare lavori dei giovani della Nuova Figurazione come quelli del biellese Coda Zabetta, ormai “milanese” di adozione e costantemente presente in importanti gallerie di Firenze, Berlino, Londra e Singapore o di Roberta Savelli con i suoi oli su garza, di Alessandro Bellucco con le sue maschere umane, di Dany Vescovi e i suoi fiori trasgenetici. Ci saranno, inoltre, i chromocosmi di Daniele Girardi, le magiche suggestioni di Leonardo Greco, il mondo adolescenziale di Elisabetta Vignato, tutti Artisti affermati in campo nazionale e seguiti da importanti gallerie di riferimento.
Come importanti e affermati sono Francesco De Molfetta ironico e geniale, il provocatore surrealista Massimo Gurnari, Francesco Di Lernia con la sua pittura intimista, Marco Anello istrionico designer, Mario Loprete con la sua affascinante cultura hip-hop, Michela Pomaro e le sue notti senza fine, Camillo Francia con il suo lirismo informale, Luca Giovagnoli con il suo lirismo fiabesco, Diego Scursatone con i percorsi funzionalisti e anche 2 giovani ma già riconosciuti scultori:Paola Ravasio e Marcello Corra. Accanto a queste opere saranno visibili lavori di altri Artisti particolarmente legati alla Casa d’Arte: Filippo Biagioli, ormai costantemente presente in aste nazionali, il realista Fausto Fabiano, Fulvio Martini e la sua feroce satira, Massimo Salvadori il più rappresentativo tra gli optical… insomma una Collettiva prestigiosa con nomi prestigiosi e con opere uniche prestigiose!
Naturalmente sarà possibile visionare anche pezzi unici e grafiche degli altri Artisti che la Casa d’Arte abitualmente tratta: Mimmo Rotella con i decollages, Aldo Mondino con le babouches e gli oli su linoleum, Ajmone con i suoi nudi diafani, Araki e le sue eroticamente cupe polaroid, le figure crude e urlanti di Enrico Colombotto Rosso, i rilassanti green di Daniele Fissore, le nature vive di un Maestro dell’iperrealismo come Gerico, i Tappeti-Natura, coloratissimi poliuretani di Pietro Gilardi, i movimenti di un direttore d’orchestra riportati su carta o su rame da Riccardo Licata, il mondo delle favole di Emanuele Luzzati, le nebbie di Giuseppe Scaiola e ancora il poliedrico Ugo Nespolo e Morlotti e Ajmone e Carmi e Musante e Mastroianni e tanti altri ancora per chiudere con quel grande Poeta dell’immagine che ci ha recentemente lasciati: Ernesto Treccani.
Quel che chiamano cultura
oggi è solo spazzatura,
una pressa efficiente
per schiacciar tutta la ggente
e ottener un sol pensiero
che confonda falso con vero.
.
Dentro alla televisione
è gigante ogni coglione
dai giornal son vomitati
sol commenti prezzolati
e valori inesistenti
son spacciati ai deficienti
mentre eroi di cartone
corron dietro ad un pallone.
La cultura sta distante
dal cervel non funzionante
e non ha tutti li torti
a scansar gl’omìni morti.
DIPINTO APPESO IN PIAZZA PASQUINO A ROMA
Quando la brava gente si riposa
venni a queste antiche lise mura
per dire con un foglio c'ho illustrato
d'ogni color la gente c'hai votato,
fintanto che la festa a lor gli dura,
farà sua proprietà pubblica cosa!
DIPINTO APPESO IN PIAZZA PASQUINO A ROMA.
Comunicato stampa
MOSTRA PERSONALE AD IMPERIA DAL 19 SETTEMBRE AL 3 OTTOBRE 2009.
GALLERIA CASA D'ARTE PIAZZA MARESCA 9.
Il MOVIMENTO INNATURALISTA nasce a Milano il primo gennaio 2009 attorno al manifesto omonimo
pubblicato sul sito http:/www.innaturalismo.com/
Il MOVIMENTO INNATURALISTA muove dal rifiuto dell'attuale sistema artistico ed esprime un
giudizio fortemente negativo nei confronti dell'arte dell'ultimo mezzo secolo. Gli Innaturalisti
ritengono che tranne poche eccezioni, dopo la fine delle avanguardie, l'arte si sia ridotta a
un'accademia modernistica fatta da professionisti guidati dall'interesse economico.
Il Movimento Innaturalista si rifà allo spirito originario delle avanguardie: disprezzo totale
nei confronti dell'arte e della critica mercificata, avventura libera della creazione,
responsabilità morale dell'artista, sincerità assoluta dell'espressione.
Il MOVIMENTO INNATURALISTA non è l'ennesima astuzia per lanciare un prodotto artistico
sfruttando l'attuale crisi del mercato e quella economica e morale del Paese. Una volta tanto gli
artisti innaturalisti non hanno secondi fini. Essi sono mossi soltanto da finalità artistiche e appunto
in questo risiede la loro straordinaria novità nel panorama attuale.
L'Arte Innaturalista muove dalla presa d'atto del totale snaturamento della condizione umana.
Essa registra il nulla irreversibile in cui, dietro un'apparente felicità alla portata di tutti, è scivolata
l'attuale società. Le opere Innaturaliste si fanno specchio di questo snaturamento e di questa
nullità ormai planetaria, riflettendone i multiformi aspetti talvolta con ironia, sempre senza retorica
e inutili commiserazioni.
Il MOVIMENTO INNATURALISTA non propone né uno stile né un modello unitario: ritiene superato
questo aspetto delle avanguardie.
Il MOVIMENTO INNATURALISTA nasce come gruppo aperto. Lo scopo della mostra è far
conoscere le opere degli artisti e le idee che le sorreggono anche per allargare e far crescere il
Movimento.
In questa prima collettiva vengono esposte le opere di sette pittori Innaturalisti: Silvano
BRUSCELLA, Alfio CATANIA, Fulvio MARTINI, Jimmy RIVOLTELLA, Luca PALAZZI,
Alessandro SCAPINELLI, SKAWALKER.
DIETRO LA MASCHERA
Piazza Maresca 9
Fulvio Martini l'Eretico
di Raffaele Bozzi
In antico eresia era l'idea nuova,un inno alla creatività ed alla fantasia dell'uomo per il progresso della specie. Ma ben presto il potere usò la politica e la religione e con esse le leggi,le regole e le norme ed eresia fu ogni tentativo di mettere in discussione quanto stabilito per mantenere tutto e chiunque sotto controllo. Contro l'eresia fu usato il rogo, la forca, il carcere: rimedi costosi e spesso impopolari. In alternativa il potere escogitò altri strumenti:la MODA, il MITO, il RITO...il sangue cessò di scorrere, fu bandita la tortura fisica,perirono le idee e le eresie.
Se Diogene, accendendo la fiammella della sua lanterna, recitava pateticamente "cerco l'uomo", la Società odierna, spengendo ogni luce, grida ai quattro venti "cancello l'uomo" con le sue caratteristiche, le sue diversità, la sua ricchezza "eretica" capace di creare e lasciare un'impronta di progresso umano nei suoi simili. Anticamente nei teatri greci o latini, l'uomo con la maschera parlava per il potere politico e religioso ed indicava la strada maestra da seguire. Finalmente nel teatro e nella vita, dopo secoli di lotte, l'uomo riuscì a togliersi la maschera, scoprì che lui stesso, in prima persona, poteva interpretare le leggi e le norme e con il suo IO poteva pronunciare e proporre la sua "eresia". Oggi l'uomo è stato convinto a portare di nuovo la maschera per un potere che non è più democratico o politico e neppure religioso ma esclusivamente economico-tecnologico, un potere che non è più di un popolo o di una singola tribù ma che rende schiavo tutto l'universo. La maschera rende globali gli esseri umani, uno simile all'altro, zombi viventi in un mondo che ha dimenticato la natura, fra popoli che non amano più la vita ed hanno abolito "l'eroismo del vivere".
I quadri di Fulvio non sono affatto "eretici", rappresentano il quotidiano e la norma. I personaggi che li popolano riempiono la loro mente vuota con bolle piene di "aria",si nutrono del "nulla" barattando il reale con il virtuale. Leggiadre fanciulle ed attempate matrone si tatuano sulla fronte il marchio dell'omologazione sfoggiando vesti, calzature borsette e gioie a cui una firma abbia dato "nobilitade"; potenti in nome della politica o di una religione violentano non solo la tua libertà ma anche il tuo corpo ;le carceri non hanno chiavi ma neanche vie di uscita ed in queste l'uomo deve consumare la sua condanna di vivere in isolamento; ogni uomo è condannato a produrre ogni giorno la sua dose di maleodorante sterco che ucciderà il pianeta e esso stesso si trasformerà presto in scarafaggio "stercoraro". Ognuno partecipa quotidianamente alla saga e non trova il coraggio di dire no, di tirarsi indietro ricercando se stesso,la propria creatività, fantasia ,libertà e gioia di esistere.In questo mondo dall'eterno Carnevale dove è più importante "videri quam esse" la maschera è d'obbligo ogni giorno. Questo è normale, rientra nelle regole e nel programma di sviluppo che l'uomo si è dato e persegue e quindi non è ERESIA, l'unico eretico è Fulvio novello Berenger. ***
L'umorismo di Fulvio non svela solo il senso comico della vita, ma anche il suo senso intimamente tragico nel significato di insolubile,inevitabile. Con le sue pitture, Fulvio dice la verità nel paradosso.Riesce a comunicare la divergenza fra il reale e l'ideale, gioca il possibile e l'impossibile nel fatto e nella norma, genera associazioni di idee, immagini e situazioni lontane; dal loro attrito nasce il comico che, talvolta, può indurre alla consapevolezza ed alla reazione.
E, d'altra parte, come aveva evidenziato Leonardo Sciascia in una intervista, l'eresia è di per sé una grande e bella cosa.Colui che difende la propria eresia è sempre un uomo che tiene alta la dignità dell'UOMO. Bisogna essere eretici, rischiare sempre di essere eretici, altrimenti è proprio finita. C'è sempre nel potere che si costituisce in fanatismo o che con blandizie ti convince a rinunciare alla tua singolarità ed ai tuoi diritti esistenziali, questa paura dell'eresia.
Allora ogni uomo, ognuno di noi, per essere libero, per essere fedele alla propria dignità deve essere ERETICO.
*** Ionesco "Rinoceronte" 1958
In uno sperduto villaggio, che per comodità chiameremo "OVUNQUE", un bel giorno si sentì rimbombare il selciato sotto gli zoccoli di centinaia di RINOCERONTI. Erano scomparsi tutti gli abitanti, si erano trasformati in pachidermi. Solo due abitanti erano rimasti con sembianze umane: la dolce Daisy ed il fiero Berenger: un solo uomo ed una sola donna, tuttavia unica speranza che la vita umana potesse continuare. Ma Daisy viene assalita dalla malinconia e sogna e desidera diventare anch'essa RINOCERONTE. Viene accontentata e Berenger rimane solo ed unico uomo, SENZA FUTURO, SENZA SPERANZA.
Anche Berenger è un "Eroe Eretico".
Comunicato stampa
Galleria Isarte
Corso Garibaldi 2 MILANO
dal 29 Maggio al 13 Giugno 2009
INAUGURAZIONE GIOVEDI 28 MAGGIO ORE 18
Il MOVIMENTO INNATURALISTA nasce a Milano il primo gennaio 2009 attorno al manifesto omonimo.
Il MOVIMENTO INNATURALISTA muove dal rifiuto dell'attuale sistema artistico ed esprime un
giudizio fortemente negativo nei confronti dell'arte dell'ultimo mezzo secolo. Gli Innaturalisti
ritengono che tranne poche eccezioni, dopo la fine delle avanguardie, l'arte si sia ridotta a
un'accademia modernistica fatta da professionisti guidati dall'interesse economico.
Il Movimento Innaturalista si rifà allo spirito originario delle avanguardie: disprezzo totale
nei confronti dell'arte e della critica mercificata, avventura libera della creazione,
responsabilità morale dell'artista, sincerità assoluta dell'espressione.
Il MOVIMENTO INNATURALISTA non è l'ennesima astuzia per lanciare un prodotto artistico
sfruttando l'attuale crisi del mercato e quella economica e morale del Paese. Una volta tanto gli
artisti innaturalisti non hanno secondi fini. Essi sono mossi soltanto da finalità artistiche e appunto
in questo risiede la loro straordinaria novità nel panorama attuale.
L'Arte Innaturalista muove dalla presa d'atto del totale snaturamento della condizione umana.
Essa registra il nulla irreversibile in cui, dietro un'apparente felicità alla portata di tutti, è scivolata
l'attuale società. Le opere Innaturaliste si fanno specchio di questo snaturamento e di questa
nullità ormai planetaria, riflettendone i multiformi aspetti talvolta con ironia, sempre senza retorica
e inutili commiserazioni.
Il MOVIMENTO INNATURALISTA non propone né uno stile né un modello unitario: ritiene superato
questo aspetto delle avanguardie.
Il MOVIMENTO INNATURALISTA nasce come gruppo aperto. Lo scopo della mostra è far
conoscere le opere degli artisti e le idee che le sorreggono anche per allargare e far crescere il
Movimento.
In questa prima collettiva vengono esposte le opere di sette pittori Innaturalisti: Silvano
BRUSCELLA, Alfio CATANIA, Fulvio MARTINI, Jimmy RIVOLTELLA, Luca PALAZZI,
Alessandro SCAPINELLI, SKAWALKER.
PRIMA COLLETTIVA INNATURALISTA
La mostra, autofinanziata dai componenti e dai sostenitori del Movimento,
resterà aperta fino al 13 giugno.
Per raccogliere fondi a favore del nuovo Movimento artistico saranno offerte al
pubblico alcune opere innaturaliste poste in vendita tramite un'asta a offerta
scritta, che verrà chiusa alla fine dell'esposizione.
Le foto e il filmato della personale alla galleria Casa d'Arte di Vercelli. 27 Settembre - 12 Ottobre 2008
Comunicato stampa
Cronache di un inquinamento…
14 FEBBRAIO-14 MARZO 2009
Fonderia delle Arti
Via Assisi, 31
00181 ROMA
Vernissage: sabato 14 febbraio 2009 ore 17.30 (Cocktail)
Orario di apertura - lunedì - venerdì - 10.00 - 20.00 - Sabato 10.00 -15.00
Ingresso: Libero
A cura: Antonietta Campilongo
Progetto di N E W O R L D ART
Idee e progetti per un mondo sostenibile
Presentazione: Pier Maurizio Greco
Living in a still life è una collettiva d’arte contemporanea, a cura di Antonietta Campilongo, allestita nei locali della Fonderia delle Arti di Roma. Nell’accezione comune, still life è sinonimo di natura morta e viene comunemente usato in pittura o in fotografia per indicare la rappresentazione artistica di un oggetto statico. Ma nel tema scelto, ovviamente, non c’è solo questo. C’è un doppio binario e una doppia velocità. Da un lato la riflessione sul tempo che scorre, con le inevitabili trasformazioni, le tracce indelebili che lascia su corpi ed oggetti e il continuo desiderio di fermarlo, di vincerlo. Dall’altro, la sensazione di vivere in uno spazio sofferto, in un ambiente naturale che va in panne, che respira a fatica e si blocca, scivolando in una pericolosa “retromarcia”. E la conseguente strenua difesa per la sopravvivenza.
Il tema dell’inarrestabile fuga del tempo e delle inevitabili “conseguenze” è presente nell’arte ab antiquo. Significativo, al riguardo, il mosaico pitagorico del cranio e della farfalla rinvenuto a Pompei. E le “danze macabre” medievali, con girotondi di scheletri, o i dipinti della serie “Tre vivi e tre morti”, in cui giovani cavalieri incontrano tre cadaveri “viventi” che li ammoniscono circa il loro futuro destino. Straordinario e visionario il San Gerolamo di Dürer, circondato dai simboli del sapere, ma con l’indice puntato su un cranio, termine ultimo di ogni percorso umano. In seguito, sul finire del ‘500, compare in Europa il genere della natura morta, spesso legata ai temi della vanitas e della caducità.
Non più rappresentazione a margine della figura umana ma soggetto protagonista di un nuovo modo di intendere l’arte e in grado di veicolare con sapienza simboli e allegorie. Caravaggio sosteneva che “vi è tanta manifattura nel fare un quadro di fiori come nel farne uno di figure”, e lo dimostra benissimo nella sua canestra di frutta, dove allo straordinario realismo fotografico si accompagna un’intensa riflessione sulla transitorietà della vita. Da qui in avanti la natura morta ha sempre esercitato un’attrazione ambigua. Da un lato il fascino e la ricercatezza di immagini vivide e realistiche, dall’altro una forma di sensualità torbida e inquieta in cui serpeggia il monito-messaggio. Anche un teschio tempestato di diamanti ci ricorda con “evidenza” che, in fondo in fondo, sotto la ricchezza sfavillante c’è sempre una fine certa.
E la natura intorno? Questo è il secondo punto. E’ più viva o più morta? Di sicuro non gode di ottima salute. L’alterazione dell’ambiente è evidente, con conseguenze diffuse a molteplici livelli: inquinamento dell'aria, acqua, suolo, chimico, acustico, elettromagnetico, luminoso, termico, genetico, nucleare…
A prescindere dalle percentuali, è necessaria una netta inversione di marcia, governi e lobbies economiche permettendo. L’arte talvolta fa finta di non vedere, volgendosi alla ricerca del sensazionale o scendendo nelle viscere del vizio. Tra le sue infinite potenzialità, c’è ancora la forza di gridare che qualcosa non va, e risvegliare coscienze ed energie. A volte ci riesce come può, con i suoi mezzi, e rappresenta una salvezza.
Living in a still life è un reportage; in bilico tra il potere salvifico dell’arte, l’inevitabile fuga del tempo e il tentativo di superarlo.
Pier Maurizio Greco
LADRI D'ARIA personale di Fulvio Martini
CASA D'ARTE Via Dei Mercati 15
Martini, ma che artista sei?
di Francesco Porzio
L’arte non dorme nei letti che sono stati preparati per lei, fugge appena si pronuncia il suo nome, ama l’incognito. I suoi momenti migliori sono quando si dimentica come si chiama. (Jean Dubuffet)
Possiamo cominciare da questa sentenza di Dubuffet perché è molto attuale. In che senso? Perché oggi l'arte - questa signora semplice e schiva - sembra proprio che sia scappata di nuovo. Vuoi vedere che l'abbiamo spaventata per l'ennesima volta?
Qualcuno salterà subito su a dire che non è vero. Ma come! proprio adesso che ci sono in giro così tante mostre, adesso che i musei sono così puliti e moderni, con le caffetterie accoglienti , i wc a norma e tutti quei critici che hanno studiato e ci discutono sopra; proprio adesso che finalmente viene capita anche dalle persone normali e non soltanto da qualche poeta che vive nelle soffitte puzzolenti o dai pittori che lavorano nelle barche sul fiume e nelle dogane; adesso che quando un ragazzo dice ai genitori che vuole fare l'artista loro non sono più così disperati, perché potrebbe anche diventare ricco; adesso che a patrocinarla non sono più i quattro gatti di una volta ma fior di imprenditori e di stilisti, che la sanno lunga in fatto di creatività; adesso che si è diffusa così tanto che non si riesce più a distinguerla dalla moda e dalla pubblicità; insomma, proprio adesso che anche l'arte è stata raggiunta dalla democrazia... andiamo, come si fa a dire che è scappata?
Forse il problema è appunto che dovunque ci si gira si vedono dei letti già pronti per lei, con le lenzuola belle stirate e con intorno un sacco di gente che la chiama ad alta voce pregandola di infilarsi dentro. Ed è proprio questo che la spaventa, la fa scappare via in un baleno. Provate a pensarci: o Dubuffet aveva torto marcio, oppure bisogna ammettere, miei cari signori, che questo momento non è dei più favorevoli. L'arte che si dimentica il proprio nome? Ma quando mai! Oggi tutti glielo ricordano: non si parla d'altro.
Alla sentenza di Dubuffet si può aggiungere qualche piccolo corollario. Per esempio, un'altra cosa che l'arte non sopporta è che la si tiri in ballo senza motivo (ma in fondo è un altro modo per dire che si pronuncia troppo il suo nome). Nelle mostre che aprono e chiudono quasi ogni giorno vediamo passare davanti agli occhi le invenzioni più mirabolanti: asini appesi al soffito, pupazzi impiccati, pezzi di carne inchiodati alle lamiere, chilometri di tele ricoperte di vernice, riquadri vuoti, schermi pieni, mucchi di stracci e di televisori, travi bruciacchiate, cadaveri scorticati, mobili pieni di chiodi, coccodrilli di plastica, gigantografie di tumori, artisti ricoperti di catrame, palate di carbone ammucchiate qua e là, e chi più ne ha più ne metta... Insomma, tutto si può dire tranne che manchino le idee, e bisogna riconoscere che gli artisti di oggi sono proprio bravi quando si mettono in testa che vogliono stupire.
Però se l'arte potesse o avesse voglia di parlare forse ci direbbe: "Va bene, va bene, apprezzo molto i vostri sforzi, ma io che c'entro con tutto questo?". Diamine, uno si aspetta di averla lusingata con tutto quel dispendio di soldi (spesso pubblici) e di idee strampalate, con tutta quella abilità tecnica e quel sacrosanto impegno, magari sottratto a cose più importanti della vita e lei invece che cosa fa? che so, va a trovare un bambino qualsiasi che sta disegnando un pupazzetto, oppure un matto chiuso in una stanza che scarabocchia con una biro o perfino un aborigeno sperduto nel culo del mondo, che fra l'altro non la apprezza e non la vuole neanche conoscere...
(Ah, dimenticavo: c'è un'altra cosa che all'arte non va molto giù, al punto che quando succede non si può nemmeno dire che scappa via, perché addirittura non si presenta, ed è se la si coinvolge troppo nelle questioni economiche. Non che disprezzi il denaro in quanto tale, specialmente se serve a comprare delle cose utili; il fatto è che per quanto ci si metta non è capace a far di conto, e perciò se ne sta alla larga per non fare brutta figura).
Forse è per tutti questi motivi un po' complicati che a un primo sguardo Fulvio Martini non sembra neanche un artista. Voglio dire uno di quegli artisti di cui si diceva sopra, con le loro teorie e invenzioni che piacciono alla gente che se ne intende. Ma andiamo, come potrebbe piacere a uno stilista, a un intenditore di cose creative, un tipo così? E chi mai gli proporrebbe una mostra in una galleria o in una fiera di quelle che contano? Che artista è uno che si limita a fare dei quadretti con materiali di recupero - ma non nel senso di qualche tonnellata di lamiere o di materiale plastico con cui si potrebbe allestire la sala di un grande museo - solo nel misero senso che ogni sera va al mercato rionale a prendere le cassette della frutta per dipingerci sopra? E che artista è uno che non produce uno straccio di teoria un minimo suggestiva, voglio dire una giustificazione un po' ganza del suo lavoro, insomma che non si pone nemmeno il problema delle finalità estetiche di quello che sta facendo? Uno che al massimo si preoccupa del senso umano e morale di quello che dipinge e solo di conseguenza, se proprio è il caso, delle forme e delle tecniche strettamente necessarie ad esprimerlo? Uno che non frequenta i giri gusti perché non sa nemmeno dove sono e passa le giornate in una piccola erboristeria; uno che non cerca per niente l'effetto e lo stupore, che invece come tutti sanno è l'unico modo per entrare nella storia dell'arte; uno che si disinteressa così tanto del pubblico che lo raffigura come una massa di cadaveri ambulanti; uno che pensa solo a divertirsi dipingendo, fregandosene altamente di cosa si dirà o non si dirà delle sue opere; uno che alla fine produce soltanto dei buffi ex voto che fanno riflettere sul nostro totale abbrutimento - il che fra l'altro è una cosa che la gente non sopporta; uno che - udite! perché questo è veramente il mondo alla rovescia - ci tiene così tanto ai suoi quadretti che li mette a offerta libera su eBay!
Insomma, che cavolo di artista è uno che sembra che si sia dimenticato che cos'è l'arte?
Ma poi potrebbe venire un dubbio: non sarà che i grandi artisti che lavoravano a Parigi un secolo fa - quelli per intenderci delle barche sulla Senna, delle dogane e delle soffitte puzzolenti - fossero fatti proprio così?
Comunicato stampa
27 SETTEMBRE- 12 OTTOBRE 2008
GALLERIA CASA D'ARTE
VIA DEI MERCATI 15
VERCELLI
HUMAN NATURE
GALLERIA LA PORTA ROSSA, VIA AVOGADRO 4
Human nature, natura umana, un tema semplice, sanguigno, dove l'uomo, l'artista, cerca di definirsi. Un argomento ricco di contenuti dove i partecipanti,hanno rappresentato il loro modo di vedere, spaziando nei sentimenti più complesi o implodendo nella rappresentazione di se stessi. Ho radunato gli artisti che partecipano a questa mostra, attingendoli da tutta Italia. Ho navigato si internet,costruito blog, chattato e raccolto file (opere).Ho conosciuto qualche artista personalmente, altri li ho sentiti per telefono, mentre alcuni sono ancora personaggi virtuali.
Human nature vuole essere un avvenimento artistico onesto con il pubblico, un evento reale, palpabile, dove la gente, le pesone, possono osservare l'arte senza bisogno di spiegazioni. Una mostra dedicata allo spettatore, senza che questo debba subire il clima autoreferenziale dell'arte contemporanea.Una mostra dove il pubblico,guardando le opere,intuisce la spontaneità, l'impegno, la passione, ma soprattutto l'amore per l'arte di ogni artista.
Fausto Fabiano
Artista, curatore di Human nature.
TALENTI RECUPERATI DA UNA FINE CERTA
SPAZIO DUNCAN 3.0 VIA ANASSMANDRO 15
Rassegna sorella maggiore di Giovani Promesse ne prende tutte le caratteristiche ma è dedicata agli artisti dai 30 anni in sù. L’iniziativa vuole rendere manifesti quegli artisti che compiono dei percorsi originali e che sono lontani da una logica di mercato, coloro che cercano sul limite e che trovano linguaggi e messaggi "pericolosi" e scomodi, per gli artisti che difficilmente trovano spazio in luoghi istituzionali o commerciali. Le serate si articoleranno in 2 fine settimana uno a gennaio e l'altro a maggio, ogni weekend presenteremo 5 o più artisti, proponendo un esperienza piu che una visita ad un'esposizione o uno spettacolo, nello spazio saranno presenti varie forme d'arte e si misceleranno in autonomia in un vortice di imput. Talenti recuperati da un isolamento diffuso, una via per collegarsi alla moltitudine di punti di vista della nostra realtà e magari innescare sinergie per nuove creazioni. Per fare conoscere e apprezzare voci laterali, che con perseveranza portano avanti la loro ricerca ed espressione senza una logica contropartita. Tutte le forme d'arte sono ammesse.
Comunicato stampa
Una annuale e dinamica cava d'estrazione snodata su di un territorio transnazionale, dove liberamente si aprono e chiudono cantieri cave di libera ricerca, gestiti direttamente dagli artisti.
Il progetto parte da una piattaforma di raccordo condivisa, democratica e partecipata, all'interno della quale non esistono leader o figure accentratrici e strutture di sistema piramidali o verticistiche, ma solo portavoce individuali di un malessere poetico ed artistico collettivo e globalizzato, anime creative mosse da utopiche ed oniriche istanze collettive, volenterose di esercitare liberamente senza nessun vincolo politico, modaiolo, politico e mercantile la propria ricerca ed essenza poetica, etica, estatica ed estetica.
In quest'ottica prospettica ogni singolo artista curatore aderente al progetto diventa un cunicolo don chisciottesco d'estrazione artistica ed un collegamento mobile e movimentista tra diverse gallerie cunicoli sotterranei.
Questa volta la seconda cava di rete annualr si rende visibile a Napoli, in uno spazio gestito da due artisti (Gennaro Ippolito e Giovanna Donnaruma).
Il cantiere è ispirato idealmente e spiritualmente alla figura della Santa protettrice dei minatori artistici e chi si muove nel sottosuolo e nell'invisibile sommerso da logiche di mercati galleristici privati.
OBIETTIVO:
L'obiettivo primo è di dare visibilità ad opere mosse dalla fede nella ricerca artistica lontana da posti al sole e riflettori puntati, ricerche annientate, oscurate ed occultate in embrione dal nuovo ordine globale privatizzato dell'arte contemporanea sostenuto culturalmente dalla testata specializzata d'arte contemporanea "Flash Art".
CONTEMPORANEA MENTE cOLLETTIVA DI ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
CONTEMPORANEA
MENTE
Casa d’Arte Via dei Mercati 15 Vercelli
Una collettiva davvero assortita, anche con pezzi di grandissimi
maestri del XX secolo, è quella organizzata presso la Casa d’Arte di Via dei Mercati a Vercelli. “Contemporaneamente”, a cura di Paola Bertolazzi, rappresenta una
miscellanea artistica ottimamente giustapposta che spazia dai pionieri
delle Avanguardie per celebrare pittori storicizzati del panorama italiano,
talenti affermati del periodo più strettamente contemporaneo ed artisti emergenti.
Ci saranno in esposizione e vendita serigrafie e incisioni del surrealista
Salvador Dalí, serigrafie Flower e Marilyn del genio della Pop-Art Andy
Warhol, le capziose fotografie di nudi “bondage” di Nobuyoshi Araky, ma
anche i decollage con sovrapittura di Mimmo Rotella ed i caratteristici
oli con dervisci di Aldo Mondino (di cui saranno in mostra anche pezzi unici su
carta ed incisioni). Tra gli altri italiani spiccano le sgargianti geometrie di
Piero Dorazio e le opere di altri grandi maestri come Enrico Baj, Ennio Morlotti,
Emilio Scanavino, Mario Schifano, Giuseppe Ajmone, Umberto Mastroianni,
Accanto a loro la collettiva proporrà inoltre alcuni artisti emergenti
che si stanno guadagnando sempre più consensi di critica e pubblico come
Valerio Berruti, Filippo Biagioli, Egidio Castelli, Fausto Fabiano,
Antonino Fulci, Fulvio Martini, Giorgio Panelli, Francesco Polenghi e Massimo Salvadori.
Fabio Carisio (Direttore Responsabile, ART & WINE)
