Alfredo Malferrari nasce a Castelfranco Emilia e si trasferisce a Bologna nel 1950, dove frequenta l’Accademia di Belle Arti e il corso DAMS dell’Università. La sua formazione accademica si intreccia con una profonda ricerca artistica, che lo porta nel 1983 a fondare, insieme ad Andrea Neri e Sergio Ban, il “Gruppo Arti Visive Mediterraneo”. Questo collettivo rappresenta un momento cruciale nel suo percorso, permettendogli di approfondire la tecnica dell’affresco, che diventerà una delle sue cifre stilistiche distintive.
Nel corso degli anni, Malferrari ha esposto le sue opere in numerose mostre personali e collettive, sia in Italia che all'estero. Le sue creazioni fanno parte di importanti collezioni private, musei e raccolte civiche. Ha partecipato a fiere d’arte di rilievo, tra cui Arte Fiera Bologna, Artexpo Arezzo, Grandart Milano, NAF Napoli, BAF Bergamo e appuntamenti internazionali come Dubai.
Un rapporto particolarmente significativo è quello con la Galleria Lydia Palumbo Scalzi di Latina, dove ha esposto fin dal 1988, considerandola la sua galleria d’elezione. Tra le esposizioni più rilevanti presso questa galleria si ricordano:
1994: Una mostra personale, documentata da un catalogo illustrato con testi in italiano e inglese. 2007: Partecipazione alla collettiva "Il piccolo formato da collezione", che presentava opere di vari artisti in formati ridotti. 2011: Presenza nella mostra "Il Flusso dell’arte: il rosso", organizzata in collaborazione con la Galleria Lydia Palumbo Scalzi e ospitata presso il Centro d’Arte e Cultura di Sermoneta. 2019: Partecipazione a "Eventi 2019 – Arte contemporanea a Sermoneta", una rassegna diffusa nel borgo medievale, curata da Vincenzo Scozzarella con la collaborazione di Lydia Palumbo Scalzi. 2021: Inclusione nella mostra "Collettiva d’autore", tenutasi dal 2 ottobre al 30 novembre presso la Galleria LPS Lydia Palumbo Scalzi di Latina.
Critici e studiosi come Giorgio Celli, Raffaele De Grada, Azzurra Piattella, Alfredo De Paz, Tommaso Paloscia, Carlo Federico Teodoro e Giuliano Serafini hanno scritto di lui, evidenziando la sua capacità di trasformare il tempo e la memoria in una narrazione pittorica densa, fatta di materia, luce e colore.
Come osservato da Marilena Pasquali, l’opera di Malferrari si è evoluta in una forma nuova, dove la “materia calcinata” delle sue Cattedrali lascia spazio a un linguaggio più rarefatto, in cui la memoria diventa emozione fisica e cromatica. Un percorso che racconta la continua metamorfosi di uno sguardo artistico che non smette mai di rinnovarsi.