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Davide Pacini

Ritorna alla lista Aggiunto il 13 gen 2014

Chi sono e Giudizio Critico

Nato a Pistoia il 24 luglio 1960
Accademico, Accademia Internazionale Greci Marino, Accademia del Verbano, di Lettere, Arti e Scienze
Diplomato Maestro d'Arte e disegnatore di architettura e arredamento all'Istituto Statale d'Arte Petrocchi di Pistoia.
Targa d'Oro Art Collection 2003, Biennale Grandi Firme dell'Arte Contemporanea, Portovenere (SP).
Presente sul Dizionario Enciclopedico Internazionale D'Arte Moderna e Contemporanea
Medaglia d'Oro, Premio Alba 2002
Premio Art Majeur Awards 2015
Premio Internazionale Arte Milano 2017
Premio Internazionale Pittura Berlino 2017


GIUDIZI CRITICI:

Davide Pacini è un artista che pone grande attenzione alla simbologia delle sue opere, che riesce a trasmettere attraverso i suoi dipinti, siano essi ritratti o paesaggi urbani e non, quelle sensazioni che lo hanno motivato nella creazione stessa, appunto.
E’ la struttura cromatica quell’elemento che riesce a dare vita ai soggetti esaltandone le qualità non soltanto estetiche ma evidenziando anche la loro personalità e i molteplici aspetti della loro anima. Sono solo le emozioni a guidare il gesto pittorico dell’artista, che con grande talento tecnico ed espressivo riesce a cogliere le vibrazioni emozionali per poi trasformarle in immagini intense ed emotivamente cariche e questo fa si, che l’autenticità del suo intento, venga fuori insieme alla sua bravura.
Molto spesso l’universo sentimentale è difficile da rendere attraverso le immagini, ma per Pacini è un processo naturale a seguito di quello che concerne il pensiero astratto, l’idea.
Intense e coinvolgenti, le sue opere riscrivono i dettami di un’ estetica contemporanea, mettendo in evidenza un realismo del segno di alto livello e una simbologia legata al colore che emoziona e stupisce.
Sandro Serradifalco

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Le tappe che Davide Pacini ha percorso nel mondo dell’espressione artistica sono diverse, con un arricchimento reciproco tra queste: la fotografia, la grafica, la pittura.
Nel ’75 la fotografia è stata la sua finestra sul mondo del comunicare attraverso le immagini. Nata come semplice interesse personale, da subito la fotografia divenne un elemento attraverso il quale analizzare i soggetti, studiare la luce, valutare le sfumature in foto che erano soprattutto in bianco e nero, osservare i particolari. Il gusto del particolare lo fece iniziare nel ’77 a disegnare e a creare soprattutto fumetti dove il singolo particolare era il “significativo” ciò che dava motivo all’insieme.
Passione nata a scuola, il fumetto si sviluppò come piacevole momento creativo dal quale è nato Wolf, il personaggio di un medico pazzo protagonista di vignette e storie. Come le fotografie anche i fumetti sono stati proposti in mostre e questi ultimi sono stati anche utilizzati in pubblicazioni.
Il leggere la realtà nel particolare del vero attraverso le fotografie, il proporre la fantasia con il gusto del particolare con il fumetto, hanno portato Pacini ad amare la pittura che in lui è analisi del particolare del vero attraverso una lettura personale.
Dall’88 Pacini ha trovato la dimensione espressiva delle proprie emozioni nella pittura. Paesaggi, figure, volti, realizzati a olio e solo talvolta ad acquerello, sono realtà di quella “fetta” di vero che lo affascina e che per lui passa dalla vita, alla mente, alla tela.
Talvolta visti casualmente, talvolta ripresi da sue foto, talvolta cercati, portato da una capacità di analisi innata che lo guida verso ciò che è particolarmente significativo, i soggetti di Pacini sono legati strettamente al reale, ma proposti attraverso una lettura intima che ne sottolinea atmosfere coinvolgenti.
Per tutto ciò è determinante l’uso del colore: netto o sfumato, tenue o forte, senza dubbio protagonista dell’opera quanto il soggetto stesso. Dalla scelta di un soggetto letto con la propria anima e fatto “vivere” con il colore, nascono opere fatte di emotività. Le opere di Pacini sono opere nate dal cuore e da un istintivo coinvolgimento per un soggetto: sono emozioni, sono attimi di gioia, sono momenti di malinconia che attraverso la scelta del soggetto e l’uso del colore prendono forma sulla tela.
Sono opere che Pacini definisce “di getto”, nate cioè dal fascino che un soggetto ha su di lui e da sensazioni istintive. E in questo è la bellezza delle opere di questo artista: sono messaggi nati dal cuore e rivolti a chi con il cuore, e non solo con gli occhi, legge la vita.
Ilaria Minghetti

Premio ARTE MILANO 2017 - Presentazione di Vittorio SGARBI

Artmajeur

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