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Rolando Lambiase

Ritorna alla lista Aggiunto il 29 mag 2008

L'arte bipolare

C’è sempre stata una scuola del colore e una della linea, un bipolarismo nell’arte e nella cultura occidentali tra irrazionale e razionale, passione sogno fantasia e ragione.
I lavori di Lambiase appartengono al primo di questi due poli. Essi sono indulgenti con le forme e i colori, ai quali permettono anche di tradire ciò che rappresentano, senza malizia ma con gioia. Sulla tela i colori danzano in un’orchestrazione cromatica, erede dell’impressionismo, che risveglia percezioni e sensazioni sopite.
Eppure l’incanto della pittura ha la sua genesi in un profondo ancoramento alla realtà. I dipinti di Lambiase, dunque, sono sogni reali, rêverie, come li definirebbe Bachelard. Sono il frutto dell’immaginazione vigile e sveglia di chi vi si abbandona in solitudine, rimandano allo stupore del bambino davanti a un mondo magico da scoprire, in cui ogni cosa è nuova e niente è banale. Insomma, le tele di questo artista aprono le finestre proprio su quel microcosmo ricordato dal Nietzsche: “Ciò che distingue le menti originali non è essere i primi a vedere qualcosa di nuovo, ma il vedere come nuovo ciò che è vecchio e conosciuto da sempre, visto e trascurato da tutti”.
Grumi di ricordi e impressioni appartenenti all’Io più autentico del pittore si accumulano nella pasta del colore, nei movimenti del pennello. Il poeta J. Follain magistralmente descrive nei suoi versi (Exister) lo stato d’animo dell’artista – in questo caso il poeta – in solitaria simbiosi con la natura: Alors que dans les champs/De son enfance éternelle/Le poète se promène/Qui ne veut rien oublier. Il pittore con il suo cavalletto davanti al mondo è come il poeta chino sul suo foglio a scrivere: entrambi intenti a creare un’altra realtà dalla realtà, ad ascoltare (e osservare) le fantasie e le metamorfosi che tutto ciò che ci circonda (persone, luoghi, oggetti) ci suggeriscono o evocano. Entrambi ben consapevoli che quelle fantasie rivelano qualcosa di primitivo, archetipi di un mondo di cui forse solo nella nostra fanciullezza abbiamo
fatto parte.

Elisa Genna, Critico d'arte e curatrice.

Artmajeur

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