Agatino Raciti
Agatino RACITI nasce a Catania nel 1970...
...vive e lavora a Catania dove ha aperto nell’anno 2000 “A&A”, laboratorio di Arte e Architettura.
Laureatosi nel 1998 a Reggio C., ha collaborato tra il 1997 e il 2000 in qualità di assistente ai corsi di Progettazione Architettonica 2 e 3 presso la medesima università. Ha partecipato a numerosi concorsi di architettura nazionali ed internazionali, risultando vincitore nel 1996, ancora studente, al concorso “Il centro nei centri, 12 piazze per il territorio della città di Messina”.
Nell’anno 2001 decide di mostrarsi con la prima personale di pittura “violence of life”, proseguendo l’anno successivo con “soul landscapes” e partecipa alla terza edizione del premio Libero Ferretti (Palazzo della permanente Milano), vincendo nello stesso anno il premio “Napoli Cultural Classic” sezione pittura.
I consensi ottenuti e la selezione per la prima mostra di pittura pensata da Fonopoli all'inizio del 2003, hanno spinto l’artista a mettere in cantiere diverse personali in varie città italiane e straniere. La sua opera artistica vuole essere una trasposizione apparente e simulazione temporanea di tutte quelle situazioni che sfuggono alla realtà moderna e che si manifestano privatamente lontane da schemi autoritari e conservatori.
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Scopri opere d'arte contemporanea di Agatino Raciti, naviga tra le opere recenti e acquista online. Categorie: artisti italiani contemporanei (nato a 1970). Domini artistici: Pittura, Fotografia. Tipo di account: Artista , iscritto dal 2002 (Paese di origine Italia). Acquista gli ultimi lavori di Agatino Raciti su Artmajeur: Scopri le opere dell'artista contemporaneo Agatino Raciti. Sfoglia le sue opere d'arte, compra le opere originali o le stampe di alta qualità.
Valutazione dell'artista, Biografia, Studio dell'artista:
Selezione esclusiva a prezzi scontati • 1 opera
Guarda tuttoCaino vs Abele • 7 opere
Guarda tuttoEmotional disorientation, overlapping frames which reproduce the sensuality of movement in a sculptural way.
IMMORTAL • 9 opere
Guarda tuttoAgatino Raciti, architetto per formazione ed artista per “provocazione” collega la metafora scacchistica alla perenne possibilità di movimento che la vita ci offre come privilegio ma che ci fa pagare mettendoci inevitabilmente in “scacco”. Eppure il libero arbitrio ci consente, nei limiti delle opzioni di scelta a noi concesse, incredibili emozioni e passioni che Raciti trasferisce con potenza visionari sulle sue tele, caselle di una scacchiera immaginaria
La forza primordiale della natura e l’intensità delle passioni umane creano un ciclo immortale di energia che raggiunge il culmine nel “LSD Last Supper Drama”, attraverso una prospettiva al contrario quasi a voler indagare su quello che si nasconde dietro l’ovvio dei secoli. La nuova produzione di Raciti interroga il senso della ricerca umana, attraverso un viaggio che trasfigura il dolore, l’eros, in dimensioni di nuova profondità ricorrendo ad un repertorio iconografico e cromatico potente e contemporaneo.
La mostra, che si terrà nei locali di Palazzo della Cultura, verrà inaugurata giorno 4 settembre con un vernissage riservato, mentre sarà aperta al pubblico da sabato 5 al 20 settembre 2015.
LSD last supper drama • 5 opere
Guarda tuttoZUGZWANG • 9 opere
Guarda tuttoAgatino Raciti, architetto per formazione ed artista per “provocazione” collega la metafora scacchistica alla perenne possibilità di movimento che la vita ci offre come privilegio ma che ci fa pagare mettendoci inevitabilmente in “scacco”. Eppure il libero arbitrio ci consente, nei limiti delle opzioni di scelta a noi concesse, incredibili emozioni e passioni che Raciti trasferisce con potenza visionari sulle sue tele, caselle di una scacchiera immaginaria
La forza primordiale della natura e l’intensità delle passioni umane creano un ciclo immortale di energia che raggiunge il culmine nel “LSD Last Supper Drama”, attraverso una prospettiva al contrario quasi a voler indagare su quello che si nasconde dietro l’ovvio dei secoli. La nuova produzione di Raciti interroga il senso della ricerca umana, attraverso un viaggio che trasfigura il dolore, l’eros, in dimensioni di nuova profondità ricorrendo ad un repertorio iconografico e cromatico potente e contemporaneo.
La mostra, che si terrà nei locali di Palazzo della Cultura, verrà inaugurata giorno 4 settembre con un vernissage riservato, mentre sarà aperta al pubblico da sabato 5 al 20 settembre 2015.
JUDAS • 6 opere
Guarda tuttoAgatino Raciti, architetto per formazione ed artista per “provocazione” collega la metafora scacchistica alla perenne possibilità di movimento che la vita ci offre come privilegio ma che ci fa pagare mettendoci inevitabilmente in “scacco”. Eppure il libero arbitrio ci consente, nei limiti delle opzioni di scelta a noi concesse, incredibili emozioni e passioni che Raciti trasferisce con potenza visionari sulle sue tele, caselle di una scacchiera immaginaria
La forza primordiale della natura e l’intensità delle passioni umane creano un ciclo immortale di energia che raggiunge il culmine nel “LSD Last Supper Drama”, attraverso una prospettiva al contrario quasi a voler indagare su quello che si nasconde dietro l’ovvio dei secoli. La nuova produzione di Raciti interroga il senso della ricerca umana, attraverso un viaggio che trasfigura il dolore, l’eros, in dimensioni di nuova profondità ricorrendo ad un repertorio iconografico e cromatico potente e contemporaneo.
La mostra, che si terrà nei locali di Palazzo della Cultura, verrà inaugurata giorno 4 settembre con un vernissage riservato, mentre sarà aperta al pubblico da sabato 5 al 20 settembre 2015.
RECENT WORKS • 12 opere
Guarda tuttoFace NO Face • 10 opere
Guarda tuttoHe takes part to various national and international design competitions.He wins in 1996, when still a student,the competition "il centro nei centri 12 piazze per il territorio di messina".
In 2001 he decided to organize his first art painting exhibition called "violence of life" and a year later he goes on with "soul landscapes" and "Reliquements" until 2003, when he exhibits in the Permanente palace in Milan with "dove abita l'utopia" a collective exhibition dedicated to Libero Ferretti architect.
In 2002 he wins the "Napoli Cultural Classic" in the painting section. The success he has gained and the selection for the first painting exhibition in Fonopoli (gennaio 2003), have pushed him to organize a lot of exhibitions in different national and foreign towns. Further news are on the website
His artistic work wants to be an apparent transposition and temporary simulation of all those situations eluding modern life and that, on the contrary, disclose and reveal in private, far from authoritarian and conservatory schemes.
Agatino lives and works between Catania and Milan
the red one's • 11 opere
Guarda tuttoselfportrait • 10 opere
Guarda tuttoportrait available by order • 11 opere
Guarda tuttoOpere vendute • 39 opere
Riconoscimento
Biografia
Agatino RACITI nasce a Catania nel 1970...
...vive e lavora a Catania dove ha aperto nell’anno 2000 “A&A”, laboratorio di Arte e Architettura.
Laureatosi nel 1998 a Reggio C., ha collaborato tra il 1997 e il 2000 in qualità di assistente ai corsi di Progettazione Architettonica 2 e 3 presso la medesima università. Ha partecipato a numerosi concorsi di architettura nazionali ed internazionali, risultando vincitore nel 1996, ancora studente, al concorso “Il centro nei centri, 12 piazze per il territorio della città di Messina”.
Nell’anno 2001 decide di mostrarsi con la prima personale di pittura “violence of life”, proseguendo l’anno successivo con “soul landscapes” e partecipa alla terza edizione del premio Libero Ferretti (Palazzo della permanente Milano), vincendo nello stesso anno il premio “Napoli Cultural Classic” sezione pittura.
I consensi ottenuti e la selezione per la prima mostra di pittura pensata da Fonopoli all'inizio del 2003, hanno spinto l’artista a mettere in cantiere diverse personali in varie città italiane e straniere. La sua opera artistica vuole essere una trasposizione apparente e simulazione temporanea di tutte quelle situazioni che sfuggono alla realtà moderna e che si manifestano privatamente lontane da schemi autoritari e conservatori.
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Nazionalità:
ITALIA
- Data di nascita : 1970
- Domini artistici:
- Gruppi: Artisti Italiani Contemporanei
Influenze
Formazione
Valore dell'artista certificato
Realizzazioni
Attività su Artmajeur
Ultime notizie
Tutte le ultime notizie dall'artista contemporaneo Agatino Raciti

Comune di Siracusa
.
COMUNICATO STAMPA
ORTIGIA │ SIRACUSA DAL 20 LUGLIO AL 5 AGOSTO 2021
EX CONVENTO DEL RITIRO │ VIA MIRABELLA 31
OPENING │ 20 LUGLIO 2021, h. 17.30
ORARIO DELLA MOSTRA │ Mart – Sab / 17:00 – 20:00
Domenica su appuntamento, con l’artista presente, dalle 17.00 alle 20.00
Info: photons@agatinoraciti.com
INGRESSO LIBERO │ FREE ADMISSION
Ingressi contingentati
From 20 July to 5 August 2021, the historic and evocative setting of the former Convent of the Retreat in Ortigia, Syracuse, will host PHOTONS, a contemporary painting exhibition by Agatino Raciti, the exhibition, curated by Giusi Viola, has been granted the patronage of the Municipality of Syracuse and the Department of Culture.
In 13 large canvases, the artist dissects the suggestions that led him to the creative process; in tha artist’s own words:
"When I listened to Nick Cave's album" Ghosteen ", for the first time, I was immediately enchanted by the extremely restless and out of the ordinary sounds and lyrics. Cave’s son had recently died and the whole album does nothing but remembering his memory . All this evoked in me fantastic images, primordial figures without sexual and morphological connotations to whom I gave a single name, PHOTONS, from the lyrics of the most intense song of the whole album, entitled Fireflies:
“We move through the forest at night
The sky is full of momentary light
And everything we need is just too far
We are photons released from a dying star
We are fireflies a child has trapped in a jar
And everything is distant as the stars.”
Ultramarine blue, Caput mortuum violet, Bruno Van Dyck, Golden ocher and Titan beige are just some of the colors chosen for these compositions. Some of them were used for the first time, others are loved and also hated because they helped me to imagine what they would become, pieces of me imprinted on the raw linen cloth.
The faces disappear, to reappear resembling falotic beings whereas the bodies blend into dynamic, fluid, changing, mutant, futurist (ich) entities.
The photon is the fundamental element of light and behind this theory there is a whole study that from physics can very well go up to the psychology of color, questioning the origin of the species and of all things. Have we always wondered why the sky is blue? Nobody knows how to answer this question, the colors were assigned to us from the origin of the universe and nobody knows where they come from. The resulting analysis deals with the theme of light / color / fruition through experimentation linked to the study of colors, which represent the totality of existing things in reality, made visible through light.
Each photon takes its name from a particular verse of the aforementioned passages, recalling in my mind those sounds that accompanied my work during the first pandemic of 2020. "
The curator of the exhibition, Giusi Viola, notes:
"The poetics of the figure, in Agatino Raciti, echoes the morphosis of bodies generated by light and the use of color. It transfigures the structure of Adamic archetypes, conferring a transcendence in the primordial, photonic energy, a messenger of dreamlike and simultaneosuly carnal, earthly suggestions, expressed by the accentuated materiality of the representation.
In Adam, and Adam? the tribute, also referring in size, to Masaccio and Van Eyck, leads us on an intimate and ancestral journey. The emotions and feelings generated by human actions represent the need to listen to one's conscience, with the dignity of someone who has the strength and the ability to start over, aesthetically emphasized by the excellent pictorial quality of the artist Agatino Raciti; thus the struggle merges into an embrace, and turns into a dance that is the experience of life itself.
Agatino Raciti. was born in Catania.
After taking his secondary school certificate in Istituto d’arte, he graduates in architecture and opens “A&A” in Catania, an Art and Design studio.
He takes part to various national and international design competitions. He wins in 1996, when still a student, the competition “il centro nei centri, 12 piazze per il territorio di Messina”.
In 2001 he decides to organize his first art painting exhibition called “Violence of Life” to Catania and a year later he goes on with “soul landscapes” to Taormina and “Reliquemis” to Trapani until 2003, when he exhibits in the PALAZZO DELLA TRIENNALE in Milan with “dove abita l’utopia”, a collective exhibition dedicated to Libero Ferretti.
In 2002 he wins the “Napoli Cultural Classic” in the painting section.
The success he has gained and the selection for the first painting exhibition in Fonopoli, gennaio 2003, have pushed him to organize a lot of exhibitions in different national and foreign towns.
Between 2007-2011 exhibited in 3 different galleries in Vienna up to the partecipation in the collective “artists 4 Japan” at Albertina Museum in Vienna.
agatinoraciti.com
Agatino lives and works in Catania
ORTIGIA │ SIRACUSA DAL 20 LUGLIO AL 5 AGOSTO 2021
EX CONVENTO DEL RITIRO │ VIA MIRABELLA 31
OPENING │ 20 LUGLIO 2021, h. 17.30
ORARIO DELLA MOSTRA │ Mart – Sab / 17:00 – 20:00
Domenica su appuntamento, con l’artista presente, dalle 17.00 alle 20.00
Info: photons@agatinoraciti.com
INGRESSO LIBERO │ FREE ADMISSION
Ingressi contingentati
solo/collective exhibitions
SOLO
2018:- palazzo Ducezio di Villadorata, Noto, “Immortal Zugzwang +”
2017:- villa crescione, Ragusa, “All about red”
2015:- palazzo della Cultura, Catania, “Immortal Zugzwang”
2015:- villa Criscione, Ragusa, “non solo pupi”
2012:- ex chiesa san Francesco, Catania, performance istallativi “Bloody Mary Action”
2010:- palazzo Asmundo, Catania, “Götterdämmerung”
2009:- palazzo della Gancia, Ortigia (SR), “Ars e/o Te”
2008:- teatro Tenda, Catania,“Licking Megèra”.
2007:- Mammut, Catania, “Interrupted Passion”.
2006:- Wlliendorf Cafe, Vienna, “Warriors of love”.
2006:- Windspiel gallery Wien, “Verbergen Verbergen Verwandeln".
2006:- store Rizzotti, Catania, “Faces”.
2005- Histoire Cafè, Milano, “Ecstasia”.
2004:- MyBali, Milano, “Pathos & Ecstasy”.
2004:- store Papini Catania, “Face No Face”.
2003:- galleria T.ART Milano, “Agony or Exstasy”.
2003:- palazzo Cavarretta, Trapani,“Riequiliement”.
2002:- Premio Napoli Cultural Classic,convento sant’Angelo in Palco, Napoli.
2001:- ex chiesa del Carmine, Taormina,“Soul Landescapes”.
2000:- ex falegnamerie, Catania, “Violence of life”.
COLLECTIVE
2011:- museo Albertina, Vienna, “artists 4 Japan”
2010: Infantellina Contemporary, Berlin, “Boys,Boys,Boys”
2009:- Cavù. Palermo, "Percorsi tra immagini e note"
2006:- Wlliendorf, Vienna, “Warriors of love”.
2006:- Windspiel galerie, Vienna,“Verbergen Verbergen Verwandeln”.
2005:- galleria Gard, Roma, “Carnalità”.
2003:- Istituto Cervantes, Roma,“Forma e Colore in Movimento”.
2002:- 5 Biennale Nazionale di Pittura, sala mostre RIMINI
2002:- 4°premio Libero Ferretti, Palazzo della Permanente, Milano, “Dove Abita l’Utopia”.
2002:- 4°premio pittura Libero Ferretti, palazzo del Rettorato, Ancona.
2002:- galleria “Ammuar”,Catania.
IMMORTAL ZUGZWANG +
Bassi del Palazzo Nicolaci di Villadorata, Noto
con il Patrocinio del Comune di Noto
IMMORTAL ZUGZWANG +
mostra personale di pittura di Agatino Raciti
a cura di Vincenzo Medica
Quando negli scacchi si è obbligati a muovere ma qualunque scelta si faccia porterà alla sconfitta: questa è la situazione che viene definita Zugzwang.
Agatino Raciti, architetto per formazione ed artista per “provocazione” collega la metafora scacchistica alla perenne possibilità di movimento che la vita ci offre come privilegio ma che ci fa pagare mettendoci inevitabilmente in “scacco”. Eppure il libero arbitrio ci consente, nei limiti delle opzioni di scelta a noi concesse, incredibili emozioni e passioni che Raciti trasferisce con potenza visionari sulle sue tele, caselle di una scacchiera immaginaria.
La forza primordiale della natura e l’intensità delle passioni umane creano un ciclo immortale di energia che raggiunge il culmine nel “LSD Last Supper Drama”, attraverso una prospettiva al contrario quasi a voler indagare su quello che si nasconde dietro l’ovvio dei secoli. La nuova produzione di Raciti interroga il senso della ricerca umana, attraverso un viaggio che trasfigura il dolore, l’eros, in dimensioni di nuova profondità ricorrendo ad un repertorio iconografico e cromatico potente e contemporaneo.
testo di Antonio Pulvis
La mostra, che si terrà nei locali di Palazzo Nicolaci di Villadorata, verrà inaugurata giorno 9 giugno 2018 alle ore 19:00.
Palazzo Nicolaci di Villadorata
Via Corrado Nicolaci, Noto
dal 9 giugno al 3 luglio 2018
orari: lunedì/domenica 10:00/13:00 17:30/21:00
ingresso gratuito
IMMORTAL ZUGZWANG
By Antonio Pulvis
“Zugzwang” in the game of chess means that a player is compelled to move even though any possible choice will worsen his position.
The game of chess is represented by Raciti as a metaphor of a “compulsion move” that life offers as a privilege but is inevitably a lost game.
Although our liberum arbitrium gives us the capacity to experience a wide range of incredible emotions and passions that Raciti visualizes on his chess board with a strong visionary power.
Therefore, we find in his artwork the primordial force of nature and the intensity of human passions that create an immortal source of energy reaching the peak in “LSD Last Supper Drama” cycle, through a perspective, by contrast, that nearly investigate what was considered obvious over the centuries.
Agatino Raciti, in fact, is questioning ourselves about the meaning of human research, through a journey that transfigures the suffering in a dimension of new profundity. Our perception of sensorial reality is altered by the use of hallucinatory substances, like the mystery of the final hours of Jesus Christ may represent the major challenge for a human being, emphasizing the importance of life after death.
The resurrection announced by Raciti is not physical or bodily, but only spiritual. In this project the body is deformed and the characters are intricate and unrecognizable. It is the rediscovery of those dark sides, hidden in a subjective space that we often refuse to see.
The iconographic fulcrum is the crow, historically associated with the myth of the ferryman to ferry the souls into the underworld. With a sapient chromatic sense, Raciti finally declines his inspiration in three main colors, each of them symbolizes the fundamental aspect of life.
The Black LSD represents the materiality of the concrete world, associated with the human needs. The Red LSD is the fleshly nature and the carnal passion, representing the Transubstantiation, the conversion of the bread and wine into the body and blood of Christ.
The White LSD is the state of final purity of the human being, after contact with the divine revelation, the life after death, the white spirituality that dissolves the color of the sky after last supper.

DESIGNSCENE
october 17 2017 on DESIGN SCENE magzine
https://www.designscene.net/2017/10/art-scene-agatino-raciti.html
Italian artist AGATINO RACITI sits down for an exclusive DESIGN SCENEMagazine interview with SAV LIOTTA to talk about his beginnings, architecture and art, as well as current and upcoming projects.
In some of your last works there is a tribute to male anatomy, bodies that flex, contortions, body-to-body combat, perfect male architecture. How much has your architecture study influenced your art?
In architecture there are aesthetic and harmony principles that are literally incarnated at the anatomical level in the structure of the male body, and Greek culture is the most classic example in temples and buildings as well as in mighty statues to which I partly inspire . In my works, I also try to recreate those fluid and dynamic thrusts that are typical of more contemporary expressions of architecture. My training as an architect is a fundamental foundation of my art even in the composition of my figures.
What were your first experiences? When did you start painting?
Early experiences already date back to my childhood when drawing was the most natural and instinctive thing for me. Painting has always been natural and instinctive for me. Painting has always been an obsession, a daily necessity. I started to paint very early, as a child in elementary schools they already called me a small teacher. An uphill and absolutely non-academic path until I joined the art institute but with architecture and furnishings. Let’s say I learned from me the various pictorial techniques and remember I liked going to see the inaugurations of the exhibitions. I was a teenager and a monk. My first works I made at home came from my own memory I used only acrylics, colors that I now hate with everything I prefer to the oil ones. The first paintings were a clear reference to Salvador Dali I was fascinated by that strange man. Immediately afterwards other work was born and with them the awareness of the research that prompted me to continue without stopping except in short but sometimes long periods of reflection and self-taught study.
Technically how do you start with your art do you have a precise method?
I do not like to unveil my secrets, surely I have a technique that I call banally mixed technique and is increasingly accentuated especially in the latest productions. Intuition and reasoning are the primary ingredients. I do not like to rely on technology I prefer to do everything on my own, I remember when I was assistant to architectural design courses I always scolded those who carried sketches and sketches made to the computer but were in the late nineties. Today we are in the 3d age, I think the task of painting is to investigate the two-dimensional relationship. I will never stop drawing on a sheet of white paper, everything needs to be resolved inside, to represent on a flat surface allows us to describe, and the drawing is for me as the writing, vital to the representation.
When would you say art approached you?
I think art has approached me from elementary schools and I just did not want to welcome it, I remember my teacher encouraged me to draw on sheets of paper that then attached onto the classroom walls so everyone can take the lead. Then in high school, I was in love with the art history professor so much that in a poll that made me in the classroom I chose class leaders from an escalation of interests that tied me to Art world in a hectic way. Then I chose the university of architecture but I always preferred to paint that build. In any of my travels I can not go to see everything that art offers in the city I am, I like to miss the museums in full days
Tell me about “VIOLENCE OF LIFE ” your first solo exhibition.
It was the year 2000 I’ll never forget you decide to publicly expose myself by organizing an exhibition that would collect what had hitherto kept secret in my studio. A huge purple cage containing a paper mache figure excelled in the entrance hall of the former carpenters in the convent of san Placido. The rooms were huge, complex and tortuous original environments without the smell of the Earth made it inquietante floors and charming. Background music in “carnage visors” entrusted the Cure in the loop at all times. Seventeen years later in the same rooms the last solo in chronological order “Immortal Zugzwang” an indescribable feeling
If one day you could go out with anyone, dead or alive, who would it be and why?
The world is dead now, the art world first died.AGATINO Definitely Andy Warhol for what it failed to do in the late 60 and influenced artists like Bowie and Iggy Pop. I’d like to ask him some things in front of a mulberry granita for example I would spend a few weeks at the Chelsea Hotel in the years 70, true crossroads of artists and shared space in which reigned creativity, where you could have as neighbours Patti Smith and Robert Mapplethorpe or pay the rent with artwork.
Tell me about your last exhibition ALL ABOUT RED in Ragusa. Why the color red?
Red as emotion, representative of both of Eros to Thanatos, red lava flow that brings energy but also destruction, red blood flowing within us and is our essence. The exhibition staged these intense and conflicting impulses, some works rationalizing them through letters that refer to a verbal and logic, in other anarchist and passionate with an explosion of pure color.
In addition to recurring color remains black in almost every work almost like an avatar who wants to Excel on everything. Red is the colour that can move more rapidly while holding tied him the look you can’t help but notice you must dwell necessarily. Since ancient times this color was the subject of discussion on various levels from that of religion to science by the sexual one at that astrological. His strength evocative derives from the link with the color of blood and fire two important elements for old men and that, even in us, evoke by Association of ideas, strong sensations, in fact fire was used to ward off the spirits and the demons of darkness, being a bearer of light and warmth of life and in primitive societies each night creating a ring of fire around the camps and a man kept watch to keep the fire burning to defend against attacks of wild animals, real demons for those times because the fear to come sleep in darkness and surprised tored was strong. Red as synonymous with life in short.
Which of your works you wouldn t sell even for a million dollars?
Each work has a value that is independent of the listing economy, there are works that I donated to charity auctions (see one made at the Albertina Museum in Vienna in 2011 for the tsunami in Japan) and I sold donated or even destroyed, for me as an artist each work is destined to meet someone who can appreciate it and feel a direct and personal connection. A work to which I was really tied up that I’d like to have is one of my earliest self-portraits I think it was the year 1999 had on violet background will never forget it. It was donated to a rogue patron of New York as an exchange for an exhibition in his study but obviously then he disappeared and I never heard anymore.
Upcoming projects?
Travel and enriching my experiences with new emotions, planning to find and follow other avenues to be explored individually and then also artistically, while always remaining in that path that is my primary inspiration or the psychological instincts.
Keep up with Agatino Raciti @tomoperahouse on Instagram.

ALL ABOUT RED
VILLA CRISCIONE RAGUSA Strada Provinciale 25 Km 14.600, 97100 C.da Camemi, Ragusa RG
ALL ABOUT RED
Agatino Raciti
domenica 23 luglio 2017 dalle ore 19:00
«Sento che vi domandate: cosa vuol dire essere un colore?
Il colore è il tocco dell'occhio, la musica dei sordi, un grido nel buio.
Dato che sono decine di migliaia di anni che ascolto, di libro in libro, di oggetto in oggetto, quel che dicono le anime, come il ronzio del vento, lasciatemi dire che il mio tocco somiglia a quello degli angeli.
Parte di me richiama i vostri occhi, è la mia parte pesante.
L'altra parte vola in aria con i vostri sguardi, è la mia parte leggera.
Sono cosí contento di essere rosso!
Mi brucia dentro, sono forte, so di attirare l'attenzione, so anche che non riuscite a resistermi».
Orhan Pamuk, Il mio nome è rosso
cocktail dalle ore 19
IMMORTAL ZUGZWANG IMPRESSION
via vittorio emanuele 121
Lontano dai repressi moralismi borghesi così come da una mera volontà di
trasgressione, da un erotismo distante dalla goliardia, dal divertimento, emerge un desiderio ristretto come
dentro a un “bozzolo”, un piacere da non condividere e spesso rivolto solo a se stesso.
cit Pina Mazzaglia
Immortal Zugzwang | Ready to die? L’Armageddon della pittura. di Eleonora Milani
Uno dei più grandi maestri degli scacchi Garry Kimovič Kasparov, sostiene che:
«A livello più alto, gli scacchi sono un talento per controllare cose prive di
relazione. È come controllare il caos.»
Come si controlla il caos? Non sarà forse un’infimo desiderio barbaro dell’uomo
dare forma a ciò che non si lascia mettere in forma?
Il gioco degli scacchi, apparente pedana regolata da ordine e controllo mentale,
regno d’opposti con le stesse possibilità di mangiare o essere mangiati, è su
questa scacchiera che il momento “mortale” del zugzwang accade. Sembrerebbe
un gioco di parole dadaista, il zugzwang è invece l’attimo d’aporia ludica in cui il
bianco o il nero stanno per soccombere all’altro. La partita delle partite quella
dell’Immortal Zugzwang anche per il pittore contemporaneo Agatino Raciti che
torna a regalarci momenti di intenso dramma pittorico sulle pareti del Palazzo
della Cultura a Catania, sua città d’origine e culla degli echi della tragedia greca,
influenze molto presenti nei temi dei suoi lavori. Un percorso, questo in mostra,
che rivela le radici artistiche di Raciti per poi esplodere negli ultimi lavori presenti
in questa sede.
Inscenare un ordine per poi romperlo, violentarlo; l’esplorazione della figura
umana e della carnalità che tradiscono la bella forma e che mostrano rimandi vivi
alle composizioni figurative di Cézanne, penso in questo momento a
L’Enlèvement del 1867, tela che esplora il tema del rapimento, caro alla mitologia
greca, attraverso un modo vivo e crudo nella resa delle due figure incastrate in un equilibrio non precario che tuttavia restituisce le masse attraverso un plasticismo
rude. In Warriors (2011) ritroviamo la stessa tensione, cara al momento in cui la
figurazione cambiava in rapporto a sé stessa e allo sfondo, con l’aggiunta di
tonalità cupe che rimandano a una violenza ancestrale, con una carica di
erotismo evidente.
Il leitmotiv della mostra si carica di tre tonalità: il nero, il bianco e il rosso. Il
binomio degli opposti che si battono sulla scacchiera e il rosso, il colore che
sporca tutto, che aumenta il rischio e copre uno dei due “Re”. L’umanità è
costretta in un gioco in cui l’ordine lascia il posto al caos; i corpi di Raciti sono
pedine vive che si cristallizzano all’interno di una spirale drammatica di un tetro
avvenire.
Il teatro della mitologia greca è presente con Clitemnestra (2008), tela in cui la
figura femminile è deteriorata e soffoca all’interno delle sue membra il dolore di
madre ferita, consumata nei lineamenti e nella morbidezza in una modalità che
avvicina l’artista catanese alle sperimentazioni dell’Espressionismo Tedesco, ben
presente nei lavori che fanno parte delle serie Icon e Selfportrait.
Nei lavori più recenti presenti in mostra i corpi assumono una staticità e una
riduzione della silhouette maggiori, trasformandosi in acronimi dell’acronimo
zugzwang, suggerendo così una sorta di percorso immaginario e inesistente del
gioco in corso.
Un tragitto che tocca le corde del macabro quando si incontrano le tele della
serie LSD (Last Supper Drama); questa serie nelle versioni bianco, nero e rosso,
propone una rivisitazione della blasonata Ultima Cena. L’ironia e l’aspetto delle
tele, più vicine al Simposio che al tema biblico, si rivedono nella scelta della
composizione che, pur mantenendo l’iconografia tradizionale del tema che tocca
il suo acme nella rappresentazione artistica con Leonardo, è restituito attraverso
la raffigurazione di corpi rotondi e poco definiti, in un morbido gioco di masse in
grado di suggerire goffaggine. L’atmosfera bacchica si tramuta in queste tele in
qualcosa di oscuro, che copre anche quell’istante di tensione in cui nel cenacolo
si prefigura il tradimento. L’ultima cena è raffigurata dall’artista nelle due visuali, quella frontale dei personaggi e quella del retro, ed è proprio in queste due
raffigurazioni appartenenti allo stesso momento che entra in scena l’apocalisse: la
guerra fra i due scacchi è iniziata, il bianco e il nero si contendono la tavola e il
bene non è che la faccia del male, le ali nere di Lucifero giocano con l’angelo
buono, le pedine sono ferme al punto in cui il conflitto non si risolve, resta
bloccato nel momento in cui si è “obbligati a muovere”.
Mitologia e dramma infondono le tele di Raciti il quale abilmente, attraverso un
uso forte e bestiale del colore gioca con i volumi di corpi dal sapore grottesco
spesso costretti in torsioni violente o coinvolti in un insieme di equilibri precari.
La simbologia cristiana e mitologica è tradita da nuovi sensi e allusioni che si
muovono a ritmo denso nei dipinti della serie LSD che sembrerebbe chiederci con
tono agghiacciante e sornione “indovina chi viene a cena?” cosciente di invitarci
dentro la rete di un gioco di eros effimero, lotta alla redenzione e vittime del
peccato.
Il momento del dessert si offre allo spettatore nel modo più crudo e vero,
nell’opera che chiude il cerchio della partita: è infatti con Last Supper Dessert
che Raciti tocca le corde del travestitismo e della mise en abyme del tema
cristiano. Una schiera di uomini e donne nudi siedono accanto alla figura
centrale, impersonata dall’artista stesso che diventa il guscio di due semi, uno che rappresenta la purezza, l’altro il male. Ancora una volta e in una modalità che
non lascia più spazio all’ambiguità della pittura si avverte il senso di un momento
che ci obbliga a fermarci e osservare, tentando di capire chi farà scacco matto tra
il bianco e il nero, il bene e il male.
IMMORTAL ZUGZWANG
via vittorio emanuele 121 Catania
La nuova produzione di Raciti interroga il senso della ricerca umana, attraverso un viaggio che trasfigura il dolore, l’eros, in dimensioni di nuova profondità ricorrendo ad un repertorio iconografico e cromatico potente e contemporaneo.
Immortal Zugzwang | Ready to die? L’Armageddon della pittura by Eleonora Milani
Uno dei più grandi maestri degli scacchi Garry Kimovič Kasparov, sostiene che:
«A livello più alto, gli scacchi sono un talento per controllare cose prive di
relazione. È come controllare il caos.»
Come si controlla il caos? Non sarà forse un’infimo desiderio barbaro dell’uomo
dare forma a ciò che non si lascia mettere in forma?
Il gioco degli scacchi, apparente pedana regolata da ordine e controllo mentale,
regno d’opposti con le stesse possibilità di mangiare o essere mangiati, è su
questa scacchiera che il momento “mortale” del zugzwang accade. Sembrerebbe
un gioco di parole dadaista, il zugzwang è invece l’attimo d’aporia ludica in cui il
bianco o il nero stanno per soccombere all’altro. La partita delle partite quella
dell’Immortal Zugzwang anche per il pittore contemporaneo Agatino Raciti che
torna a regalarci momenti di intenso dramma pittorico sulle pareti del Palazzo
della Cultura a Catania, sua città d’origine e culla degli echi della tragedia greca,
influenze molto presenti nei temi dei suoi lavori. Un percorso, questo in mostra,
che rivela le radici artistiche di Raciti per poi esplodere negli ultimi lavori presenti
in questa sede.
Inscenare un ordine per poi romperlo, violentarlo; l’esplorazione della figura
umana e della carnalità che tradiscono la bella forma e che mostrano rimandi vivi
alle composizioni figurative di Cézanne, penso in questo momento a
L’Enlèvement del 1867, tela che esplora il tema del rapimento, caro alla mitologia
greca, attraverso un modo vivo e crudo nella resa delle due figure incastrate in un
equilibrio non precario che tuttavia restituisce le masse attraverso un plasticismo
rude. In Warriors (2011) ritroviamo la stessa tensione, cara al momento in cui la
figurazione cambiava in rapporto a sé stessa e allo sfondo, con l’aggiunta di
tonalità cupe che rimandano a una violenza ancestrale, con una carica di
erotismo evidente.
Il leitmotiv della mostra si carica di tre tonalità: il nero, il bianco e il rosso. Il
binomio degli opposti che si battono sulla scacchiera e il rosso, il colore che
sporca tutto, che aumenta il rischio e copre uno dei due “Re”. L’umanità è
costretta in un gioco in cui l’ordine lascia il posto al caos; i corpi di Raciti sono
pedine vive che si cristallizzano all’interno di una spirale drammatica di un tetro
avvenire.
Il teatro della mitologia greca è presente con Clitemnestra (2008), tela in cui la
figura femminile è deteriorata e soffoca all’interno delle sue membra il dolore di
madre ferita, consumata nei lineamenti e nella morbidezza in una modalità che
avvicina l’artista catanese alle sperimentazioni dell’Espressionismo Tedesco, ben
presente nei lavori che fanno parte delle serie Icon e Selfportrait.
Nei lavori più recenti presenti in mostra i corpi assumono una staticità e una
riduzione della silhouette maggiori, trasformandosi in acronimi dell’acronimo
zugzwang, suggerendo così una sorta di percorso immaginario e inesistente del
gioco in corso.
Un tragitto che tocca le corde del macabro quando si incontrano le tele della
serie LSD (Last Supper Drama); questa serie nelle versioni bianco, nero e rosso,
propone una rivisitazione della blasonata Ultima Cena. L’ironia e l’aspetto delle
tele, più vicine al Simposio che al tema biblico, si rivedono nella scelta della
composizione che, pur mantenendo l’iconografia tradizionale del tema che tocca
il suo acme nella rappresentazione artistica con Leonardo, è restituito attraverso
la raffigurazione di corpi rotondi e poco definiti, in un morbido gioco di masse in
grado di suggerire goffaggine. L’atmosfera bacchica si tramuta in queste tele in
qualcosa di oscuro, che copre anche quell’istante di tensione in cui nel cenacolo
si prefigura il tradimento. L’ultima cena è raffigurata dall’artista nelle due visuali,
quella frontale dei personaggi e quella del retro, ed è proprio in queste due
raffigurazioni appartenenti allo stesso momento che entra in scena l’apocalisse: la
guerra fra i due scacchi è iniziata, il bianco e il nero si contendono la tavola e il
bene non è che la faccia del male, le ali nere di Lucifero giocano con l’angelo
buono, le pedine sono ferme al punto in cui il conflitto non si risolve, resta
bloccato nel momento in cui si è “obbligati a muovere”.
Mitologia e dramma infondono le tele di Raciti il quale abilmente, attraverso un
uso forte e bestiale del colore gioca con i volumi di corpi dal sapore grottesco
spesso costretti in torsioni violente o coinvolti in un insieme di equilibri precari.
La simbologia cristiana e mitologica è tradita da nuovi sensi e allusioni che si
muovono a ritmo denso nei dipinti della serie LSD che sembrerebbe chiederci con
tono agghiacciante e sornione “indovina chi viene a cena?” cosciente di invitarci
dentro la rete di un gioco di eros effimero, lotta alla redenzione e vittime del
peccato.
Il momento del dessert si offre allo spettatore nel modo più crudo e vero,
nell’opera che chiude il cerchio della partita: è infatti con Last Supper Dessert
che Raciti tocca le corde del travestitismo e della mise en abyme del tema
cristiano. Una schiera di uomini e donne nudi siedono accanto alla figura
centrale, impersonata dall’artista stesso che diventa il guscio di due semi, uno che
rappresenta la purezza, l’altro il male. Ancora una volta e in una modalità che
non lascia più spazio all’ambiguità della pittura si avverte il senso di un momento
che ci obbliga a fermarci e osservare, tentando di capire chi farà scacco matto tra
il bianco e il nero, il bene e il male.

dove abita l 'utopia a cura di Stefania Fanesi Ferretti
Architettura e Arte (usual-inusual) Binomio da sempre inseguito e studiato da differenti punti di vista partendo da quello concettuale per arrivare a quello materico delle tele dipinte. Nelle prime esperienze pittoriche ancora cariche di dogmi scolastici è evidente l'influsso di quegli artisti che solevano andare oltre gli schemi di una società ignava sorda e passiva: primo fra tutti S.Dalì con le sue trasformazioni tematiche e surreali, passando poi per Klimt e Schiele. Dopo la formazione universitaria i riferimenti si sono affinati e maturati nello sviluppo di una linea di "fuoco2 come direbbe D. Libeskind (architetto polacco) fatta esclusivamente di insolite citazioni e input geometrici puliti e quasi sacri, spazi anonimi, superbi, vuoti e carichi di una tensione interiore molto forte. Inquietudine e passione sembrano rifarsi a quella condizione dell'uomo contemporaneo chiuso nella gabbia della vita.
La partecipazione alla 3° edizione del premio Libero Ferretti "dove abita l'utopia" rievoca in me la problematica legata all'esistere utopico dell'essere contemporaneo. Utopia, ovvero simulazione temporanea, ora negata ora tollerata ora collocata nell'effimero spazio interiore fatto di strani miscugli quali carne cemento collante e quant'altro occorre per materializzare e ricomporre i frammenti, di cui l'essere vivente - che non coincide necessariamente soltanto con l'essere umano - è composto.
L'esserci e il non esserci - l'ordine e il disordine - l'usuale e l'inusuale appunto... i doppi eterni che ritornano allo stato materico finale.
Agatino Raciti

IMMORTAL ZUGZWANG
via Vittorio Emanuele 121, Catania
coming soon
CARNALITA'
via dei conciatori 15
Soqquadro &
presentano
OGGETTO: MOSTRA COLLETTIVA D’ARTE
TITOLO: CARNALITA’
ARTISTI IN MOSTRA: NORMA ASCENCIO, FRANCESCA DE ANGELIS,
MASSIMO MATTEUCCI, AGATINO RACITI
DATE E ORARI: DAL 15 AL 31 GENNAIO 2005
h.16.00/20.00, CHIUSO DOM. E LUN.
INAUGURAZIONE: 15 GENNAIO h.18.30
LUOGO: GARD, VIA DEI CONCIATORI 3/i, ROMA
PATROCINIO: COMUNE DI ROMA XI MUNICIPIO
INFO: 06.5759475, 06.4503836, 333.8693502
E-MAIL:
La mostra è centrata sul lavoro di quattro artisti che elaborano discorsi estetici diversi tra loro, ma il cui comune denominatore è la ricerca sul tema della carnalità vista attraverso le diverse sfumature che la sensualità contiene.
Norma Ascencio, pittrice messicana, collega il suo lavoro alla grande scuola espressionista, ma ciò che decide di esprimere non è l’ansia, l’angoscia del vivere, ma la gioia, collegandosi ad alcune esperienze di Cezanne e di Matisse. I colori, forti e contrastanti, creano visioni di nudi verdi e arancioni che emergono da pennellate forti e decise attraverso le quali l’artista racconta il suo amore per l’umano, esaltandone la bellezza, l’armonia, il vigore, nei quali echeggia una visione del corpo quasi michelangiolesca.
Anche Francesca De Angelis utilizza la pennellata dell’espressionismo giocoso, ma mentre la Ascencio crea un racconto di forti contrasti di colore e di forme michelangiolesche, la De Angelis inserisce le sue figure, realizzate con toni naturali, su fondi quasi uniti, ricercando un annullamento della prospettiva che esalta la figura ponendola in una centralità da palcoscenico. In quest’ottica nel lavoro di quest’artista possiamo scorgere un filo sottile, un tenue cordone ombelicale, che la lega ad un’idea della figura trecentesca, immaginata nitida su un fondo, che allora era d’oro ed oggi nel lavoro della pittrice diviene azzurro, ma che è comunque un modo per far emergere la corporeità.
Massimo Matteucci
Agatino Raciti è strettamente collegato alla “sfigurazione” della scuola di Francis Bacon. La sua narrazione sull’uomo ci parla di vite sofferte, corpi legati, avvinghiati, martoriati come quelli dei santi, bocche spalancate che gridano l’orrore ed il piacere contemporaneamente. La visione della carnalità di Raciti non è quella di un piacere legato alla bellezza ed all’estasi, ma al tormento, all’eterno contrapporsi/fondersi del gioco sadomaso ed al suo scambio continuo di ruoli. E’ per questo che davanti alle opere di quest’artista nessuno riesce a rimanere indifferente, perché il nucleo centrale del racconto si fonda su tematiche ancestrali, sulle eterne perversioni dell’animo umano narrate nelle tragedie greche molto prima che fossero attentamente analizzate da Freud.
Hiding Changing Transforming
weyringergasse 20
In this exhibition in Vienna, the work of A. Raciti analyses and compares metaphors and subjects that portray, on a rigid wooden surface, the ambiguity of modern movement, the themes of decay and the sense of moving innate in every human figure.
They are exploring the hidden truth never revealed ( if not privately ) inside all those extreme situations, particularly from a human and sexual point of view.
The triptych and diptych themes ( of the double and the alternate phases ) here represent the search for the common link between what has been and what will be.
Press release
WINDSPIEL GALERIE weyringergasse 20 1040 VIENNA
opening next 18 january 2006 h. 19.00
"Boys Boys Boys" Infantellina Contemporary BERLIN
Beginning on 18th June 2010 to 15th July 2010, Infantellina Contemporary, the first and only Berlin gallery featuring 100% Italian art, will present the exhibition
„BOYS, BOYS, BOYS“
Vernissage 18.06.2010 start at 6 p.m.
Max Mondini Performance during the vernissage.
The exhibition “Boys, Boys, Boys” is a follow-up of the previous exhibition “Girls, Girls, Girls” both having as a combined and shared theme, the sexes.
“Boys, Boys, Boys” does not envisage to show the historical development of men, but rather explore the question of what men expect of themselves and what they aspire to.
Throughout time immemorial humanity has created cliches. In the media the image of the EGO and of the SELF is preached which reflects and determines the individual behaviour of its recipients.
We do not in this instance refer to men like Caravaggio, Thomas Mann, Wilhelm von Gloeden or other well-known and famous men from the past, but men of NOW, in present-day society: men who do not have to conceal themselves in the closet, we’re speaking of men who show and reveal their feelings with pride in public. Proud to be heterosexual, proud to be homosexual and proud to be bisexual. In this exhibition we present a selection of artists who through their artistic output attract attention to their views and opinions and life-style.
Vincenzo Baldini
Massimo D'Amico
Francesco Mestria
Max Mondini (Performance )
Agatino Raciti

percorsi tra immagini e note
contropArte
di Agatino Raciti
Il percorso di Agatino Raciti inizia dall´autoritratto del 2004;
è l´artista che presenta se stesso ma vuole anche marcare l´originalitá del suo punto di vista, capovolto perché necessariamente non puó coincidere con lo sguardo dello spettatore.
L´accostamento con il ritratto di Phelipe, prima opera del 2009, nasce per dare all´artista la sua controparte elettiva rappresentata in questo caso da un fruitore qualificato ed esperto qual è il critico d´arte.
Elemento focale è lo sguardo: quello del pittore che filtra il mondo intorno e quello del critico che a sua volta interpreta l´opera d arte.
Volontariamente offuscato un occhio in ognuno dei ritratti perche chi crea ha una visione soprattutto interiore, chi giudica difficilmente potrá andare a fondo delle reali motivazioni artistiche. Quasi come a ripercorrere la stessa tragica emozione dei primissimi piani dei personaggi simbolo di Ejzenstejn della corazzata Potemkin;
Phelipe potrebbe benissimo ricordare il dettaglio della donna colpita da una sciabolata che le ha frantumato gli occhiali.
Raciti crea quindi un paradosso ribaltando ancora una volta il senso convenzionale della critica. Phelipe in questa occasione verrá giudicato artisticamente come opera e la vera contropArte diventerá il pubblico.
cavü
piazza rivoluzione 1 Palermo
dal 06 marzo al 13 marzo 2009
a cura di Marco Sabatino

ARS e/o TE
sede espositiva:
Palazzo della Gancia
Largo della Gancia 1 Ortigia (sr)
tel 3480327084
titolo mostra:
“ARS e/o TE”
vernissage: 01 luglio 2009 ore 19:30
chiusura: 13 luglio 2009
a cura di Antonio Pulvis
”Non mi stanco di urlare: l’angoscia nasce
dall’íncoscienza, nasce dalla coscienza quella felicità, ch’è la meta mortale.”
Eschilo (Eumenidi).
Agatino Raciti presenta un nuovo ciclo di opere, profondamente diverse da quelle realizzate in precedenza.
Mentre in passato indagava su di un’immagine ambivalente attraverso la deformazione del corpo che spinge lo spettatore a percepire con immediatezza la forza delle pulsioni interne mantenendo riconoscibili i caratteri esteriori (provocatoriamente sensuali), oggi nei suoi dipinti emergono nuovi elementi sintetici ed essenziali.
Il corpo dialoga con se stesso inseguendo il mito dell’effimero visto metaforicamente attraverso la trasposizione contemporanea di Megèra, personificazione femminile della vendetta.
La Furia invisibile, la Divinità ctonia, l’invidiosa, la demoniaca abitatrice degli inferi, la madre del rancore e della vendetta, la figlia della notte e genio alato diventa ora simbolo della complessità della nostra anima capace di indurre comportamenti apparentemente osceni ma in realtà espressione di profonde esigenze interiori ed emotive.
Il mito delle Furie risulta consono ai temi dei quadri di Agatino Raciti in quanto queste figure mitologiche, portatrici di odio e distruzione, riescono a diventare Eumenidi, ossia benevole, nel giudizio nei confronti di Oreste e di Alcmeòne, riunendo in tal modo in se il bene ed il male. Il loro alito e la loro traspirazione erano insopportabili, dai loro occhi calava una bava velenosa, la loro voce somigliava talvolta al muggito dei buoi, perlopiù si avvicinavano abbaiando, perché non meno di Ecate anch’esse erano cagne.
E come cagne adirate inseguivano tutti coloro che non avevano osservato la consanguineità e l’ordinamento gerarchico che ne deriva (“mourning Clitemnestra”) il quadro della madre dolente rappresenta proprio i valori familiari difesi dalle furie, persecutrici e giudici di Oreste, assassino della madre Clitemnestra e l’amante della stessa Egisto).
“red Megera”:
variante infernale della visione delle furie.
Il colore prevale ed assorbe il carattere realistico dei lineamenti, sfumando il contorno delle bocche che assumono l’apparenza di antri minacciosi in cui si nascondono le nostre peggiori paure.
Rosso come carne e sangue, Rosso prosciugato dal corpo dolente di Clitemnestra e da quello tormentato di Oreste.
“Oreste’s regret”:
L’ispirazione proviene dai “Lottatori” attribuiti a Mirone di Eleutère (V sec a.c.), una scena sportiva legata a regole precise che attribuiscono la vittoria all’atleta più abile e forte.
Estrema confusione carnale tra due corpi con forte connotazione di ambiguità.
Il punto di vista è quasi quello della telecamera che insegue i personaggi e sta loro addosso quasi a soffiare sui loro colli. Lo spettatore è quindi alle spalle dei personaggi ed è impotente rispetto all’esito di questo combattimento in cui la nudità e la posizione dei protagonisti impediscono di riconoscere gli stessi e di attribuire loro un’identità.
Raciti lascia a chi guarda il compito di scegliere se la scena sia reale (Oreste uccide Egisto),
se sia una rappresentazione plastica di conflittualità sublimata nello sport o infine espressione metafisica di un irredimibile/irrimediabile senso di colpa dal quale Oreste viene sopraffatto.
Il confine tra realtà e metafora e indicato dalla sottile, quasi eterea linea che taglia il quadro a metà, orizzonte psichico ed unico segnale che distingue l’ambiente.
Il passaggio tra i piani della realtà e dell’ideale è percepibile al livello istintivo anche dalla posizione dei piedi che progressivamente si sollevano dallo sfondo nero ricevendo dallo stesso una potente forza dinamica valorizzata dalla prospettiva verso l’alto.
E’ presente anche una forte componente sensuale: il groviglio dei corpi e la potenza muscolare avvolgono lo spettatore in una dimensione in cui il contatto fisico è comunque legato ad una rappresentazione corporea passionale.
La scelta dei colori realizza graficamente il concetto di rimorso espresso in un celebre aforisma di André Suarès (“soltanto ruggine sul taglio di uno splendido acciaio”)
Collegate al ciclo di quadri dedicato ai personaggi dell‘Orestea, le immagini di ritratti in bianco e nero. Soggetti scelti tra persone che l’artista conosce e che incarnano nella realtà quotidiana la verità di Oreste, (oggetto del giudizio delle Furie/Eumenidi), proprio perchè è nella quotidianità che nascono le nostre passioni più forti e che siamo esposti al giudizio sociale.
dalle ore 10 alle ore 22
tutti i giorni
entrata libera
vernissage 01 luglio ore 19 30
catalogo illustrativo delle opere presentate
a cusa di Antonio Pulvis
ufficio stampa
REBA
curatori:
Antonio Pulvis
Renato Basile
artista:
Agatino Raciti

"Percorsi tra immagini e note"
secondo appuntamento della rassegna "Percorsi tra immagini e note" organizzata dalla Ready Made Eventi, con video proiezione dell'artista Guido Caruso e mostra collettiva di oli su tela e acrilici di Igor Scalisi Palminteri, Giovanni Tedesco, Stefania D'Alessandro, Agatino Raciti.
da venerdì 6 marzo 2009 alle ore 20.30 a sabato 7 marzo 2009 alle ore 3.30
Cavù
Piazza della Rivoluzione
Palermo, Italy

Articolo
Agatino RACITI nasce a Catania nel 1970...
...vive e lavora a Catania dove ha aperto nell’anno 2000 “A&A”, laboratorio di Arte e Architettura.
Laureatosi nel 1998 a Reggio C., ha collaborato tra il 1997 e il 2000 in qualità di assistente ai corsi di Progettazione Architettonica 2 e 3 presso la medesima università. Ha partecipato a numerosi concorsi di architettura nazionali ed internazionali, risultando vincitore nel 1996, ancora studente, al concorso “Il centro nei centri, 12 piazze per il territorio della città di Messina”.
Nell’anno 2001 decide di mostrarsi con la prima personale di pittura “violence of life”, proseguendo l’anno successivo con “soul landscapes” e partecipa alla terza edizione del premio Libero Ferretti (Palazzo della permanente Milano), vincendo nello stesso anno il premio “Napoli Cultural Classic” sezione pittura.
I consensi ottenuti e la selezione per la prima mostra di pittura pensata da Fonopoli all'inizio del 2003, hanno spinto l’artista a mettere in cantiere diverse personali in varie città italiane e straniere. La sua opera artistica vuole essere una trasposizione apparente e simulazione temporanea di tutte quelle situazioni che sfuggono alla realtà moderna e che si manifestano privatamente lontane da schemi autoritari e conservatori.
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Articolo
AGONY OR EXSTASY
by Andrea Rossetti
Agonia o estasi:
ovvero l’ambiguità tollerata dall’effimero mondo dell’esplicito, reso manifesto dalle manipolazioni di materia riportate sulla superficie rigida del legno.
L’implicito diventa reale mescolato al collante vinilico di cui si nutre.
L’esplicito rimane invece ancorato all’ambiguità mentale contrapposta a quella della comune indifferenza, metafore che si scontrano cercando di ritrarre quell’ oppressiva riservatezza di cui tutti scrutano e cercano invano il significato.
"Nature morte" (2003 tecnica mista su tavola),
testimonia il risultato di un avvenimento stravolgente ovvero riporta alla luce quello che in realtà e’ gia stato consumato. Le famose testimonianze di cui prima rimaste irrisolte e avvolte nel solito alone di mistero che prevarica qualsiasi spiegazione logica.
Il fatto e’ ormai accaduto, i protagonisti rimangono gli unici testimoni non morti collocati su di una prospettiva “costruita” ma si raggruppano su tre grumi ognuno dei quali ha una storia differente ma legata dal medesimo desiderio: la passione.
Le forme inconsuete delle figure dentro lo spazio, fanno risaltare col massimo dell’evidenza la carne maculata di lividi, riportando l’ordine dopo un presunto estremo disordine dominato da fantasie represse e nascoste.
"Still Lives", (2003 tecnica mista su tavola),
is a painting witnessing the outcome of an upsetting event, or rather a painting bringing to light what has actually been consumed. The former famous witnesses are unsolved and wrapped in a halo of mystery that abuses whatever logical explanation. The fact has happened by now, the main characters are the only living witnesses on a “built” perspective. But they gather on three lumps, each of which has a different story linked by the same desire: the passion. The unusual shapes of the figures inside the space strongly emphasize the bruise spotted meat(body), bringing back the order after a presumed extreme disorder, controlled by hidden and suppressed desires
"Interrupted passion"(2003 tecnica mista su tavola),
invece rivela l’accaduto quando sta per concludersi quando ormai vinti dalle passioni reciproche i protagonisti ricercano l’individualità nel trampolino gocciolante di vita vissuta avidamente.
Il rosso unico protagonista reale del cerimoniale contrapposto al cupo contorno definito dal solito spazio scarno ed essenziale. Due mondi a confronto di cui uno assolutamente anonimo, l’altro schedato nella fantasia dell’autore ma incarnato nella realtà, intrinseca ed obiettiva, che l’uomo ha dello stato di agonia.
"Interrupted Passion"(2003 tecnica mista su tavola),
on the contrary, reveals what happened as it is going to finish, when the main characters, won by their mutual passion, look again for their individuality in the dropping springboard of a life lived with lust.
The red, the only actual character of the ceremonial, is antithetical to the dark outline set out by the habitual, spare and essential space.
Two worlds in comparison: one absolutely anonymous, the other filed in the painter’s fancy but embodied in the intimate, impartial reality that man has of the state of agony.
Recensioni e commenti


