Carilu'

Pittore autodidatta ed architetto, Carilù si è sempre avvalso, per la realizzazione delle sue opere, della tecnica classica dell'"olio su tela". Esordisce negli anni '70 e, nelle composizioni di questo primo periodo, coinvolge assiduamente la natura e il territorio, rileggendoli e rielaborandoli attraverso una seducente e molto personale impronta cromatica. Durante questa fase, comunque, è molto impegnato nella sua attività professionale di architetto (operante primariamente nel settore edilizio). Devono poi passare molti anni prima che si venga a concretizzare un secondo periodo artistico, nel quale Carilù mette in scena opere "a tema" che abbracciano aspetti storici e ambientali, coniugati attraverso una traduzione simbolica, formale e cromatica, abbracciando sempre il genere espressionista, con risultati unici ed irripetibili.

Avendo partecipato a numerose rassegne collettive e ad estemporanee di buon livello, l'artista pittore Carilù aveva a suo tempo, già dato modo di farsi apprezzare, in particolare per gli equilibri compositivi e per l'efficacia della scansione spaziale.
Egli si ripropone, adesso, all'attenzione degli estimatori, al termine di una approfondita fase di revisione stilistica della propria espressione figurativa. L'artista, nel presentare un gruppo di opere aventi per tema il Paesaggio - relizzate nella classica tecnica dell'olio su tela - mostra di avere incentrato la ricerca di soluzioni maggiormente congeniali al personale processo rielaborativo, attraverso una originale trattazione del colore.
Gli esiti rilevano l'approdo a significativi traguardi interpretativi, dato che l'Autore sa servirsim del particolare intervento cromatico senza compromettere la leggibilità delle vedute, arricchendole, piuttosto, di suggestioni che assicurano una "lettura" coinvolgente.
Le Sue composizioni, costituite da un equo dosaggio di natura e territorio antropizzato, risultano perciò godibili, oltre che per l'esplicita caratterizzazione oggettiva, anche in virtù di una seducente impronta innovativa, tanto più convincente, in quanto priva di perentorietà ma forte di una meditata evoluzione, come di un'importante tappa di maturazione concettuale e formale.
Roma, giugno 1998 DECIO A. FILIPI