Ari

Albino Ripani ( in arte ARi ) nasce a Montefortino, un quieto paesino medievale marchigiano, posto a ridosso dei Monti Sibillini. Fin da adolescente si dedica alla pittura, e matura nel tempo una spiccata tendenza alla ricerca tecnico-cromatica. Di particolare interesse la sua rivisitazione storica alla leggenda della SIBILLA, Sacerdotessa custode di un mondo incantato, DOMINA delle terre del Piceno. Hanno scritto di lui: G. Massaccesi, M. Rivosecchi, A. Bartolozzi, G. Tuti, S. Coccia, G. Pende, R. Bompadre, C. Leopardi, mons. C. Bellucci, ecc. In età recente, sperimentando un connubio con l'Arte della Moda, ha traslato le sue opere su abiti e accessori di stile, creando Opere d'Arte da indossare.  Fermo 02/04/2008    Arte e moda Quale titolo, altro da questo, avrebbe potuto creare immediatamente nel pubblico l’idea che ciò che si espone sia profondamente collocato nel proprio tempo. Con questo titolo, pare all’osservatore ingenuo, di trovare immediatamente un qualche artista che avendo compreso lo spirito della contemporaneità vuole fare commercio della propria arte. Tale prima parvenza vogliamo subito smentire, per affermare quanto ARI sia artista classico, nel senso più puro del termine. Ci fu infatti un tempo, in cui l’ideale coincise con la rappresentazione estetica della propria modernità, con la moda se vogliamo, fu questo il tempo dell’arte greca del VI e V secolo a.C. L’espressione artistica, dice Hegel, va tratta da una prima condizione del genere umano, in cui coincidono ideale e forma; e ancor prima, disse Giambattista Vico, l’origine dell’espressione artistica, dal Filosofo detta “poetica”, va individuata in una stagione ideale, dello sviluppo del pensiero umano, detta appunto, “Età Poetica”, quella dell’uomo che, superata un’ “Età Ferina”, vede con animo perturbato e commosso. Per ARI estendere l’artisticità al capo di abbigliamento, all’oggetto, è un puro slancio da artista che sente l’urgenza di imprimere alla realtà oggettiva della nostra contemporaneità, diciamo senza tema di smentita, oggettivamente brutta, un declinare al bello, all’arte, che rende accettabile ciò che altrimenti non parrebbe tale. Il magma di colore, cifra dell’identità vera e sinceramente manifesta dell’artista, gioiosa, e in perenne movimento, rappresenta una ricerca che partendo dal moto più profondo del proprio interiore trova nella forma estetica un filo conduttore che sublima un pensiero che non è solamente artistico, bensì, della cultura nella sua totalità. Il perché sia della cultura nella sua totalità lo esplicita una delle tematiche care all’A. ovvero, “La Sibilla” soggetto misterioso e sacro che ci porta all’origine del Mito, cifra essenziale per intendere il principio di qualsiasi fatto culturale, di una qualche rilevanza per la specie umana. Il Mito che per la filosofia contemporanea è ossatura di ogni istituzione, che ci appare naturale ma che, in quanto prodotto culturale, non è tale. Il...