CentroAntama
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pensieri in fumo
il trionfo della natura
Donne
p.zza del Municipio
Comune di Sternatia Associazione Antàma
Venerdì 19 gennaio 2007
Parole di carta. Sentieri di lettura.
15 dicembre 2006 - 18 maggio 2007
Ex convento dei Domenicani
Piazza del Municipio
Sternatia (Lecce)
Venerdì 16 febbraio 2007 Ore 18,00- Proiezione documentario di Elio Scarciglia: “Odore di Terra” – testo di Marina Manieri con la partecipazione di Toni Candeloro, Laura Nascosto, Enza Pagliara. Voce fuori campo è di Azzurra De Razza
18,45 - Presentazione del libro “Il portone sulla piazza” di Maddalena Mongiò (Manni Ed.) a cura di Teresa Romano
In Mostra: Michela Del Tinto
Continuano gli appuntamenti con: “Parole di carta”. È la terza delle cinque soste del viaggio nella letteratura femminile salentina questa sera incontreremo Maddalena Mongiò ed il suo libro il “Portone sulla piazza”, ci condurrà nel mondo di Maddalena Teresa Romano. Maddalena nata a Lecce, vissuta girovaga per l'Italia al momento radicata nella terra salentina. Inquieta anche nel corso di studi: un avvio nel liceo, un diploma da maestra, concorso superato mestiere mai intrapreso. Stessa sorte all'iter universitario, percorso per un bel pezzo e abbandonato per inseguire una ricerca personale, una formazione fuori dagli schemi.
Due soggetti teatrali scritti e rappresentati a Lecce uno a Udine l'altro, un nutrito numero di articoli scritti per Quotidiano, una discreta raccolta di inediti, perché l'unico punto fermo della mia vita è la scrittura.
IL PORTONE SULLA PIAZZA (Finalista Premio Rhegium Julii 2005 - Opera Prima). E' una storia dal sapore antico raccontata con abilità e temperanza. L'autrice dà voce e profilo a maschere tragiche che sembrano spargere i loro sentimenti deformi sulla scena narrativa in maniera ossessiva, coattiva, persistentemente e coralmente lancinante. Un libro singolare veramente. Un punto di incontro fra avanguardia e romanticismo.
Parleremo delle donne in esposizione di Michela Del Tinto, nata il 29 settembre del 1971 dice di se stessa: “Ho iniziato a dipingere 18 anni, con e per rabbia. Blindare i miei pensieri su una tela e far fluire nel colore, nel silenzio e nella materia tutto quello che mi passava per la testa mi rilassava. Più il colore diventava parte di me, più io riuscivo a stare bene. Come ogni rapporto che si rispetti, anche questo legame ha avuto le sue crisi e le sue vittorie, perchè da completa autodidatta non è stato facile far convivere ciò che volevo con quello che poi con molta difficoltà riuscivo a realizzare. Ma la quotidianità, la voglia, la passione ha messo in ombra il motivo iniziale per cui avevo iniziato a dipingere e ha lasciato il passo ad un rapporto valido che a me ha dato e che dopo quasi vent'anni continua a darmi molto.
Assisteremo infine alla proiezione di “Odore di terra” l’ultimo lavoro di Elio Scarciglia, che si avvale della presenza di Toni Candeloro, Laura Nascosto, Enza Pagliara, Antonio Muci, Cinzia Villani, Sandro Greco ed altri e della voce di Azzurra De Razza. Un viaggio intimo, Odore di terra, alla scoperta di aspetti che questa terra regala solo al viaggiatore amante. Il Salento raccontato attraverso la poesia della sua luce, le nette ombre e le pietre che parlano di antichi ricordi. Un viaggio sottolineato dall'ispirato testo di Marina Manieri che parla di nonni dal viso consumato dal sole, dal vento e da duri mestieri, di corse fra i campi e di “amori bambini giocati tra l’erba”. Un Salento da sogno con il timore di svegliarsi.
Ambra Biscuso
Associazione Antàma
Ex Convento dei Domenicani
Sternatia (Le)
paroledicarta/
Cell. 339 5607242
Direzione artistica A. Biscuso
parole di carta
p.zza del Municipio
Comune di Sternatia Associazione Antàma
15 dicembre 2006 - 18 maggio 2007
Parole di carta. Sentieri di lettura.
Ex convento dei Domenicani
Piazza del Municipio
Sternatia (Lecce)
Venerdì 19 gennaio 2007 Ore 18,00- Proiezione documentario di Elio Scarciglia: “Sembra quasi che il sole tramonti”- Musica originale a cura di Andrea Senatore
ore 18,45 – Presentazione del libro: “Onde di follia” di Maria Pia Romano (Besa Ed.) a cura di Ambra Biscuso
In Mostra: Michele Marti, Maria Lucia Mastrolia, Manuela Reale, Valentina Villani
Direzione artistica e organizzazione
Ambra Biscuso
Parole di carta 19 gennaio 2007
Il tema di questa sera è la follia, follia intesa come distruzione, follia intesa “come calarsi in un pozzo profondo avere Sotto acque oscure e Sopra un buco luminoso e il passaggio alla felicità, alla luce, alla natura, alla vita”, follia intesa come annientamento per non cedere al banale. Follia come rinascita.
Nei giovani artisti che abbiamo in mostra questa sera troviamo, invece, la negazione della follia, loro combattono il disagio, il malessere dell’anima, sono la negazione della follia, la negazione del malessere che diventa il male che avvelena il corpo, la mente, lo spirito. Non scavano nella sofferenza, nel disagio la ragione del loro fare arte.
La Reale ricerca l’infinito e lo materializza nel gioco di luce e ombra, il disagio, In Inquieta presenza assenza, rappresentato dalla lumaca, è nella zona in ombra, i muri non sono negazione allo sguardo dell’altro ma difesa. Protezione, dunque, non negazione, anche perché la luce, ottenuta attraverso la velatura, accarezza la campitura dei quadri. La spinta è verso l’alto, lo notiamo nell’immagine dell’aquila, reale appunto, che esce dal pozzo in cui è precipitata, è sempre l’aquila che sorvola il paesaggio, dell’anima, dove la luce bianca si mischia sfacciata alla terra nera ma viva. E sempre l’aquila che trova riparo in una caverna e non è verso il fondo che guarda, non è all’illusione che lei volge lo sguardo, non accoglie il mito della caverna, di Platoniana memoria, come molte sue coetanee fanno dove la realtà è falsificata e proposta sotto forma di miti patinati, no, lei guarda verso la realtà, realtà è la natura che ha di fronte a portata di becco. Se osservate attentamente vedrete che le aquile della Reale non hanno artigli, non sono predatrici, hanno la maestosità dell’aquila, la sua vista, così attenta alle cose importanti della vita, loro, le aquile, planano sulla realtà, la sorvolano, sono in stretto contatto con la natura ed è nella natura che trovano il loro habitat, la natura è la loro essenza.
Anche nella Mastrolia il legame con la natura è forte, il cerchio, che indica la ciclicità della natura, il materiale non a caso è pietra e non a caso è colorata di un verde intenso e non a caso ha rotto la monocromia del Pendente con pochi tocchi di rosso quasi a voler segnare il passaggio dall’età della pietra alla scoperta del fuoco. È un grido alla vita, è manifestare le necessità della Terra, è un allarme contro le ferite che infliggiamo al nostro pianeta. Qui non è presente, per ragioni di spazio, un’altra opera di Maria Lucia, Collier, che trovo sia complementare ed esaustiva del suo percorso di ricerca ed espressione artistica, è una falce che lascia le tracce sulla terra, è l’aratura dell’essere, è la preparazione alla semina. Passa dalla forma circolare alla spirale aperta, modellando la materia con grande maestria.
È forte il legame con la terra in questi artisti, è chiara la loro identità, non sono confusi, sanno chi sono e dove affondano le loro radici non hanno catene che li inchiodano al passato le catene ci sono ma sono slegate o aperte come a voler mettere in chiaro che non c’è schiavitù in loro ma appartenenza. Le due catene, o collane, della Mastrolia hanno forme diverse: una di forma ellittica l’altra triangolare, una chiusa l’altra aperta, non rotta, non c’è frattura tra quel che si era e ciò che si è, la storia di un popolo, il griko, la loro identità è viva e vitale la loro appartenenza è radicata al luogo. Le catene conservano il ricordo della spirale conservando il senso del movimento, se in quella ellittica possiamo intuire il costante movimento degli elettroni, nella catena spezzata, la forma triangolare, mette l’attenzione sull’essere, o sul sé, e dal chiuso ci spinge nell’infinito. Appartenenza, dicevamo, e cosa appartiene di più ad un popolo se non la danza? La danza, considerata dai padri greci la più alta forma di arte Maria Lucia l’ha “narrata” con libertà e leggerezza, i nostri occhi nel guardare la sua opera danzano con lei, la movenza è espressa in modo ineccepibile.
La follia, o il malessere, si combatte con il ferro e ci si libera dalle catene reali o fittizie cui la contemporaneità ci lega trovando nella ciclicità della natura e nel tempo la pienezza dell’essere trovando così in noi l’infinito.
In un mondo dove si globalizza anche il pensare l’arte per questi giovani artisti l’arte è una ragione sociale e spirituale, permette di trovarsi, e trovare una ragione per sfuggire ai parassiti che cercano i saltarci addosso e nutrirsi di noi.
La ricerca di trascendenza di Michele Marti trova il suo Amuleto, il suo segno, nella natura rivelata e si rigenera nel salmo al Perfettissimo.
L’uso dei materiali poveri, in modo quasi ossessivo del legno, riproducono la passione di Cristo: è una Via Crucis verso la salvezza del genere umano. La storia è scritta su carta ed è scandita dal tempo, i rami, la parola di Dio è l’onda su cui cullarci.
Le opere di Michele hanno ancora l’impronta del suo maestro, Salvatore Sava, ma mi riportano anche al grande Leandro che diceva: Arte amore e fantasia pazienza nel tracciare linee e punti senza pensare o riflettere la mano ferma non tremante guidata dal respiro naturale…….La mano quando traccia non deve essere guidata ma libera come il pianto di un fanciullo…arte pazienza volontà purezza fantasia giustizia e amore questa è la felicità.
“Codificazione dell’uomo” è la ricostruzione della storia, ferma il momento in cui l’uomo sta per scagliare quella freccia che lo porterà nel futuro, fissa l’istante, come a fermarne la gravità, è il momento in cui tutto sta per cambiare, una volta che l’atto si sarà compiuto e prima freccia sarà scagliata non c’è possibilità di ritorno, mi riporta alla mente il monolite di “Odissea nello spazio” del grande Kubrick. Michele racconta l’inizio e il libero arbitrio.
Valentina Villani è, forse, la più spigolosa: la linea verticale dà la spinta verso l’alto ma tende a tagliare in due la figura come a voler determinare l’orizzonte possibile o il passaggio da uno stato ad un altro, tra il passato ed il presente. Predilige la figura femminile, simbolo di sensualità fa in modo che sia la linea a creare e determina la forma, una linea morbida che si interrompe di colpo, ma nel riprendere rimane sinuosa, la luce non defluisce, non avvantaggia l’equilibrio lascia la figura sospesa., l’equilibrio sembra dettato dall’interiorità. Passa dalla formalità della forma al concetto di forma (Figura femminile, Figura astratta), è qui che maschile e femminile si fondono. La riconoscibilità di Valentina è nella linea esterna, nella ripetitività del movimento. In Ricordo il fuoco fatuo della memoria brucia, lo sguardo è profondo, intimo, interno e inconfessato, il ricordo si ascolta con un solo orecchio, il sinistro, come a voler sottolineare che è il cuore che vuole ascoltare.
In passioni svelate si alterna il vuoto e il pieno, tutto è diviso a metà l’equilibrio tra essere e essenza è assoluto, l’essere umano ha ali per volare, è libero di consumare il suo tempo, il tempo è il diagramma vuoto nella parte inferiore dell’opera e segna il ciclo che man mano si compie. È un escalection di compiuto e incompiuto. La ricerca dell’Io si svela in un susseguirsi di pieno e vuoto, di luce e ombra, di finito e infinito.
Parole di carta
pzza del Municipio
Comune di Sternatia Associazione Antàma
15 dicembre 2006 - 18 maggio 2007
Parole di carta. Sentieri di lettura.
Ex convento dei Domenicani
Piazza del Municipio
Sternatia (Lecce)
Venerdì 15 dicembre nella splendida cornice dell’Ex Convento dei Domenicani di Sternatia, presso il Centro Antana, in piazza Municipio avrà inizio la manifestazione : “Parole di carta”
Venerdì 15 dicembre 2006 ore 18,00- saluto delle autorità
18,15 – proiezione del documentario di Elio Scarciglia: Assolo – con la partecipazione di Laura Nascosto
ore 18,30: Presentazione del libro “Altrestorie” di Mirosa Sambati (Besa Ed.) a cura di: Antonio Errico e Mauro Marino
Duo di chitarra con Patrizia Sambati, Maria Luisa Petrelli
In Mostra: l’opera di Gigi Specchia: “Andare senza fine” messa a disposizione da Leonardo Chiriacò
Sotto l’ausilio dell’assessorato alla cultura del Comune di Sternatia prende vita “Parole di carta” progetto, ma anche laboratorio, che nasce dall’esigenza di un maggiore confronto tra autrici e lettrici. Faremo un viaggio con cinque soste, una al mese, nella letteratura femminile salentina, parteciperemo alla visione di mostre, proiezione di lungometraggi e concerti, tutto in attinenza con il libro presentato. Ogni appuntamento sarà il culmine di un’elaborazione che si svolgerà nel laboratorio dell’Associazione Antama di Sternatia. Sarà un’occasione per una riflessione critica, dove cercheremo di coagulare tensioni e sperimentazioni, riflessioni sull’esperienza personale e del passato così che si arrivi ad esprimere le problematiche del presente in una prospettiva futura. La rappresentazione, il ritratto e l’autoritratto, la condizione spaziale contemplativa, non solo del paesaggio, le questioni della distanza, della memoria, della ripetizione e riproduzione si collocano con autorità all’interno di questo percorso accettando le sollecitazioni del testo scelto, così da trarne positivo confronto affermando nuovi dubbi e solide certezze sulla dimensione della donna salentina che non manca di profondità e visioni.
Ambra Biscuso
Direzione artistica e organizzazione
Ambra Biscuso
Associazione Antàma
Ex Convento dei Domenicani
Sternatia (Le)
Info:
Cell. 339 5607242
Schede informative:
ELIO SCARCIGLIA insegnante con la passione delle immagini. Immagini statiche o in movimento, che dedica al Salento. Dice Scarmiglia: “Il mio intento è quello di raccontare la nostra terra portando alla memoria luoghi e persone, persone che hanno contribuito a rendere grande questa terra”
MIROSA SAMBATI nasce a Lequile (Lecce) nel 1955. Appassionata di arte e musica, amante della natura, vive, con la famiglia, in campagna. Autrice di racconti, pubblicati su riviste e antologie, ha vinto diversi premi letterari. Nel 2003 ha pubblicato il romanzo breve Olmo(Mongolfiera ed).
ALTRESTORIE La scrittura è catarsi. Allevia, accudisce il sentire, lo indirizza, da sfogo e costruisce un orizzonte possibile. Governa, la scrittura, capace di domare il respiro, di chiedere tregua al divenire dell’inesausto. Mirosa Sambati in Altrestorie determina un altro sé, lo raffigura nell’inquieto che placa la sua morsa. "Non vedo uscite: o cambia modi o me ne vado da qui. Torno alla mia solitudine. Debbo ringraziare qualcuno? Non me ne vado invece. Per quel che ho detto prima. Per questa storia che pare non significhi nulla e invece a qualcuno servirà. Qualcosa la scriverò a fare…". Racconti, cronache, corrispondenze che danno respiri al dolore e portano odori, nomi di fiori e segreti di luoghi, trattenuti per la paura di perderli. Le Altrestorie sono pretesti, portano nomi, personaggi reali e immaginari, piccole vicende di quotidiano cariche di interrogazioni. Un percorso d’amore, tutto al femminile. Amore per la scrittura, passione per la parola che dà forma e genera e partorisce e invera. Amore per il lettore chiamato a custodire una relazione sempre unica, esclusiva, che traduce palpiti e fa tracce. "Scrivo. E se mi chiedessero per l’ennesima volta perché, risponderei con un sorriso o con un ghigno: perché ho letto". Narrare è colmare il vuoto, non aver mai ragione del tempo. Inseguire la purezza in un oggi che ti lascia sgomento, con le cretinerie del quotidiano e i grossi problemi. È tenersi stretti ad un albero pensando che il cuore, così rinchiuso nei suoi anfratti, forse non cesserà il suo battito, il suo vitale venire.
Mauro Marino
Patrizia Sambati è nata e vive a Lequile. Si è diplomata in Chitarra Classica presso il Conservatorio “Giovanni Battista Martini” di Bologna. Laureata in Musicologia presso l’Università di Pavia (Scuola di Paleografia e Filologia Musicale di Cremona) con una tesi sperimentale sulla Didattica musicale, frutto delle sue esperienze con i bambini. Ha seguito, in qualità di allieva effettiva, corsi di perfezionamento con i maestri: Aldo Minella, Alirio Diaz, Oscar Ghiglia, Nando Di Modugno, Stefano Grondona. Si è specializzata, inoltre, nelle nuove tecnologie di Didattica musicale per l’infanzia con Carla Pastormerlo, autrice del metodo “Io cresco con la musica”.
Maria Luisa Petrelli studia chitarra da quando era piccolissima ed oggi ha alle spalle una lunga esperienza di concerti ed esibizioni in pubblico, sia come solista che in varie formazioni cameristiche (in particolare in duo flauto-chitarra con la sorella Roberta).
La sua tecnica chitarristica nasce da una sintesi delle varie e importanti conoscenze acquisite frequentando varie scuole: Ha studiato con i migliori musicisti, partecipando a master class con chitarristi di fama internazionale (fra i quali Carlo Barone, Oscar Ghiglia, Stefano Grondona)
Comunicato stampa
Ogni appuntamento sarà il culmine di un’elaborazione che si svolgerà nel laboratorio dell’Associazione Antama di Sternatia. Sarà un’occasione per una riflessione critica, dove cercheremo di coagulare tensioni e sperimentazioni, riflessioni sull’esperienza personale e del passato così che si arrivi ad esprimere le problematiche del presente in una prospettiva futura. La rappresentazione, il ritratto e l’autoritratto, la condizione spaziale contemplativa, non solo del paesaggio, le questioni della distanza, della memoria, della ripetizione e riproduzione si collocano con autorità all’interno di questo percorso accettando le sollecitazioni del testo scelto, così da trarne positivo confronto affermando nuovi dubbi e solide certezze sulla dimensione della donna salentina che non manca di profondità e visioni.
Direzione artistica e organizzazione
Ambra Biscuso
codificazione dell'uomo
l'antica codificazione ha perforato il tempo, ha, con il suo arco, bucato l'infinito, evitando il deperibile
Ghislain Mayaud
legno, carta, acrilico
70x100
crocefissione
Getsémani
rami, foto, legno
60x120
Il trionfo della natura
installazione: di bambù, paglia, rete metallica
Biografia
Miche Marti nasce a Galatina nel 1981 e vive a Sternatia.
Nel 2004 ha conseguito il Diploma di laurea in Decorazione presso l'Accademia di Belle Arti di Lecce.
Nel 2000/2001 ha partecipato "Sugiana" VI e VII Rassegna di Arte a Sogliano Cavour; nel 2001 "Mercredi de l'Art" a Lowembrau di Poggiardo; 2002 "Naturalmente" al Chiostro degli Agostiniani di Sogliano Cavour; 2003 "Acaja in arte" III edizione; nel 2005 "Dell'anima?, forma e colore. Ex Convento dei Domenicani a Sternatia; 2007 "Parole di carta" a Sternatia
Danzando
Maria Lucia Mastrolia nasce a Galatina nel 1979 e vive a Sternatia.
Nel 2002 ha conseguito il Diploma di laurea in Decorazione presso l'Accademia di Belle Arti di Lecce.
nel 2003 segue un corso di Grafica Pubblicitaria, nel 2004 un corso di Formazione e Comunicazione Editoriale. nel 2000 ha partecipato ad "Arte sacra" Accademia Belle Arti di Lecce, nel 2001 "Mercredi de l'Art" a Lowembrau di Poggiardo; 2002 "Naturalmente" al Chiostro degli Agostiniani di Sogliano Cavour;2001 "Sugiana" VII a Sogliano Cavour, nel 2005 "Dell'anima, forma e colore. Ex Convento dei Domenicani a Sternatia; 2007 "Parole di carta" a Sternatia
Collana
"..Una collana d'oro si insinua silenzosamente nello spazio. andrà a stringere la sua vittima al collo ingannandola con l'illusione della bellezza infinita..."
Ghislain Mayaud
cemento e gesso, smalto
cm 4,5x18x45
collier
ferro, stoffa, gesso
cm 88x306x10
Danzando
Pendente
pietre, legno, acrilici
cm 90
Compresenze
Valentina Villani nasce a Galatina nel 1978 e vive a Sternatia.
Nel 2003 ha conseguito il Diploma di laurea in Scultura presso l'Accademia di Belle Arti di Lecce.Nel 2004 segue un corso specialistico in Formazione di Docent/mediatore artistico- Culturale a cira del professore Pinton.Nel 2004 mostra presso l'Accademia di Belle Arti di Lecce con l'esposizione "Figura disegnata". Nel 2005 "Dell'anima, forma e colore. Ex Convento dei Domenicani a Sternatia; 2007 "Parole di carta" a Sternatia
Articolo
Manuela Reale nasce a Galatina nel 1977 e vive a Sternatia.
Nel 2001 ha conseguito il Diploma di laurea in Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Lecce.Nel 1999 Mostra Collettiva a Castrignano dei greci; 2003 "Agorà" a Martano;nel 2005 "Dell'anima, forma e colore. Ex Convento dei Domenicani a Sternatia; 2007 "Parole di carta" a Sternatia
Libera vita
"...L'aquila dipinta da Manuela azzera le sue esitazioni aprendosi al vento delle sue certezze per lapidare con il becco il cielo, aprendosi così, la sua invisibile strada nella spazio infinito..."
Ghislain Myaud
inquieta presente assenza prseenza
olio su tela
100x100