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Luigi Cola

Ritorna alla lista Aggiunto il 5 mag 2014

BIOGRAFIA COMPLETA

Luigi Cola nasce a Montoro Inferiore in provincia di Avellino il 26 Settembre del 1951 da padre eclettico e creativo e da madre artista nel disegno del ricamo. La famiglia si trasferisce nella città di Avellino dopo la morte del padre a soli sei mesi dalla sua nascita. Fin dall’infanzia manifesta la sua inclinazione espressiva; incide, graffia e disegna su pietre e su residui di marmo con chiodi e martello e su intonaci di mura di vecchie case con carboni, gesso o argilla essiccata. Viene seguito e consigliato a studi artistici fin dalla scuola elementare, così, nel 1962, è iscritto al corso inferiore dell’istituto d’arte di Avellino (scuole medie) con i maestri Sinibaldi Leone e Remo Stasi. Consegue, poi, il corso superiore (triennio) col diploma di Maestro d’Arte, a conclusione del quinquennio la relativa Maturità Artistica con i maestri Giovanni Spinello e Salvatore Cotugno, i quali ammirano l’artista in erba e con magistrale abilità sanno guidare l’allievo senza deviarlo dalla sua inclinazione espressiva, che già si manifestava, oltre la pura visibilità, piena d’enigmi interiori, attraverso un ordito di simboli i quali riempivano e costruivano le sue composizioni.

Ancora studente, Cola, partecipa a rassegne e mostre d’arte. Questo primo periodo è intensamente marcato da un’estenuante ricerca-sperimentale tecnico-espressiva. Utilizza mezzi tecnici e materiali di vario genere e alterna nella sua figurazione, forme espressive e linguaggi visuali, con le tecniche varie pensate studiate e assemblate come collages polimaterici e pitture materiche concettuali, con ricerche e sulle immagini-figure e cose e lo studio approfondito sulla deformazione delle stesse. Una fase artistica pienamente rivolta alla ricerca di sé e protesa verso un’identità espressiva.

L’immaginario di Cola si configura in un dinamico equilibrio compositivo. Necessita, quindi, di una tessitura pittorica ove può lasciare fortemente inciso nella materia l’energia creativa per raggiungere appagamento interiore ed estetico. Per questo inserisce nel contesto pittorico lamine di piombo modellate e incise in profondità da segni vitali all’artista.

Nel 1970 è iscritto all’Accademia delle Belle Arti di Napoli. Il suo percorso formativo storico-culturale si determina attraverso le lezioni di filosofia ed arte con il professor Mormone, impostate sulla riflessione estetica, politica e sociale dell’arte, sulle definizioni dei diversi concetti estetici e le formulazioni degli opposti. Per le tecniche dell’incisione, riceve l’insegnamento tecnico-pratici dei Maestri: Pacilio e Bruno Starita. Entrambi con la loro lezione si rivelano fondamentali, nel percorso artistico dell’allievo, da fargli scoprire il potere del bulino nell’incidere sulle lastre di zingo un mondo nuovo nel suo immaginario, riconosciuto dai maestri: autentico nel segno e nella forma, perché costruito attraverso un processo creativo, ai vertici della sublime espressione artistica.
Domenico Spinosa, Maestro della Scuola di Pittura, per tutta la durata del corso accademico, segue con attenzione l’allievo riconoscendo nel suo lavoro una sensibilità e una capacità di coniugare sapientemente innovazione e raffinatezza di contenuto, di forma e di tecnica, che con i suoi gesti artistici si combinano e si trasformano, di passo in passo, con la sua narrazione, attraverso la produzione di una miriade di disegni su carta e dipinti su tela. Cola, in breve tempo, diventa l‘allievo che desta nel maestro, Spinosa, notevole ammirazione perché la sua pittura è lontana dagli schemi accademici, dagli influssi e tendenze, mostrando quello che sa dipingere con un linguaggio maturo, personale e singolare nella scrittura figurata nella pittura. Cola, sempre attento alle sperimentazioni ed alle possibilità del linguaggio dell’arte, segue, per alcuni anni i corsi sperimentali di fotografia istituiti nell’Accademia, il 1970, tenuti dal Maestro Mimmo Jodice, capace di trasmettere, sapientemente alla generazione a cui elargiva i suoi insegnamenti, tecnica e senso d’innovazione. Cola intuisce la lezione di Codice ed il suo stile comunicativo attraverso l’insegnamento della fotografia e delle tecniche, dà una forte azione nel processo creativo totale nei suoi studi, conseguendo il riconoscimento dei suoi maestri per la sua delicata e raffinata sensibilità.
Nel 1974, Cola termina gli studi accademici e nello stesso anno Spinosa presenta una mostra di Cola e scrive: “Se, com’è stato autorevolmente detto, il quadro non è più una rappresentazione, specchio o finestra sul mondo con esso, attraverso le più svariate operazioni sull’immagine- al momento della sua formazione o addirittura prima che esso si formi- è possibile ancora regalare al mondo un istante di felicità, di libertà autentica. E sembra che l’assunto del pittore che qui espone rientri proprio nella specie di queste operazioni: ecco perché il suo lavoro va guardato con interesse e, nelle fasi successive, seguito con particolare attenzione”. Negli anni ’70, Cola con la sua pittura, fa respirare un’aria di sogno e d’autentica dolcezza. Rende visibile una figurazione di religiosa composizione di forme, leggere meno impetuose di segni e di colore. Coglie i momenti essenziali dei legami affettivi fra le creature umane e quello che li crea. Il suo immaginario figurativo distorce le fisionomie in uomini-pupazzo. Trasfigura cavalli rabbiosi in oggetti di cartapesta: Crea con le tempere superfici di intonaci vecchi ma sobri. Modella lastre di piombo in sagome incise a volte da graffi profondi e violenti. Cascate di fiorellini e luci d’argento. E’ un linguaggio che personalizza tutta la sua opera pittorica e con esso Cola esprime il senso della bellezza, della libertà nel breve spazio della sua esistenza, prima dell’estinzione. L’amore per l’arte e una forte esigenza di conoscere portano Cola in giro per l’Italia e parte dell’Europa negli anni 1978 – 1979 – 1980.
In un breve soggiorno a Parigi visita ambienti e luoghi dove artisti dell’avanguardia Internazionale, come Picasso, Apollinaire, Modigliani, Braque, …, ecc. hanno lavorato e vissuto. Poi il Louvre, dove contempla dal vivo le opere più famose del mondo.
Al ritorno dà alla sua pittura uno slancio cromatico e addolcisce le forme severe con una maggiore morbidezza ed una luminosità più espressiva alla poesia di deformazione. Un fascino melanconico permea la pittura degli anni ’80. La bellezza di un bambino di piombo, o parte di esso, di una amorosa colomba o di un volto di piombo, né è l’esempio più esplicito. La scomposizione dell’immagine e la ricomposizione di essa, lontana da ogni intonazione naturalista, in oggetti d’autore è l’emblema di un rinnovato equilibrio, della dimensione umana. Lo scenario artistico della pittura di Cola non costituisce un razionale e freddo esercizio estetico, ma qualità di pittura che ottiene dalla lirica esaltazione dell’umano essere.
La carriera artistica di Luigi Cola si suddivide in vari cicli pittorici, ognuno dei quali si distingue per una propria visione e per una personale composizione come afferma l’artista “ Questi sono percorsi che col tempo diventano, per così dire, un po’ trasversali, che sono frutto sia d’intelligenti e giuste proposte, e sia di attenti e approfonditi studi”
Sempre a proposito di questi vari percorsi artistici l’artista continua dicendo “Questa mia lunga azione artistica, intervallata da tanti periodi sta ad indicare come, durante tutto l’arco della mia carriera artistica, si è rivolta sull’essere umano e nelle sue molteplici variazioni possibili e potenziali per meglio rappresentarne le modulazioni che, se da un lato si esauriscono dall’altro generano nell’artista altri impulsi per la nascita di un nuovo mondo da abitare e da indagare per conoscere e interpretare bellezze sconosciute. Percorsi e storie da svelare, nuove percezioni che, non hanno nulla a che vedere con il periodo o tema precedente, frutto autonomo di un profondo e continuo sentire arte, proprio dell’animo dell’artista”.
In una delle ultime interviste all’artista fatta da Carmen Balzano, nel 2011 annota, l’artista ha così raccontato la sua arte:
“Ripercorro con la mente i miei percorsi artistici”. Come in un “corto, con sequenzialità e rapidità, così nella mia mente scorrono, come fotogrammi, una quantità d’immagini ed i tanti momenti creativi-operativi vissuti e compiuti appunto nel campo d’azione. I segni tracciati, incisi energicamente nella forma corposa della materia. I colori in contrappunto agli spazi delle forme. Le tante energie applicate sulle varie superfici: tonde, piane, concave, convesse. Lo studio di tecniche, pensate, trovate, adottate e risolte, nella costruzione delle architetture degli spazi compositori e per tutto ciò che è significante in tutta l'opera, mi ritorna limpido nella visione. Ritrovo, nei sentieri della memoria, lo spirito delle forme ha preso vita nella luce del colore e il susseguirsi delle operazioni mentali concretarsi visione, tanto nella pittura, quanto nella materia della scultura. Pensieri di un tempo che, si accompagnano con estetiche di racconto dettate fino ad ieri, con fluxus impetuoso, si tramuta oggi in un nuovo e straordinario viaggio nella terra proibita tra sogno e creazione perché già trabocca di percezioni tattili e visive nuove che, mi attraversavano, m’investono, e mi lasciano irreligiosamente a pagarne il prezzo della violazione per essere transitato con alterità nel luogo del divino e nella mappa universale vitae. La visione globale si affolla. Un neo-alfabetismo suggerisce le mie mani di fare, mi consente di ritessere un linguaggio il quale nell'incontro con lo spettatore può trasformarlo protagonista interlocutore di un discorso creato, disegnato, puntualizzato sui nuclei sociali, etici e politici della civiltà planetaria come non mai. Esamino la memoria dall'esterno e, vedo... che, non solo dipingo ma, creo mondi, individuali e collettivi, con i suoi luoghi e le sue geometrie. Creo architetture, negli spazi degli eventi estetici che la superficie della tela accoglie e, nella materia scultoria che diviene forma. Costruisco micro-scenari in cui tutte le riflessioni estetiche divengono elementi di conflitto con altre visioni, quelle che si ricevono attraverso "il velo opaco della visione" che altera, finge, inganna, distorce la percezione della realtà, simula l’appagamento suscitando le intolleranze alle problematiche quotidiane, mostrando un rifondato mondo collettivo. Una visione che, distorcendo le diottrie che non appartengono né a me né a chi anela una neo-dimensione all'interno di una cultura sociale leale, creativa, richiede il ruolo dell'arte: esplicitare, l’intuitivo bisogno del rimodellare il continuo mutamento del mondo, con interazioni linguistico-visivo che riconduce l’uomo ad abitare la sua esistenza”.
Nel 2013 troviamo un Cola intensamente impegnato in viaggi e soggiorni d’oltreoceano. Cola si trasferisce in California ove continui viaggi lo portano nelle mitiche città di: Los Angeles, San Francisco, Las Vegas, San Jose, ecc. ma non fa mancare il lavoro artistico e le nuove amicizie d’arte che accompagnano la sua permanenza in California. Della sua esperienza artistica californiana realizzata con una produzione di pitture combinate così racconta:

“STORIA CALIFORNIANA"
Collage per un’esplorazione delle vie dell’archivio tempo-natura. E’ una galassia estetica d’infinite sollecitazioni sensoriali attraverso una visione romantica per cercare di rappresentare un mondo pensato a corrispondere ogni esigenza creativa nel quale esistere con totale libertà. Questa produzione d’opere è una libera espressione artistica col corpus della pittura, formulata di strategie estetiche deliberatamente volute, per favorire all’osservatore, una sottile riflessione sull’idea storica dell’ospitalità, socialmente antropologica in questo stato, definito “luogo perfetto, terra del sole”, con un’interpretazione rivolta alla diversità al multi-grado culturale al cosmopolitismo alla varietà delle religioni e agli intrecci etnici, che si è attuata e concretizzata nell’esperienza reale dei giorni vissuti in loco. Una situazione di due paradisi offre un panorama con scenari diversi, caratterizzando distinti aspetti fisionomici, quello naturale e quello artificiale, che spesso si fondono, in questo luogo: California. Il primo un paradiso di carattere atavico, con i suoi territori naturali, appartenuto a civiltà lontane ormai remote, in cui si sente, con delicata sensibilità, che ancora vive lo spirito dei sogni dell’uomo, ricordati ora solo dalla storia, si manifesta nella totale pienezza della sua natura, Quello artificioso, moderno, contemporaneo, che sussurra, con fascinosa attrazione, all’osservatore, la capacità di produzione in ogni cerchia, dalle megastrutture d’architettura ingegneristica, d’affermata avanguardia, alla famosa e storica industria cinematografica delle grandi star. Con i loro riflessi di luci coniugati come lampi d’arte, di misurata diligenza, soffiano l’alito sensibile dell’ottimismo e dei cambiamenti culturali in continuo divenire. Questa terra è un quadro ammaliante e malizioso, affascinante e seducente per i suoi molteplici volti, che concede trasferire lo spirito dell’osservatore attento dentro le cose su cui l’occhio si posa. Luigi Cola – 2013”.
Molte sue opere sono state pubblicate su libri di narrativa, romanzi, poesie e monografie.

PRESENZE E PARTECIPAZIONI

Luigi Cola ha partecipato a mostre e fiere in Italia, in Europa e in America. Alcune sue opere sono presso collezionisti Italiani e Californiani.

1966 - Prima rassegna giovani artisti Città di Avellino, presso la Biblioteca del Museo Provinciale di Avellino con il
Patrocinio della Provincia di Avellino – Assessorato alla Cultura. AVELLINO.

1967 -Faenza; Partecipazione al XXV concorso Internazionale della ceramica d’arte città di Faenza, presso il (MIC) Museo Internazionale delle Ceramiche. Uno dei più importanti musei d’arte ceramica del mondo. FAENZA.

1968 -Partecipazioni varie ad attività socio-culturali nella città di Avellino. Rassegna sull’arte degli anni 60 città di Avellino presso la Biblioteca Provinciale – Assessorato alla Cultura. AVELLINO.

1969 -Avellino; Prima personale nella città di Avellino, concomitante al suo 18° compleanno. AVELLINO.

1970 -Si diploma all’Istituto Statale d’Arte di Avellino e si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Prima personale nella città di Avellino.

1971 -Atripalda: Personale nella città di Atripalda, (AV).

1972 –Napoli: Rassegna Primavera Napoletana delle arti figurative 1972 a cura della Rizzoli Editore – NAPOLI.

1973 –Napoli: Realizza un murales all’interno dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. NAPOLI

1974 - Consegue il diploma dell’Accademia di Belle Arti. Personale alla Galleria Centro Sud Arte di Scafati (Sa). Personale alla Galleria Centro Zero di Angri. (Sa).

1974 –Scafati: Personale alla Galleria Centro Sud Arte di Scafati. (Sa).

1975 - Roma: X Quadriennale d’Arte Moderna – Palazzo delle Esposizioni – ROMA.

1976 – Un’intensa ricerca dei mezzi espressivi gli consente di realizzare incisioni con le tecniche dell’acquaforte e della xilografia, dipinti e sculture con la tecnica della ceramica maiolicata e invetriata. Inizia, come docente, ad insegnare discipline artistiche nella città di Foggia. FOGGIA.

1977- Napoli: Personale alla Galleria San Carlo di Napoli. NAPOLI.

1978 - Avellino: Seconda rassegna Incontro con l’Arte 1978, realizzata da la Trivella periodico del Mezzogiorno. Nello stesso anno è assunto nel Liceo Artistico di Eboli per l’insegnamento delle Discipline Pittoriche. Si dedica allo studio ed alla lavorazione della ceramica artistica.

1979 -Avellino: Province e città diverse della Campania si susseguono con mostre di dipinti, maioliche e sculture di ceramica.

1980 - Gran parte della produzione artistica, prodotta fino ad allora, viene distrutta dal terremoto in Irpinia, 23 novembre 1980, per il crollo del centro storico della città in cui era situato lo studio ove vi operava. AVELLINO.

1982 - Avellino: Riprende l’attività artistica impegnandosi totalmente nella pittura, scultura e ceramica artistica. AVELLINO.

1983 -La Spezia: III Biennale d’Arte Città di La Spezia Cronache ed Indagini. LA SPEZIA.

1985 -Salerno: Rassegna di Pittura e Scultura ’85, “Orientamenti e tendenze”, Castello Areghi – Direzione dei
Musei Provinciali di Salerno. SALERNO.

1986 -Vico Equense: Personale al Centro d’Arte La Scogliera di Vico Equense (Na), con testo in catalogo di Davide Morlicchio. NAPOLI.

1987 -Pompei: Personale nella città di Pompei, SALERNO.

1988 - Scafati: Personale alla Galleria Centro Sud Arte di Scafati, SALERNO.

1989 -Angri: Personale alla Galleria Centro Zero di Angri, SALERNO.

1990/95 –Napoli: Si dedica maggiormente alla ricerca ed alla sperimentazione trasformando il suo studio in un
Laboratorio/Scuola. Istituisce ed organizza, in qualità di docente, un corso di pittura triennale sotto l’auspicio del distretto scolastico di Nola e del Comune di S. Paolo Belsito (Na), per educare “con ed attraverso l’arte” giovani pittori. NAPOLI.

1996 –Roma: “12 Artisti 12 Storie” – Collettiva alla galleria Athena Arte di Roma, con il patrocinio della Regione Campania, del Comune di Avellino, del Mattino Redazione di Avellino, del Gruppo Petit Prince e l’interessamento di Telenostra, rinomata tv locale. Entra a far parte del catalogo Nazionale del Gruppo Petit Prince edizione Arte. Una sua opera, “artisti in piazza Duomo”, è copertina della manifestazione, organizzatadall’Associazione, di cui ne fa parte, con la collaborazione di Inopera.it, ed è visibile alla pagina internet www.inopera.it/arte. ROMA.

1996 -Avellino: Personale alla Galleria d’Arte Petit Prince nel Centro Storico di Avellino con il Patrocinio:
Comune Avellino, Assessorato alla Cultura. AVELLINO.
1996 -Toronto: Campania 2000, rassegna espositiva in Canada (Toronto e Montreal) ed in America (New York) sotto gli auspici del Consolato Generale d’Italia e dell’Istituto Italiano di Cultura di Montreal con il Patrocinio: Regione Campania; Provincia di Avellino, Benevento, Caserta, Salerno; E.R.S.A.G.; Sovrintendenza per i beni ambientali, architettonici, artistici e storici di Napoli, Caserta, Salerno ed Avellino; Sovrintendenza per i beni archeologici di Napoli, Pompei e Salerno; Fondazione I.D.I.S. (Istituto per la Diffusione e la valorizzazione della Cultura Scientifica); Ente Ceramiche Vietresi; Ente Ville Vesuviane; Federazione delle associazioni della Regione Campania in Canada; Istituto per il Commercio Estero. TORONTO, CANADA.

1996 - Montreal: Campania 2000, rassegna espositiva in Canada (Toronto e Montreal) ed in America (New York) sotto gli auspici del Consolato Generale d’Italia e dell’Istituto Italiano di Cultura di Montreal con il Patrocinio: Regione Campania; Provincia di Avellino, Benevento, Caserta, Salerno; E.R.S.A.G.; Sovrintendenza per i beni ambientali, architettonici, artistici e storici di Napoli, Caserta, Salerno ed Avellino; Sovrintendenza per i beni archeologici di Napoli, Pompei e Salerno; Fondazione I.D.I.S. (Istituto per la Diffusione e la valorizzazione della Cultura Scientifica); Ente Ceramiche Vietresi; Ente Ville Vesuviane; Federazione delle associazioni della Regione Campania in Canada; Istituto per il C

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