Ciro La Ferola

Il globo di Marte domina la scena di questa lettura che ci propone un mare all’alba, non proprio quieto.
Risvegliata s’è la dea degli oceani : l’Io profondo- ed ha condotto in superficie i doni per il pianeta che canta:
Una donna: bellezza , fascino e passione, ma anche sesso e vanità.
E a destra, il maschile, l’animale: simbolo dell’istinto umano.
Ma il pensiero dell’uomo, oggi è saturo di rifiuti, interferenze. Ecco per questo emergere alcuni desideri, e degli oggetti (attaccamenti materiali), che sono fuori dal controllo della divinità.
La speranza è nell’innocenza del bambino ,che indirizza la propria caduta a quello spiraglio di sole che illumina già un pezzo di cielo, e parte delle acque.

È notte in questo sogno, ed il fanciullo dorme ai piedi della roccia in cui la spada è ancora conficcata a punta in basso, irremovibile, ed anch’essa profondamente addormentata. Oramai dimentica del suo dovere e del cavaliere che l’attende.
Qualcuno domanda consiglio al mago folletto delle montagne, che pare sorridere enigmatico, lasciando poco ad intendere di quello che avverrà nel mondo del sogno.
Gli abitanti dei picchi dei monti, reclamano la testa del re, che è tenuta prigioniera tra le mani dell’insidiosa ninfa lunare, portatrice di oscure energie.
Intanto, ad ovest è sorta l’insidia del male, e gli animali attraversano le acque per lasciare quelle terre oramai morenti, in balia di una mostruosa creatura che veglia l’argine del fiume.
Ma non tutto è perduto, poichè l’infante innocente conduce la lanterna luminosa nella notte, al figliol che dorme ai piedi della spada addormentata nel mondo del sogno.