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Nicola De Luca

Ritorna alla lista Aggiunto il 7 lug 2007

TESSITORE DI SOGNI

Nato nel 53 a Torre di Ruggiero, dove tuttora vive e lavora, Nicola De Luca scopre fin da piccolo quella che è una sua dote innata: riprodurre perfettamente ciò che l'occhio vede. Questa sua capacità lo porta ad intraprendere gli studi presso il Liceo Artistico di Reggio Calabria, dove, allievo di Leo Pellicanò, affina la sua sensibilità estetica ed acquisisce consapevolezza delle sue possibilità espressive e di quelle che il mondo dell'Arte custodisce al suo interno. Ma la personalità multiforme del giovane De Luca ha voglia di aprirsi verso nuove libertà e di confrontarsi con espressioni artistiche diverse da quelle apprese dall’insegnamento scolastico. Quindi, nel 72 dopo aver completato gli studi liceali, si trasferisce a Napoli e si iscrive alla facoltà di Architettura. Nella suggestiva città partenopea De Luca vive dentro di sé un divenire di intuizioni, curiosità e scoperte sensibili. Instaura una collaborazione come Light designer, con una piccola compagnia di teatro sperimentale. Parallelamente rivolge la sua attenzione verso la luce come entità incorporea, ma tuttavia architettonica. Inizia, così, ad interessarsi di fotografia, uno dei tramiti espressivi privilegiati dagli artisti di quegli anni, dapprima come mero riferimento per i suoi soggetti disegnati, poi come linguaggio a se stante. Prediligendo il bianco e nero che cura personalmente in fase di sviluppo e stampa. Il contatto con la fotografia si rivelerà in seguito importantissimo per la sua evoluzione artistica.
Nel 1980, dopo aver conseguito la laurea, lascia la città dove è maturata la sua formazione e torna definitivamente nella sua cittadina natale. Da allora esercita con successo il mestiere di architetto affiancato ad un’intensa produzione disegnativa e pittorica di carattere figurativo.
Le sue ultime opere nate da una approfondita analisi dei capolavori dei Maestri antichi e moderni della cultura figurativa italiana, ci appaiono come meravigliosi esercizi di stile che rasserenano lo sguardo e scuotono l'anima. Pur avendo un talento eclettico che gli permette di spaziare con gran disinvoltura tra svariate tecniche artistiche, per dare forma al proprio sentire d'artista ha scelto come linguaggio il disegno, perchè più consono alle sue capacità espressive e più adatto ai contenuti da trasmettere.
In questi ultimi anni De Luca ha indirizzato la sua ricerca artistica sulla figura femminile, puntando la sua attenzione principalmente sul volto.
Questa indagine sulla fisiognomica lo ha portato alla rappresentazione di primi piani stretti su volti femminili densi di espressività. Volti dominati dal pensiero e dall'attesa, immersi in atmosfere di malinconico incanto, che si stagliano sullo sfondo di un notturno continuo con evidenza fotografica.
Volti che si concretizzano tramite una minuziosa esattezza compositiva, fondata su quell'incerto confine che divide realtà ed apparenza, sulla corporeità dei sensi e l'impenetrabile mistero in cui sembrano perdersi.
Ciò che colpisce, nelle sue opere, è la struggente armonia, l'eterea fisicità ed il candore quasi voluttuoso, elementi sapientamente amalgamati nella loro complessa ed apparente discordanza, vivificati nelle immagini da un'eccezionale forza descrittiva e rappresentativa. De Luca è un paziente tessitore di sogni che pur cimentandosi con un soggetto iconografico largamente raffigurato nel corso della storia dell'Arte, riesce non solo a trasfondervi fino in fondo un’intima complessità, ma anche ad eseguire un prodotto artistico che non ha nessun timore di essere catalogato nel capitolo. E' un artista che cattura la bellezza imprevista, quella che c’è nella donna comune ma al tempo stesso unica, pronto a cogliere, nel modo più icastico e pregnante, il gesto che ne svela il mistero. Sapientemente incastonate sulle tele, dalla memoria inconscia dell'artista, le visioni femminili di De Luca non hanno nessuna connessione con il termine ritratto. Anzi! Si pongono, piuttosto, come risultanti di una concezione della figura umana che si potrebbe definire antropocentrica. Di qui la rappresentazione del volto come conseguenza visibile dei moti dell'animo, la forma in funzione dell'esplicitazione dell'interiorità che in queste opere scaturisce ed erompe in forme di chiara icasticità classica, non avulse dall'influenza dalla linea dolce della Nuova Figurazione e da ascendenze stilistico-culturali caravaggesche. Nelle opere di De Luca la donna viene presentata come simbolo in sé di grazia e bellezza per essere successivamente indagata nei suoi intimi e sfuggenti meccanismi psicologici, ed infine sublimata ed idealizzata. Lo sbalorditivo e seducente effetto d’insieme, amplificato dalla sapienza tecnica, conduce lo spettatore da una realtà quotidiana ad un regno estetico popolato da muse dove il magico momento della contempazione viene prolungato nel tempo. Come in un processo alchemico che va al di là di ogni alchimia, le donne di De Luca si presentano come dotate di una raffinata purezza talmente candida d'apparire misteriosa e di una semplicità talmente onesta d'apparire inafferrabile. L’aspetto più sorprendente di questi volti femminili è che non cedono mai la propria identità all'imitazione, ad una fittizia recitazione di se stessi, ma conservano la chiarezza con cui si sono rivelati al loro artefice. Essi posseggono la straordinaria proprietà di renderci testimoni delle scoperte dell’artista, perchè il gesto che li ha sottratti al Vuoto e li ha posti in essere non li ha mai traditi.
Per quest'abile cesellatore di anime, che non ha nessuna pretesa né desiderio di stupire con il virtuosismo tecnico, la pittura ed il disegno diventano preziosi strumenti analitici per indagare, scandagliare ed interpretare, attraverso il volto, le forme e le espressioni, il senso profondo dell’esistenza.
In questo contesto, ogni ritratto rappresenta un varco verso l’infinito.
Viene spontaneo citare l'illustre filosofo Emmanuel Lèvinas che in un suo saggio del 1961 scriveva: "La Parola dell'Infinito è udibile dal volto dell'altro". Parole rivelatrici che ci aiutano a comprendere, ancor più a fondo la poetica di De Luca.
Potrei ancora scrivere a lungo ma lascio agli amanti dell’arte il piacere di scoprire le opere di uno dei più abili artisti calabresi che vanno emergendo nel campo della pittura e del disegno figurativo.
Francesca Londino, luglio 2006

Artmajeur

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