Nel 1966 alla XXXIII Biennale di Venezia, dove espose nuovamente in una sala personale, vinse il Premio Pininfarina.
Nel 1967 viene invitato con Carlo Nangeroni, Arturo Bonfanti, Carmelo Cappello e Renato Volpini alla "Art Alliance Foundation" di Filadelfia.
Nel 1968 trasferì il suo studio a Calice Ligure. In questa località si stabilirono numerosi artisti che costituirono attorno a Scanavino una piccola comunità
Nel 1970 ricevette il Gran Premio alla Biennale di Mentone. Il collezionista Franco Castelli, direttore de "L'uomo e l'Arte", divenne suo amico e suo sostenitore.
Nel 1971 subisce una delicata operazione alla testa in seguito ad emorragia cerebrale, la guarigione diede l'avvio a una nuova fase creativa della sua pittura, l'abbandono della sperimentazione e il ritorno su percorsi più consueti. Nel 1971 insieme allo scultore Alik Cavaliere per Biennale di San Paolo del Brasile, crea la grande opera "Omaggio all'America Latina" olio su tavola e tecnica mista, bronzo, alluminio, 480 x 285 x 130 cm. Non viene esposto perché cita i nomi di desaparecidos, in polemica con il regime militare allora al governo in Brasile. Oggi è esposto al Museo della Permanente di Milano. Tra il 1973 e il 1974 la Kunsthalle di Darmstadt presentò una sua vasta mostra antologica che, con alcune varianti, passò a Venezia a palazzo Grassi e poi a Milano a palazzo Reale, nel 1974.
Nel 1982, nonostante il progressivo aggravarsi della malattia, continuò a lavorare e ad avere un'intensa attività espositiva in spazi pubblici e privati e nel 1986 venne invitato ad esporre alla Quadriennale di Roma. Morì a Milano il 28 novembre del 1986.