All’inizio ho dipinto per necessità della mia anima, sentivo il bisogno di dipingere, avrei potuto dipingere di tutto ma la mia energia si è spontaneamente indirizzata al tema del rapporto tra il mare e l’uomo.
Ho espresso con i miei colori, allora, i poli tematici di una pittura tutta giocata attorno ad un parallelismo tra I due soggetti, messi in evidenza per mezzo di quadri vocativi e, attraverso lo stesso espediente retorico, avvicinandoli l’un l’altro: la bellezza e la potenza di un mare inirregimentabile e l’anima umana narrata in tutte le sue stagioni, lottatori eterni ed implacabili fratelli.
Ho poi, sempre più consapevolmente, iniziato a rivolgere la mia attenzione al tema del femminile nelle sue mille sfaccettature, osservando occhi, corpi e mani di donne ed immaginandoli trasfigurate in una storia da raccontare.
Ed è così che sono nate le mie donne, donne piccole e donne grandi, donne madri e donne figlie, donne amiche.
Andando avanti sono giunta a raccontare la vita nella sua generalità, anche attraverso la puntuale osservazione di persone sconosciute, avvicinandole a me e venendone quasi stendahlmente rapita: ne ho raccolto i corpi, le posture, le anime, le magie, traducendone su tela l’intima e certa bellezza.
Sono passata, nel tempo, da una pittura intesa quale nutrimento dell’anima, ad una pittura che si fa esigenza fisica … che si fa respiro essenziale, e che attraverso l’espressione della bellezza – quella della natura, delle persone, dei racconti e delle situazioni – tenta di traguardare l’obiettivo di rappresentare immediatamente la gioia del vivere.
Così, se la visione di una mia opera potrà consentire ad uno solo o a tutti gli osservatori di essere piacevolmente trasportati in un remoto cantuccio dei propri ricordi di gioia lontana, allora sarò soddisfatta e sarò riuscita a perfezionare il mio intento: tutto il resto non conta!
Annadora Mingiano
