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Gianni Bertini

Firenze, Italy
Artist (Painting)
1922 - 2010
Spazio Intelvi 11

Nasce Pisa nel 1922, dove si laurea in matematica. Dopo l' esordio nel 1946, con opere collocabili tra l'espressionismo e il post-cubismo, tra il 1948 e il 1949 realizza il suo primo ciclo, i Gridi, utilizzando lettere stampigliate, cifre parole segnaletiche, come "Alt", "Stop", o definizioni linguistiche degli oggetti rappresentati, che anticipano di oltre un decennio i motivi stilistici neo-dada e della pop art.

Anni cinquanta A Milano nel 1950 entra in contatto con il Movimento Arte Concreta (MAC) realizzando opere in cui prevale un vocabolario fortemente geometrico. Successivamente, spinto dall'esigenza di voler comunicare quelle emozioni visive su quei fatti cosmici, siderei, scientifici o meccanici che, a suo parere, sono il fulcro essenziale del nostro tempo, si orienta verso un'arte di maggiore impatto emozionale. Prima si accosta alla "pittura nucleare", in seguito sviluppa con successo un linguaggio riconducibile all'informale, contrassegnato da una personale geometria gestuale che evoca universi meccanici.
Nel 1952 si trasferisce Parigi dove stabilisce la propria residenza interrotta dai numerosissimi viaggi e soggiorni all' estero. Qui stringe amicizia con Pierre Restany e si avvicina al Nouveau Réalisme, di cui condivide le premesse estetiche pur non sottoscrivendone il manifesto programmatico. L'intensa attività di questo periodo incontra il riconoscimento internazionale ai più alti livelli esponendo in tutto il mondo presso prestigiose istituzioni museali europee e americane.
Anni sessanta Inizia a dipingere dei "combine paintings" su superfici preparate, impiegando immagini di giornale.

Nel 1965,sostenuto da Pierre Restany, assieme a Mimmo Rotella, Alain Jacquet, Pol Bury, Nikos e Serge Bèguier, firma il primo manifesto della Mec-Art (abbreviazione di "mechanical-art": un'arte che sfrutta i procedimenti meccanici di riproduzione dell' immagine, in prevalenza fotografici, per ottenere nuove forme. È in questo ambito che raggiunge la sua cifra stilistica più eminente: un linguaggio basato su una risignificazione collagistica di immagini tratte dai media e riportate su tela o metallo, su cui l'artista interviene pittoricamente.
Si avvicina ai linguaggi delle neo-avanguardie, collaborando con la rivista di poesia visuale Ou, fondata da Henri Chopin, assieme al quale realizza alcuni film. Nel 1968 è invitato con una sala personale alla Biennale di Venezia e, nell'edizione successiva del 1970 viene nominato commissario di esposizione.

Anni settanta Rientrato a Milano, tra il 1971 e il 1972 collabora a due riviste di poesia visiva: Mec, di cui escono soltanto due numeri, e Lotta poetica, periodico dedicato alla poesia visiva, di cui dirige con Paul de Vree e Sarenco le prime 12 pubblicazioni.

A partire dall seconda meta' degli anni settanta e fino al 2000, prosegue la sua attività, realizzando cicli di opere in cui rielabora costantemente i propri stilemi pittorico-collagistici (a cui si aggiunge l'uso degli ste...

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