Daniela Baldo
La mia pittura è un viaggio attraverso il cervello emotivo, un tentativo di scandaglio della parte più incontrollabile del cervello, quella parte che comunica direttamente con il cuore
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“Dissonanze creative”
C’è una strada dell’arte che si possa seguire senza commettere alcun ripensamento?[...]
“Dissonanze creative”
C’è una strada dell’arte che si possa seguire senza commettere alcun ripensamento? E’ possibile,nel contesto delle rapide trasformazioni nel nostro mondo contemporaneo, sentirsi rassicurati dalle scelte e dalla propria produzione artistica? Può l’arte esprimere contenuti che sottolineano la problematicità di questa nostra epoca in cui prevalgono gli effetti del disordine sociale e delle conflittualità esistenziali e relazionali? A questi interrogativi non ci sono univoche risposte. Il problematicismo filosofico non è più una illuminante chiave di lettura dell’esistenzialità e dell’essere. Ogni campo dell’espressione è stata contaminata e rischia di cadere nel reale pessimismo, profetizzato da Baudelaire, quando, a proposito dell’artista moderno, tra l’altro scriveva: ”[…]Discredito dell’immaginazione, disdegno per il grande, amore(no,è una parola troppo alta), pratica esclusiva del mestiere, sono queste, suppongo, dalla parte dell’artista, le ragioni essenziali del suo decadere”.
Questo breve quadro culturale di riferimento è necessario per comprendere la significativa ricerca dell’ artista Daniela Baldo.
La sua produzione si è sviluppata negli anni passando dal figurativo all’informale. Il suo è un percorso che connota traguardi di maturità e di riflessione sulla funzione non solo espressiva dell’arte ma sul verificare l’attendibilità di un linguaggio che deve essere duttile rispetto alle diversità del sentire e del sapere.
Daniela Baldo è consapevole che non esiste una univocità di espressione, una linguistica dell’arte che possa solo oggettivare l’idea compositiva o rappresentativa. La sua ricerca sull’informale denota l’esigenza di trovare nei “segni” dell’arte le proprie emotività, il proprio desiderio di ricercare nuove “forme” che liberalizzino l’atto “coercitivo” del dare sempre delle risposte.
L’informale per l’artista Daniela Baldo non è ,quindi, un puro divertissement, con cui molti oggi si dilettano per soddisfare luoghi comuni sulla semplicità delle “tecniche” e per “banalizzare” una scelta che,comunque, non è pittorica ma culturale, ideologica e storica.
Le sue opere recenti e contenute in questo catalogo assumono una particolare dimensione creativa: viene realizzato il rapporto “arte e anima”. Qui l’artista interpreta il senso moderno del perenne divenire dell’arte che Kandinsky definì come “lo spirituale”.
La ricerca dell’interiorità come proiezioni dell’anima e della percezione di sé fa di questa artista una intelligente indagatrice di ciò che rappresenta il “vedere” psicologicamente le immagini.
I suoi quadri sono forme di materializzazione non semplicemente compositive o di riduttiva esperienza estetica, ma di concreta sottolineatura ( vedi l’ ”aggettivazione” : catrame o sabbia ) di pensieri che si riverberano nel nostro sentire, nella nostra sfera emozionale ed affettiva.
E’ un modo per pensare la pittura o l’arte come una forma di scrittura, quasi una partitura musicale su cui non agiscono ed interagiscono consonanze sonore/cromatiche, ma dissonanze creative che si scrivono con altri simboli, perché non sono più le note ingabbiate dal pentagramma, ma nuove semiografie tracce indelebili di uno stato d’animo, di una sofferenza, di un disagio, di una ribellione, di un comportamento divergente rispetto alla ripetitività, al condizionamento passivo, all’attuale e dilagante processo di omologazione e di negazione della propria identità.
L’informale come scelta di affermazione della propria individualità per contrastare l’unidimensionalità del sentire e del pensare.
Daniela Baldo nell’arte riscopre la libertà di queste scelte; nell’arte dell’informale il piacere di ri-scrivere con la pittura il proprio mondo, la propria esperienza intima e la propria percezione della realtà sperimentando nuove “forme e strutture” dell’espressione “non-figurativa”.
“L’autentico pittore invece di cercare di divertire l’umanità con la minuziosa eleganza delle sue imitazioni deve tentare di migliorarle con la grandiosità delle sue idee”. ( Reynolds)
Prof. Franchino Falsetti
Critico d’Arte
C’è una strada dell’arte che si possa seguire senza commettere alcun ripensamento? E’ possibile,nel contesto delle rapide trasformazioni nel nostro mondo contemporaneo, sentirsi rassicurati dalle scelte e dalla propria produzione artistica? Può l’arte esprimere contenuti che sottolineano la problematicità di questa nostra epoca in cui prevalgono gli effetti del disordine sociale e delle conflittualità esistenziali e relazionali? A questi interrogativi non ci sono univoche risposte. Il problematicismo filosofico non è più una illuminante chiave di lettura dell’esistenzialità e dell’essere. Ogni campo dell’espressione è stata contaminata e rischia di cadere nel reale pessimismo, profetizzato da Baudelaire, quando, a proposito dell’artista moderno, tra l’altro scriveva: ”[…]Discredito dell’immaginazione, disdegno per il grande, amore(no,è una parola troppo alta), pratica esclusiva del mestiere, sono queste, suppongo, dalla parte dell’artista, le ragioni essenziali del suo decadere”.
Questo breve quadro culturale di riferimento è necessario per comprendere la significativa ricerca dell’ artista Daniela Baldo.
La sua produzione si è sviluppata negli anni passando dal figurativo all’informale. Il suo è un percorso che connota traguardi di maturità e di riflessione sulla funzione non solo espressiva dell’arte ma sul verificare l’attendibilità di un linguaggio che deve essere duttile rispetto alle diversità del sentire e del sapere.
Daniela Baldo è consapevole che non esiste una univocità di espressione, una linguistica dell’arte che possa solo oggettivare l’idea compositiva o rappresentativa. La sua ricerca sull’informale denota l’esigenza di trovare nei “segni” dell’arte le proprie emotività, il proprio desiderio di ricercare nuove “forme” che liberalizzino l’atto “coercitivo” del dare sempre delle risposte.
L’informale per l’artista Daniela Baldo non è ,quindi, un puro divertissement, con cui molti oggi si dilettano per soddisfare luoghi comuni sulla semplicità delle “tecniche” e per “banalizzare” una scelta che,comunque, non è pittorica ma culturale, ideologica e storica.
Le sue opere recenti e contenute in questo catalogo assumono una particolare dimensione creativa: viene realizzato il rapporto “arte e anima”. Qui l’artista interpreta il senso moderno del perenne divenire dell’arte che Kandinsky definì come “lo spirituale”.
La ricerca dell’interiorità come proiezioni dell’anima e della percezione di sé fa di questa artista una intelligente indagatrice di ciò che rappresenta il “vedere” psicologicamente le immagini.
I suoi quadri sono forme di materializzazione non semplicemente compositive o di riduttiva esperienza estetica, ma di concreta sottolineatura ( vedi l’ ”aggettivazione” : catrame o sabbia ) di pensieri che si riverberano nel nostro sentire, nella nostra sfera emozionale ed affettiva.
E’ un modo per pensare la pittura o l’arte come una forma di scrittura, quasi una partitura musicale su cui non agiscono ed interagiscono consonanze sonore/cromatiche, ma dissonanze creative che si scrivono con altri simboli, perché non sono più le note ingabbiate dal pentagramma, ma nuove semiografie tracce indelebili di uno stato d’animo, di una sofferenza, di un disagio, di una ribellione, di un comportamento divergente rispetto alla ripetitività, al condizionamento passivo, all’attuale e dilagante processo di omologazione e di negazione della propria identità.
L’informale come scelta di affermazione della propria individualità per contrastare l’unidimensionalità del sentire e del pensare.
Daniela Baldo nell’arte riscopre la libertà di queste scelte; nell’arte dell’informale il piacere di ri-scrivere con la pittura il proprio mondo, la propria esperienza intima e la propria percezione della realtà sperimentando nuove “forme e strutture” dell’espressione “non-figurativa”.
“L’autentico pittore invece di cercare di divertire l’umanità con la minuziosa eleganza delle sue imitazioni deve tentare di migliorarle con la grandiosità delle sue idee”. ( Reynolds)
Prof. Franchino Falsetti
Critico d’Arte
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