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Gianni Pedrazzi

Назад к списку Добавлено 4 сент. 2009 г.

"ESTATE" acquerello cm 73x25, 2002

Sulla riva del canale crescevano liberi gli alberi e i cespugli; proprio come nella giungla che leggevamo nei racconti di Salgari.
Tagliando i rami interni di quella vegetazione avevamo ricavato un nascondiglio segreto dal quale controllavamo in ogni momento il territorio circostante.
La calura estiva ci invitava a tuffarci nell’acqua fresca di quel canale calmo e silenzioso.
Ogni tanto ci ripetevamo le storie sentite dai grandi che parlavano di persone che nel misterioso Po si erano annegate facendo il bagno, proprio come noi, e le avevano ripescate molti giorni dopo più a valle.
Quelle storie ci mettevano i brividi, ma ci voleva ben altro per farci desistere dai nostri giochi.
E poi, a noi non poteva succedere nulla: eravamo immortali e per dimostrarlo ci sfidavamo
a superare le prove più pericolose.
Qualcuno saliva sui rami di un albero e si tuffava nell’acqua riportando a galla una manciata di fango nero come fosse un trofeo che testimoniava il suo coraggio.
Altri ancora si lanciavano in poderose bracciate sfinendosi in una gara di resistenza, risparmiando appena un filo di energia per poter rimanere a galla quando giungevano allo stremo delle forze.
E giorno dopo giorno noi eravamo li, indaffarati a rincorrere instancabilmente le nostre fantasie e i nostri giochi.
L’acqua del canale invece sembrava ferma.
Scorreva così lenta da apparire immobile e, quando il giorno dopo tornavamo, sembrava essere ancora li dove l’avevamo lasciata.
Anche a noi il tempo sembrava sospeso e invece, giorno dopo giorno, stavamo crescendo e quelli di noi che lo avvertivano non erano più dei nostri l’anno dopo.

Artmajeur

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