11 opere da Gaspare Lombardo (Selezione)
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Chi è la vittima e chi il carnefice?
Quando è nato il bisogno di sacrificare e di sacrificarsi... o[...]
Chi è la vittima e chi il carnefice?
Quando è nato il bisogno di sacrificare e di sacrificarsi... o di sacrificare vittime per nulla consenzienti all'immolazione? Noi sentiamo molto affine alla religione l'idea del sacrificio, ci si sacrifica per una causa superiore, per la divinità, per la patria. Il sacrificio fa parte della vita, l'edonismo attuale è un surrogato dell'esistenza basata sul sacrificio, in fondo ci si può divertire se si hanno i soldi necessari ad accedere agli svaghi offerti dall'industria dello spettacolo. Siamo qui a fare spettacolo di una situazione paradossale, di una dialettica imbalsamata nelle maglie delle corrispondenze semantiche tra significato e significante che assurge ad epitema della inversione e propulsione dei ruoli. Ruoli tutti giocati all'interno di una empasse psico analitica che vede perpetuarsi, in una sorta di coazione a ripetere, la figura della vittima e del carnefice...tema biblico, si potrà optare, in cui l'esistenza dell'uno è assioma dell'esistenza dell'altro sulla paralasse di un sistema codificato di segni che chiamiamo Arte.
Ma come la condizione ultima dell'essere scarnificato, manipolato, "messo a nudo" gnoseologicamente parlando e nella materialità della carne, violentata e abusata rimanda alla condizione miserevole dell'artista contemporaneo che ridotto a produttore di merci reifica l'eterno perpetuarsi delle condizioni atte alla sua cooptazione all'interno del sistema dell'arte che ne perpetua e certifica la validità ad operare nell'ambito delle arti visive, ovviamente fino alla prossima tendenza... L'artista scade presto, come il latte, e quindi prima che inizi a puzzare di vecchio bisogna immettere dei nuovi prodotti, più freschi, più innovativi, al passo coi tempi. Questo è marketing, gente, e chi non si adegua
In questa epoca di felicità per tutti coloro che lo desiderano, ma il desiderare và qui intesa nel senso di adattare le capacità per procacciarsi i mezzi necessari. Cosa desidera un artista? essere riconosciuto come tale, che ci sia un consenso che lo gratifichi. Come viene gratificato un artista? Dalla valorizzazione delle sue opere, valorizzazione resa possibile da una sinergia di fattori, dei quali la critica è uno di quelli principali. Come si attiva questa valorizzazione? viviamo in un momento di valorizzazione delle idee.. si vendono beni immateriali, idee, modi di vita...si crea uno star system, dei modelli di riferimento, si saccheggia quà e là ed ecco realizzata l'ultima tendenza... nell'epoca del post... Visto che l'arte non deve più rappresentare una interrogazione di fronte alla vastità dell'universo ma un semplice diversemnt, al più colto, ma che contenga in se quel pizzico di media generalistico. La patina di cultura viene affidata al sistema preposto a questo: grandi musei di arte contemporanea si muovono come multinazionali, operando strategie di mercato, investimenti , campagne acquisti, l'artista contemporaneo si misura sulle quotazioni delle aste di Sotesby, da qui la visibilità dell'artista si misura sulla sua capacità di crearsi un immagine e di venderla. In questa fase ci sono sinergie e antisinergie che si muovono come buchi neri nella galassia : gallerie, fondazioni, enti locali si adeguano e concorrono alla formazione di nuove Accademie e gruppi di potere.
In questa configurazione la sfera artistica sembra che sia carnefice e vittima allo stesso tempo: carnefice perchè impone ritmi e scelte dell'artista: ovviamente questo comporta che il designato possa accedere ai benefici del successo, ma si tratta di una piccola cerchia di eletti, tutti gli altri non sono artisti. Oppure l'arte è carnefice perchè riflette la condizione dell'artista contemporaneo non avulsa dalla sua vita affettiva e bio-politica e quindi che si trova a vivere sulla propria pelle i dolori e le mortificazioni della vita... Una vita giunta sul precipizio della non storia e in quella sorta di buco nero in cui si dibatte la cultura contemporanea.
Quando è nato il bisogno di sacrificare e di sacrificarsi... o di sacrificare vittime per nulla consenzienti all'immolazione? Noi sentiamo molto affine alla religione l'idea del sacrificio, ci si sacrifica per una causa superiore, per la divinità, per la patria. Il sacrificio fa parte della vita, l'edonismo attuale è un surrogato dell'esistenza basata sul sacrificio, in fondo ci si può divertire se si hanno i soldi necessari ad accedere agli svaghi offerti dall'industria dello spettacolo. Siamo qui a fare spettacolo di una situazione paradossale, di una dialettica imbalsamata nelle maglie delle corrispondenze semantiche tra significato e significante che assurge ad epitema della inversione e propulsione dei ruoli. Ruoli tutti giocati all'interno di una empasse psico analitica che vede perpetuarsi, in una sorta di coazione a ripetere, la figura della vittima e del carnefice...tema biblico, si potrà optare, in cui l'esistenza dell'uno è assioma dell'esistenza dell'altro sulla paralasse di un sistema codificato di segni che chiamiamo Arte.
Ma come la condizione ultima dell'essere scarnificato, manipolato, "messo a nudo" gnoseologicamente parlando e nella materialità della carne, violentata e abusata rimanda alla condizione miserevole dell'artista contemporaneo che ridotto a produttore di merci reifica l'eterno perpetuarsi delle condizioni atte alla sua cooptazione all'interno del sistema dell'arte che ne perpetua e certifica la validità ad operare nell'ambito delle arti visive, ovviamente fino alla prossima tendenza... L'artista scade presto, come il latte, e quindi prima che inizi a puzzare di vecchio bisogna immettere dei nuovi prodotti, più freschi, più innovativi, al passo coi tempi. Questo è marketing, gente, e chi non si adegua
In questa epoca di felicità per tutti coloro che lo desiderano, ma il desiderare và qui intesa nel senso di adattare le capacità per procacciarsi i mezzi necessari. Cosa desidera un artista? essere riconosciuto come tale, che ci sia un consenso che lo gratifichi. Come viene gratificato un artista? Dalla valorizzazione delle sue opere, valorizzazione resa possibile da una sinergia di fattori, dei quali la critica è uno di quelli principali. Come si attiva questa valorizzazione? viviamo in un momento di valorizzazione delle idee.. si vendono beni immateriali, idee, modi di vita...si crea uno star system, dei modelli di riferimento, si saccheggia quà e là ed ecco realizzata l'ultima tendenza... nell'epoca del post... Visto che l'arte non deve più rappresentare una interrogazione di fronte alla vastità dell'universo ma un semplice diversemnt, al più colto, ma che contenga in se quel pizzico di media generalistico. La patina di cultura viene affidata al sistema preposto a questo: grandi musei di arte contemporanea si muovono come multinazionali, operando strategie di mercato, investimenti , campagne acquisti, l'artista contemporaneo si misura sulle quotazioni delle aste di Sotesby, da qui la visibilità dell'artista si misura sulla sua capacità di crearsi un immagine e di venderla. In questa fase ci sono sinergie e antisinergie che si muovono come buchi neri nella galassia : gallerie, fondazioni, enti locali si adeguano e concorrono alla formazione di nuove Accademie e gruppi di potere.
In questa configurazione la sfera artistica sembra che sia carnefice e vittima allo stesso tempo: carnefice perchè impone ritmi e scelte dell'artista: ovviamente questo comporta che il designato possa accedere ai benefici del successo, ma si tratta di una piccola cerchia di eletti, tutti gli altri non sono artisti. Oppure l'arte è carnefice perchè riflette la condizione dell'artista contemporaneo non avulsa dalla sua vita affettiva e bio-politica e quindi che si trova a vivere sulla propria pelle i dolori e le mortificazioni della vita... Una vita giunta sul precipizio della non storia e in quella sorta di buco nero in cui si dibatte la cultura contemporanea.
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