Ciro Moretti

L'arte di Ciro Moretti può essere spiegata come visione dell'invisibile.Nelle opere di Moretti, infatti, la realtà esteriore pare essere un mero pretesto,essa viene scomposta e plasmata come materia prima per rappresentare una più profonda realtà e avvicinandosi ad uno specchio,davanti alle tele di Moretti si ritrova la propria immagine interiore:i colori visibili riflettono quelli invisibili dell'anima.
Tema centrale dell'opera di Moretti è l'uomo nella sua essenza, naturale e spirituale (basti citare "Il dramma degli equivoci" o "Le battaglie dell'inconscio").Lo stile è concreto e corporeo,tutavia,nel Moretti,il finito è solo il linguaggio dell'infinito, e ogni figura (compreso il corpo umano) risulta sfuggente e proiettata in una dimensione altra.Moretti sembra voler trascendere i confini dell'arte figurativa offrendo una rappresentazione musicale della realtà.Nel Moretti la visione è musicale.Riferimenti alla musica si trovano nella tela dedicata al Jazzista John Coltrane ("Coltrane"),ma è la stessa irruenza di Moretti ad evocare il Varèse delle "Sinfonie d'archi dell'anima".
Quella di Moretti è una sensibilità poetica che svela quel "mondo nuotante di suoni" descritto da Wackenroder ne "La meravigliosa favola orientale di un santo ignudo".
Sulle orme di un altro illustre aquinate, il satirico Giovenale, Moretti provoca con le sue immagini lucide e crude,ma dietro una maschera impietosa si nasconde uno sguardo profondo che sa cogliere la purezza dell'uomo e l'armonia della realtà.

Tommaso di Ruzza