Luigi Cola
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CAOS E SIMMETRIA • 6 obras de arte
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Caos e Simmetria, Confini Silenziosi, in conflitto perenne alla ricerca di un equilibrio fra le parti:[...]
Caos e Simmetria, Confini Silenziosi, in conflitto perenne alla ricerca di un equilibrio fra le parti: interne presenze del reale, e quelle esterne, i sogni di là.
Caos e Simmetria:
La superficie delle opere, sia che evochi la bidimensionalità della pittura, sia che insista nella forma di rappresentazione, come stato generativo dell’opera, è il luogo dialettico dove lo sguardo si appunta e avviene la percezione di ciò che è reso visibile, il valore, l’emozione, l’intelletto, la creatività e la spiritualità.
E può avvenire che lo sguardo si moltiplica dilatandosi in tutti i lati dell’opera o che si nega tra gli elementi figurati. Questa tematica, utilizza figure di congegni, funzionamenti di ingranaggi meccanici ruotanti, forze che trascinano maglie di catene, è la rappresentazione di una ricerca che costituisce un campo di osservazione, di riflessione e di azione all’idea di un perfetto equilibrio cosmico.
Caos e Simmetria è un solco tematico artistico in cui la rappresentazione è una forma proiettiva di segni in continua motilità con velocità dissimili, di tipo rotatorio, angolare, costante, rettilinea e non ma, forse, tutto è fermo all’attimo intuitivo quello in cui si svela e si comprende il pensiero creativo dove le simmetrie sono collegate al bello, al bene, al vero e le difformità e le dissonanze al caos.
Bisogna vedere, nella interezza dell’opera, il corpo storico degli elementi costruiti, presenti nello spazio del campo d’azione, e le pallide tinte in contrappunto al forte contrasto cromatico. Insieme, rivelano nell’immagine la consistenza e la coesistenza di equilibri ormai attesi e disattesi per mezzo di direzioni di marcia curve, circolari, contrapposte continuamente, insomma discordanti. Innumerevoli ingranaggi e volani dentati e zincati usati come icone della perfezione sincronica, mentre vizi e difetti tengono lontano le maglie delle catene dalla dentellatura dei sistemi ruotanti. Intermittenti trascinamenti di catene di trasmissione congiungono, per attrazione ma senza toccarsi, strutture da capire se sostenere o da fermare, attraverso la conoscenza delle forze presenti o passate. Forze spinte verso un progressivo accrescimento nel tempo di forme di dominio diffuse per ogni dove, tanto spiritualmente, tanto intellettualmente, tanto materialmente. Il leggero riflesso che riverbera sotto l’occhio, causa continui e brevi spostamenti del punto di vista e fa si che sia percepito un confine sottile e silenzioso che intercala simultaneamente in due sistemi relazionali, presenti nell’intero processo creativo; quello in cui si intersecano le forme della ragione e degli assi della perfezione, e quello con funzioni contrastanti, totalmente o parzialmente contrarie o propriamente discordanti. Nella propulsione dell’opera si afferma un rapporto simbiotico e contrastante con ogni componente figurato. Una visione simbolica di un processo meccanicistico della corrente realtà, che trasla e slatentizza un mondo la cui esistenza caotica e critica e solo con tratti di regole, viene marcata dai segni di intrecci di marcia, punti e movimenti continui ed intensi nello spazio. Tutta l’opera, nella sua essenza, è una visione artistica costellata da segni grafici come fossero satelliti umani posti li per contemplare lo spazio in un attimo di pausa del tempo e divenire generatrici di speranza. Quella speranza che, giorno per giorno, con intelligenza, amore e bellezza, possa salvare un mondo che chiede di ritornare in vita ed essere nuovo per porgerci ancora il potere benefico delle sue azioni. Simmetrie funzionali quelle non solo innate ma apprese e comprese nella loro bellezza crescente per cambiamenti armoniosi e relazioni intelligenti tra natura e uomo e tra uomo e uomo. Lavorare, interpretando le pieghe dello spirito dei nostri tempi, caratterizzato da un complesso di elementi materiali e senza ordine: enigmi, stupori, velocità di azioni-relazioni, fredde voragini comunicative, icone e simboli neo alfabetici contemporanei sempre più stretti a far presa, diviene uno scintillio mentale in cui confluiscono i momenti più significativi del pensiero corrente che cerca di rendere leggibile il caos e nel suo disordine e confusione le idee e i sentimenti. Rappresentare mondi immaginari, come in questa visione estetica attenta e significante con un'idea e uno stato di riflessione corrispondente alla conoscenza estetica e alla scoperta empatica con i luoghi della storia vissuta, in situazione interiore, è il percorso del mio viaggio nell’arte! la cui prospettiva diviene strumento di indagine per leggere, capire e trovare la bellezza che non si vede ma, la sua simmetria nella sua direzione di marcia nella realtà, giorno dopo giorno, è intorno a noi. L.Cola 2018/2020
Caos e Simmetria:
La superficie delle opere, sia che evochi la bidimensionalità della pittura, sia che insista nella forma di rappresentazione, come stato generativo dell’opera, è il luogo dialettico dove lo sguardo si appunta e avviene la percezione di ciò che è reso visibile, il valore, l’emozione, l’intelletto, la creatività e la spiritualità.
E può avvenire che lo sguardo si moltiplica dilatandosi in tutti i lati dell’opera o che si nega tra gli elementi figurati. Questa tematica, utilizza figure di congegni, funzionamenti di ingranaggi meccanici ruotanti, forze che trascinano maglie di catene, è la rappresentazione di una ricerca che costituisce un campo di osservazione, di riflessione e di azione all’idea di un perfetto equilibrio cosmico.
Caos e Simmetria è un solco tematico artistico in cui la rappresentazione è una forma proiettiva di segni in continua motilità con velocità dissimili, di tipo rotatorio, angolare, costante, rettilinea e non ma, forse, tutto è fermo all’attimo intuitivo quello in cui si svela e si comprende il pensiero creativo dove le simmetrie sono collegate al bello, al bene, al vero e le difformità e le dissonanze al caos.
Bisogna vedere, nella interezza dell’opera, il corpo storico degli elementi costruiti, presenti nello spazio del campo d’azione, e le pallide tinte in contrappunto al forte contrasto cromatico. Insieme, rivelano nell’immagine la consistenza e la coesistenza di equilibri ormai attesi e disattesi per mezzo di direzioni di marcia curve, circolari, contrapposte continuamente, insomma discordanti. Innumerevoli ingranaggi e volani dentati e zincati usati come icone della perfezione sincronica, mentre vizi e difetti tengono lontano le maglie delle catene dalla dentellatura dei sistemi ruotanti. Intermittenti trascinamenti di catene di trasmissione congiungono, per attrazione ma senza toccarsi, strutture da capire se sostenere o da fermare, attraverso la conoscenza delle forze presenti o passate. Forze spinte verso un progressivo accrescimento nel tempo di forme di dominio diffuse per ogni dove, tanto spiritualmente, tanto intellettualmente, tanto materialmente. Il leggero riflesso che riverbera sotto l’occhio, causa continui e brevi spostamenti del punto di vista e fa si che sia percepito un confine sottile e silenzioso che intercala simultaneamente in due sistemi relazionali, presenti nell’intero processo creativo; quello in cui si intersecano le forme della ragione e degli assi della perfezione, e quello con funzioni contrastanti, totalmente o parzialmente contrarie o propriamente discordanti. Nella propulsione dell’opera si afferma un rapporto simbiotico e contrastante con ogni componente figurato. Una visione simbolica di un processo meccanicistico della corrente realtà, che trasla e slatentizza un mondo la cui esistenza caotica e critica e solo con tratti di regole, viene marcata dai segni di intrecci di marcia, punti e movimenti continui ed intensi nello spazio. Tutta l’opera, nella sua essenza, è una visione artistica costellata da segni grafici come fossero satelliti umani posti li per contemplare lo spazio in un attimo di pausa del tempo e divenire generatrici di speranza. Quella speranza che, giorno per giorno, con intelligenza, amore e bellezza, possa salvare un mondo che chiede di ritornare in vita ed essere nuovo per porgerci ancora il potere benefico delle sue azioni. Simmetrie funzionali quelle non solo innate ma apprese e comprese nella loro bellezza crescente per cambiamenti armoniosi e relazioni intelligenti tra natura e uomo e tra uomo e uomo. Lavorare, interpretando le pieghe dello spirito dei nostri tempi, caratterizzato da un complesso di elementi materiali e senza ordine: enigmi, stupori, velocità di azioni-relazioni, fredde voragini comunicative, icone e simboli neo alfabetici contemporanei sempre più stretti a far presa, diviene uno scintillio mentale in cui confluiscono i momenti più significativi del pensiero corrente che cerca di rendere leggibile il caos e nel suo disordine e confusione le idee e i sentimenti. Rappresentare mondi immaginari, come in questa visione estetica attenta e significante con un'idea e uno stato di riflessione corrispondente alla conoscenza estetica e alla scoperta empatica con i luoghi della storia vissuta, in situazione interiore, è il percorso del mio viaggio nell’arte! la cui prospettiva diviene strumento di indagine per leggere, capire e trovare la bellezza che non si vede ma, la sua simmetria nella sua direzione di marcia nella realtà, giorno dopo giorno, è intorno a noi. L.Cola 2018/2020
AGAINST THE TIDE - controcorrente - • 3 obras de arte
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Autore, Luigi Cola – Titolo: Against the tide – “Controcorrente” Atti 5 - Tecnica: Materiali lapidei[...]
Autore, Luigi Cola – Titolo: Against the tide – “Controcorrente” Atti 5 - Tecnica: Materiali lapidei vari e acciaio – Dimensioni installazione e ambientazione: m 10x48xcm 60 – Datazione: 2012
AGAINST THE TIDE – “Controcorrente” 2012, ATTI 5.
AGAINST THE TIDE E’ UNA AZIONE INTERATTIVA IN UN LUOGO SCELTO PER SPERIMENTARE IL CONTATTO, VICENDEVOLE E SOSTANZIALE, TRA ARTE E NATURA ATTRAVERSO UNA INSTALLAZIONE TEMPORANEA, NELLE FRESCHE E CASTE ACQUE DEL FIUME DI SERINO (AV), DI SCULTURE TECNICAMENTE COMBINATE CON MATERIALI LAPIDEI VARI, COME NELL’ARTE ROMANICA CHE SI UTILIZZAVA OGNI MATERIALE CHE VENIVA TROVAVO, MA IN PIU’ ACCIAIO ELICOIDALE COLORATO, ACQUA, CIELO E VEGETAZIONE AGRESTE, DAL TITOLO: “AGAINST THE TIDE - CONTROCORRENTE”.
IL FIUME ALIMENTATO DALLE INCONTAMINATE SORGENTI DEL MONTE TERMINIO PROPAGA UN SINCERO PROFUMO FRESCO E VITALE IN TUTTO L’AMBIENTE DEL CIRCONVICINO.
L’INTERVENTO ARTISTICO COMPRENDE CINQUE ATTI, DEFINITI: K1, K2, K3, K4, K5, che sta ad indicare i “komponent” DELL’AZIONE, CHE SI COMPLETA NELLE VARIE MODULAZIONI AMBIENTALI.
INTANTO L’INTENSITA’ EMOZIONALE MISCELA LE REALTA’ IMPLICATE A PUNTO DA MEDESIMARSI ELEMENTO TECNICO DELLA COMBITATA PERFORMER.
LE ACQUE ACCOLGONO E AVVOLGONO LE FORME SCOLPITE CON AMOREVOLEZZA IN CONTROCORRENTE. UNA SIMBOLICA RISALITA DELLO SPIRITO NELL’ASITENZA QUOTIDIANA.
TUTTO SCORRE IN UN MOTO DI FORZE UGUALI. SI SVELA L’ARCANO: UNA ELEVATA ENERGIA DIVIENE EQUILIBRIO, CHE SI DILATA E SI ADAGIA NEL PRESENTE ABITATO E OSSERVATO.
L’ARTIFICIOSITA’ OGGETTIVA DELLA IDENTITA’ ARTISTICA PRENDE VITA DA UNA SORTA DI GEOMETRIA DI LUCE CON UN DETERMINATO ORDINE, IN COMPAGNIA AD UN INSIEME DI PASSI SEMPLICI MA, CORRISPONDENTI AD AZIONI ELETTE.
IL TUTTO DEFINISCE UNO SPAZIO COSMICO DI INSIEME-COMPIUTO, UN LUOGO NEL QUALE SI SONO COMBINATI SUONI, MOTIVI, FRUSCII DI TEMPO, IMMAGINI E DELICATI FLUTTI D’ACQUA RISOLVENDO CONFLITTI E SOLITUDINI DENTRO E FUORI LE COSE.
LA CONGIUNTURA BRILLA NELL’ASCETICO MICRO LUOGO CON CUI L’OPERA SI ESTENDE, E SI FONDE CON LA SUA LUCE LA CUI AZIONE INCALZANTE NE ESALTA, IN TUTTA LA SUA PUREZZA, LA BELLEZZA DELLA QUALITA’ RENDENDO POSSIBILE IL DIFFICILE MUTAMENTO DA NATURA A CULTURA E VICEVERSA.
GLI ELEMENTI COSI’ COMBINATI TROVANO UN PROPRIO E GRATIFICANTE GODIMENTO ESTETICO, ISTANTANEO ALL’ATTIMO IN CUI SI MANIFESTA LA PIENA BELLEZZA DEL MONDO NELLA “CONTROCORRENTE” DEL LIMPIDO FLUIDO. L’AZIONE PORTA CON SE LA GERMINAZIONE DI UN IMPULSO SINESTETICO, EMPATICO, DIFRONTE ALLA PALINGENESI NATURA CON LE SUE DECLINAZIONI CREATIVE DI POESIA E ARTE CHE CONDUCONO ALLA BELLEZZA UNIVERSALE.
Luigi Cola. 2012
AGAINST THE TIDE – “Controcorrente” 2012, ATTI 5.
AGAINST THE TIDE E’ UNA AZIONE INTERATTIVA IN UN LUOGO SCELTO PER SPERIMENTARE IL CONTATTO, VICENDEVOLE E SOSTANZIALE, TRA ARTE E NATURA ATTRAVERSO UNA INSTALLAZIONE TEMPORANEA, NELLE FRESCHE E CASTE ACQUE DEL FIUME DI SERINO (AV), DI SCULTURE TECNICAMENTE COMBINATE CON MATERIALI LAPIDEI VARI, COME NELL’ARTE ROMANICA CHE SI UTILIZZAVA OGNI MATERIALE CHE VENIVA TROVAVO, MA IN PIU’ ACCIAIO ELICOIDALE COLORATO, ACQUA, CIELO E VEGETAZIONE AGRESTE, DAL TITOLO: “AGAINST THE TIDE - CONTROCORRENTE”.
IL FIUME ALIMENTATO DALLE INCONTAMINATE SORGENTI DEL MONTE TERMINIO PROPAGA UN SINCERO PROFUMO FRESCO E VITALE IN TUTTO L’AMBIENTE DEL CIRCONVICINO.
L’INTERVENTO ARTISTICO COMPRENDE CINQUE ATTI, DEFINITI: K1, K2, K3, K4, K5, che sta ad indicare i “komponent” DELL’AZIONE, CHE SI COMPLETA NELLE VARIE MODULAZIONI AMBIENTALI.
INTANTO L’INTENSITA’ EMOZIONALE MISCELA LE REALTA’ IMPLICATE A PUNTO DA MEDESIMARSI ELEMENTO TECNICO DELLA COMBITATA PERFORMER.
LE ACQUE ACCOLGONO E AVVOLGONO LE FORME SCOLPITE CON AMOREVOLEZZA IN CONTROCORRENTE. UNA SIMBOLICA RISALITA DELLO SPIRITO NELL’ASITENZA QUOTIDIANA.
TUTTO SCORRE IN UN MOTO DI FORZE UGUALI. SI SVELA L’ARCANO: UNA ELEVATA ENERGIA DIVIENE EQUILIBRIO, CHE SI DILATA E SI ADAGIA NEL PRESENTE ABITATO E OSSERVATO.
L’ARTIFICIOSITA’ OGGETTIVA DELLA IDENTITA’ ARTISTICA PRENDE VITA DA UNA SORTA DI GEOMETRIA DI LUCE CON UN DETERMINATO ORDINE, IN COMPAGNIA AD UN INSIEME DI PASSI SEMPLICI MA, CORRISPONDENTI AD AZIONI ELETTE.
IL TUTTO DEFINISCE UNO SPAZIO COSMICO DI INSIEME-COMPIUTO, UN LUOGO NEL QUALE SI SONO COMBINATI SUONI, MOTIVI, FRUSCII DI TEMPO, IMMAGINI E DELICATI FLUTTI D’ACQUA RISOLVENDO CONFLITTI E SOLITUDINI DENTRO E FUORI LE COSE.
LA CONGIUNTURA BRILLA NELL’ASCETICO MICRO LUOGO CON CUI L’OPERA SI ESTENDE, E SI FONDE CON LA SUA LUCE LA CUI AZIONE INCALZANTE NE ESALTA, IN TUTTA LA SUA PUREZZA, LA BELLEZZA DELLA QUALITA’ RENDENDO POSSIBILE IL DIFFICILE MUTAMENTO DA NATURA A CULTURA E VICEVERSA.
GLI ELEMENTI COSI’ COMBINATI TROVANO UN PROPRIO E GRATIFICANTE GODIMENTO ESTETICO, ISTANTANEO ALL’ATTIMO IN CUI SI MANIFESTA LA PIENA BELLEZZA DEL MONDO NELLA “CONTROCORRENTE” DEL LIMPIDO FLUIDO. L’AZIONE PORTA CON SE LA GERMINAZIONE DI UN IMPULSO SINESTETICO, EMPATICO, DIFRONTE ALLA PALINGENESI NATURA CON LE SUE DECLINAZIONI CREATIVE DI POESIA E ARTE CHE CONDUCONO ALLA BELLEZZA UNIVERSALE.
Luigi Cola. 2012
" TRIANGOLI & ANGOLI - APERTI & CHIUSI - DENTRO & FUORI LE COSE " • 22 obras de arte
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" TRIANGOLI & ANGOLI-APERTI & CHIUSI-DENTRO & FUORI LE COSE "
Universalmente il simbolismo del Triangolo[...]
" TRIANGOLI & ANGOLI-APERTI & CHIUSI-DENTRO & FUORI LE COSE "
Universalmente il simbolismo del Triangolo è presente in tutta la storia dell’umanità, dal paleolitico ai nostri giorni. Esso diviene, nella sua rappresentazione, manifestazione del ritorno all’unità primordiale. Riflette, prevalentemente, sia l’idea della divinità, sia l'idea dell'ascesa dell'uomo verso la trascendenza divina, l'universale, un’osmosi di protezione Divina verso l’umanità e la natura nell’incontro del microcosmo col macrocosmo e viceversa. Secondo la peculiare interpretazione, nell’ordine delle figure chiuse, il triangolo si colloca tra il cerchio ed il quadrato, da cui si può dedurre che rappresenti un’entità intermedia tra la sostanza quasi astratta, ovvero spirituale, e la materia che ricasca invece sotto i nostri sensi. Diverse letture celano questo ciclo pittorico in cui la costante raffigurazione del triangolo, figura geometrica strettamente equiparata alla numerazione del tre, diviene una profonda ricerca-studio negli spazi dei suoi pendii come occasione di riflessione sui diversi contrasti emotivi-razionali che spesso sento affiorare dagli angoli più profondi e complessi della sfera emozionale. Tre lati, tre vertici, che si dividono, si moltiplicano. Come ogni generazione si moltiplica, attraverso la divisione, così l’uomo corrisponde ad un triangolo equilatero diviso in due: dentro e fuori, con dimensioni identiche nel designare la perfezione universale. Secondo la particolare interpretazione alchemica, nell’ordine delle figure chiuse, il triangolo è la rappresentazione grafica di quattro elementi. Per esempio il triangolo con la punta verso l’alto simboleggia il fuoco e il sesso maschile, con la punta in basso invece sta significando l’acqua e il sesso femminile. L’equilibrio tra due triangoli è dato dalla loro unione nella forma dell’esagono stellato, la rappresentazione grafica del sigillo di Salomone, composto dall’incrocio dei due triangoli inversi. Il triangolo equilatero esprime la divinità, l’armonia, la proporzione. Il triangolo scaleno con i suoi lati e angoli tutti diversi l’uno dall’altro sta nel rafforzare il significato nella rappresentazione della perdita dell’equilibrio, inizio d’allontanamento dall’ordine e dalla perfezione. La simbologia del triangolo non può essere pienamente compresa se non in funzione dei suoi rapporti con le altre figure geometriche, così questa fase artistica non può essere compresa se non vista in funzione della sua identità contemporanea, ove si afferma, con le procedure della pittura, i suoi affetti, memorie, simboli, fragilità e paure, cultura e spiritualità da una parte, e dall’altra lo sconfinamento del tutto individuale dalle cose, per produrre in maniera autonoma, forme, segni e colori, generate dall’immaginario libero e senza tensioni fuori dei luoghi in cui la vita è abitata da una realtà sincronica e ingannevole, ma nella sua più intima essenza, dentro e fuori le cose. Il ciclo pittorico: “TRIANGOLI & ANGOLI, APERTI & CHIUSI DENTRO & FUORI LE COSE” è una sottile riflessione sull’unicità dell’uomo, con le sue potenziali conquiste e le sue fragilità, è una necessità, innata, di reclamare il diritto di abbandonare gli affollamenti di stimoli che la società esplode e li sovrappone, è un elogio al vivere fantastico e non più sfuggente, con spontaneità e palpabile creatività.
Luigi Cola 2013
Universalmente il simbolismo del Triangolo è presente in tutta la storia dell’umanità, dal paleolitico ai nostri giorni. Esso diviene, nella sua rappresentazione, manifestazione del ritorno all’unità primordiale. Riflette, prevalentemente, sia l’idea della divinità, sia l'idea dell'ascesa dell'uomo verso la trascendenza divina, l'universale, un’osmosi di protezione Divina verso l’umanità e la natura nell’incontro del microcosmo col macrocosmo e viceversa. Secondo la peculiare interpretazione, nell’ordine delle figure chiuse, il triangolo si colloca tra il cerchio ed il quadrato, da cui si può dedurre che rappresenti un’entità intermedia tra la sostanza quasi astratta, ovvero spirituale, e la materia che ricasca invece sotto i nostri sensi. Diverse letture celano questo ciclo pittorico in cui la costante raffigurazione del triangolo, figura geometrica strettamente equiparata alla numerazione del tre, diviene una profonda ricerca-studio negli spazi dei suoi pendii come occasione di riflessione sui diversi contrasti emotivi-razionali che spesso sento affiorare dagli angoli più profondi e complessi della sfera emozionale. Tre lati, tre vertici, che si dividono, si moltiplicano. Come ogni generazione si moltiplica, attraverso la divisione, così l’uomo corrisponde ad un triangolo equilatero diviso in due: dentro e fuori, con dimensioni identiche nel designare la perfezione universale. Secondo la particolare interpretazione alchemica, nell’ordine delle figure chiuse, il triangolo è la rappresentazione grafica di quattro elementi. Per esempio il triangolo con la punta verso l’alto simboleggia il fuoco e il sesso maschile, con la punta in basso invece sta significando l’acqua e il sesso femminile. L’equilibrio tra due triangoli è dato dalla loro unione nella forma dell’esagono stellato, la rappresentazione grafica del sigillo di Salomone, composto dall’incrocio dei due triangoli inversi. Il triangolo equilatero esprime la divinità, l’armonia, la proporzione. Il triangolo scaleno con i suoi lati e angoli tutti diversi l’uno dall’altro sta nel rafforzare il significato nella rappresentazione della perdita dell’equilibrio, inizio d’allontanamento dall’ordine e dalla perfezione. La simbologia del triangolo non può essere pienamente compresa se non in funzione dei suoi rapporti con le altre figure geometriche, così questa fase artistica non può essere compresa se non vista in funzione della sua identità contemporanea, ove si afferma, con le procedure della pittura, i suoi affetti, memorie, simboli, fragilità e paure, cultura e spiritualità da una parte, e dall’altra lo sconfinamento del tutto individuale dalle cose, per produrre in maniera autonoma, forme, segni e colori, generate dall’immaginario libero e senza tensioni fuori dei luoghi in cui la vita è abitata da una realtà sincronica e ingannevole, ma nella sua più intima essenza, dentro e fuori le cose. Il ciclo pittorico: “TRIANGOLI & ANGOLI, APERTI & CHIUSI DENTRO & FUORI LE COSE” è una sottile riflessione sull’unicità dell’uomo, con le sue potenziali conquiste e le sue fragilità, è una necessità, innata, di reclamare il diritto di abbandonare gli affollamenti di stimoli che la società esplode e li sovrappone, è un elogio al vivere fantastico e non più sfuggente, con spontaneità e palpabile creatività.
Luigi Cola 2013
FRAME PLUS - SCULTURA • 21 obras de arte
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FRAME PLUS E' LA TEMATICA TRATTATA, E DA TRATTARE ANCORA, IN MANIERA CICLICA ATTRAVERSO LA REALIZZAZIONE[...]
FRAME PLUS E' LA TEMATICA TRATTATA, E DA TRATTARE ANCORA, IN MANIERA CICLICA ATTRAVERSO LA REALIZZAZIONE SCULTEREA DEFINITA RAKUSCULTURA PER LA TECNICA ADOTTATA, QUELLA DELLA CERAMICA RAKU. OGNI RAKUSCULTURA HA UN TITOLO FORMATO DA UNA K SEGUITA DA UN NUMERO, A VOLTE QUESTI DUE ELMENTI SONO PRECEDUTI DA UN TEMA. LA K, STA AD INDICARE : KOMPONENT, IL NUMERO VA PROGRESSIVAMENTE E INDICA L'ESTENSIONE DEL MACRO TEMA.
CONCLUDENDO, UN TEMA VIENE REALIZZATO CON UN DETERMINATO NUMRO DI OPERE E OGNUNA E' CONSIDERATA UNA COMPONENTE DELLA TEMATICA. IL NUMERO INDICA DI QUANTE OPERE E' LA PRODUZIONE UTILE PER COMPORRE LO SVILUPPO DEL TEMA TRATTATO.
CONCLUDENDO, UN TEMA VIENE REALIZZATO CON UN DETERMINATO NUMRO DI OPERE E OGNUNA E' CONSIDERATA UNA COMPONENTE DELLA TEMATICA. IL NUMERO INDICA DI QUANTE OPERE E' LA PRODUZIONE UTILE PER COMPORRE LO SVILUPPO DEL TEMA TRATTATO.
CERAMICA • 34 obras de arte
Ver todo"FRAME E SYNAPSI - luoghi come istanti che sfuggono" • 21 obras de arte
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COSA RACCONTANO I COLORI INSERITI IN QUESTE SPICCATE DIMENSIONI QUADRATE?
LA PITTURA NON E’ CHE UNA[...]
COSA RACCONTANO I COLORI INSERITI IN QUESTE SPICCATE DIMENSIONI QUADRATE?
LA PITTURA NON E’ CHE UNA ELOQUENTE PRATICA CON I COLORI CHE METTONO IN ATTO I CANALI DELLA FORMULAZIONE ARTISTICA FINO A CREARE L’OPERA SECONDO LA INCLINAZIONE UMANA. NON E’ COSA SEMPLICE CREARE CON L’ARTE DELLA PITTURA. LA PITTURA COMPONE UNA DIALETTICA CHE SA COMUNICARE AL MONDO INTERO SOLO SE RIESCE A PREVALICARE LE BARRIERE CULTURALI, RELIGIOSE, POLITICHE DENOTANDOSI LIBERA DI APPARTENENZE PER FORMULE D’INTERAZIONE E D’INTERCONNESSIONE.
L’OPERA, COS’E UN’OPERA? L’OPERA E’ UN CAMPO DI LUCE VIRTUALE DOVE OGNI ELEMENTO COLPITO DAL SUO SPLENDORE RISCHIA DI ESSERE DISTRUTTO E SVANISCE NELLA NON ESISTENZA O SI RIVELA UTILE NEL PANORAMICO ESTETICO DELLA PIENA CONCRETEZZA DELL’OPERA COMPIUTA DALL’ARTISTA. L’OPERA D’ARTE CON IL SUO CAMPO DI LUCE VIRTUALE TRASPORTA L’UTILIZZATORE IN UNA DIMENSIONE DI UBIQUITA’. NELLO STESSO TEMPO RIESCE A SDOPPIARE IL TEMPO PRESENTE VISSUTO DALL’INTERLOCUTORE IN DUE REALTA’ SIMULTANEE. L’OPERA D’ARTE E’ UN VIAGGIO NEL REALE TEMPO ATTUALE IN DIFFERENTI LUOGHI DALLE GEOMETRIE INTELLETTUALI SIA DEL PASSATO CHE DEL FUTURO.
L’ARTISTA, L’ARTISTA DI OGGI E’ AGLI ANTIPODI DELLA FIGURA TRADIZIONALE CHE E’ STATA COSI’ CONSIDERATA FINO AGLI ANNI 70 DEL 1900. SI FA MOLTA FATICA COMPRENDERE LA FIGURA DELL’ARTISTA CONTEMPORANEO PERCHE’ POCHI SONO GLI STUDIOSI E I CRITICI CHE HANNO SAPUTO E SANNO INTERPRETARE LA FIGURA DELL’ARTISTA CONTEMPORANEO, PER FORTUNA CI SONO! MOLTI NON HANNO ANCORA PERCEPITO IL LINGUAGGIO ADEGUATO CHE RICHIEDE L’ARTE DI OGGI PER ESSERE DISCORSIVAMENTE INTERPRETATA POICHE’, IL SENSO DEL NUOVO E’ SEMPRE IN DISCUSSIONE E QUINDI SI PREFERISCE RESTARE FERMI AI CONVENZIONALI STILEMI. SARA’ LA PAURA DEL CAMBIAMENTO? LA SCETTICA VISIONE DEL MODERNO? LA COMODA E STATICA VISIONE OMOLOGATA DALLA CERTEZZA STORICA SENZA RENDERSENE CONTO CHE OGNI GIORNO, BENCHE’ MAGNIFICAMENTE VISSUTO, DIVIENE RICORDO, RICORDO DI UN TEMPO TRASCORSO, NON PIU’ PRESENTE E MAI FUTURO? L’ARTISTA CONTEMPORANEO NON SI RACCHIUDE NEL GROGIUOLO DELLA INTERIORITA’ EGOICA OVE APPARE BELLO E APPAGANTE DESTREGGIARSI CON FORMULE DELL’ARTE NON PIU' ATTUALI QUALI: L’ISPIRAZIONE, L’ESPRESSIONE, L’EMOZIONE E ALTRO, NON RENDENDOSI CONTO DELL’INSITA AUTOREFERENZIALITA’ DI SE E DEL SUO PRODOTTO. E’ UN GRAN VALORE LA RICERCATA CONOSCENZA DI SE MA SOLO SE SA DIPANARE IL PROCESSO COSTRUTTIVO DELL’OPERA. L’ARTISTA CHE ESPRIME ESCLUSIVAMENTE SE STESSO, SI SFORZA DI RACCONTARE IL SUO VISSUTO, LA SOGGETTIVA VISIONE DELLA REALTA’ APPARE STANCHEVOLE E PRIVO DI CONTRIBUTO COMUNICATIVO PER LA COLLETTIVITA’. L’ARTISTA CONTEMPORANEO TRASMETTE UNA VISIONE DELLA REALTA’ CATALIZZATA, AI MOMENTI DI PENSIERO POLITICO, SOCIALE ED ECONOMICO, DEI PROCESSI STORICI. PER ME L’ARTISTA MEDITA SUI BISOGNI DEL MONDO, SULLE PROBLEMATICHE CULTURALI, SUI DRAMMI MAI RISOLTI CHE ASSALGONO I LUOGHI DOVE SI SVOLGE L’ITER DELLA NOSTRA ESISTENZA. IO PREFERISCO AGIRE, CON IL LINGUAGGIO DELLE MIE RIGENERATIVE SENSIBILITA’ ESTETICHE, COSTRUIRE MONDI CHE CONOSCO AL MOMENTO STESSO CHE PRODUCO ILLUMINANDO LA MIA OPERA E TRASMETTERE I SUOI PENDII, CHE APPARTENGONO A TUTTI. CREARE PROCEDIMENTI ESTETICI SCONOSCIUTI ANCHE PER ME, MI CONSENTE UN RAPPORTO PLASMABILE CON ME STESSO, CON L’UOMO E CON GLI AVVENIMENTI DELL’ESISTENZA QUOTIDIANA. INFINE, IL MIO ATTEGGIAMENTO ARTISTICO INVESTIGATIVO ATTRAVERSO L’ARTE DELLA PITTURA O DELLA SCULTURA NON SI LIMITA ALLE APPARENZE DELLE FORME SEMPLICI IN SUPERFICIE DELLA REALTA’ MA, RIFLETTE LA SUA INTIMA PIENEZZA.
FRAME e SINAPSI: LE SPICCATE DIMENSIONI QUADRATE SONO TAVOLE DI RAPPRESENTAZIONE, PORTATORI DI MESSAGGI CON SEGNI SOTTILI MA DI GRANDI POTERI CONNETTIVI, CAMPI DI LUCE, LAMPI TRASVERSALI CHE SI DISVELANO ESTINGUENDO ISTANTANEAMENTE LE RAPPRESENTAZIONI PER LA FORTE INTENSITA’ DI LUCE. UNA SORTA DI “LUOGHI CHE SFUGGONO” QUOTIDIANAMANTE ALLA NOSTRA ATTENZIONE PER LA MANCATA ACCOGLIENZA NELLA SENSIBILITA’. SONO ISTANTANEE NOTE CROMATICHE CHE POSSONO FISSARSI, SE TENDIAMO L’ATTENZIONE, NELL’IRIDE DI UNA VISIONE CHE PERCEPISCE IL DILATARSI DEL LUOGO VIRTUALE DA ABITARE, O ABITATO, CON L’INCANTO E IL DISINCANTO DEL VERO E DEL FALSO COL FASCINO DELLA STORIA E DELLE STORIE DI IERI, DI OGGI E DI QUELLE FUTURE. FRAME, PICCOLE SCINTILLE, IN UN ISTANTE DEFINISCONO I MARGINI DEL MICRO PERIMETRO DEL CAMPO SINAPSI UNO SPAZIO ESSENZIALE ALLE AZIONI CHE RACCONTANO PERCORSI DI VITA TRA LE TANTE DIREZIONI POSSIBILI.
Luigi Cola - 2013
LA PITTURA NON E’ CHE UNA ELOQUENTE PRATICA CON I COLORI CHE METTONO IN ATTO I CANALI DELLA FORMULAZIONE ARTISTICA FINO A CREARE L’OPERA SECONDO LA INCLINAZIONE UMANA. NON E’ COSA SEMPLICE CREARE CON L’ARTE DELLA PITTURA. LA PITTURA COMPONE UNA DIALETTICA CHE SA COMUNICARE AL MONDO INTERO SOLO SE RIESCE A PREVALICARE LE BARRIERE CULTURALI, RELIGIOSE, POLITICHE DENOTANDOSI LIBERA DI APPARTENENZE PER FORMULE D’INTERAZIONE E D’INTERCONNESSIONE.
L’OPERA, COS’E UN’OPERA? L’OPERA E’ UN CAMPO DI LUCE VIRTUALE DOVE OGNI ELEMENTO COLPITO DAL SUO SPLENDORE RISCHIA DI ESSERE DISTRUTTO E SVANISCE NELLA NON ESISTENZA O SI RIVELA UTILE NEL PANORAMICO ESTETICO DELLA PIENA CONCRETEZZA DELL’OPERA COMPIUTA DALL’ARTISTA. L’OPERA D’ARTE CON IL SUO CAMPO DI LUCE VIRTUALE TRASPORTA L’UTILIZZATORE IN UNA DIMENSIONE DI UBIQUITA’. NELLO STESSO TEMPO RIESCE A SDOPPIARE IL TEMPO PRESENTE VISSUTO DALL’INTERLOCUTORE IN DUE REALTA’ SIMULTANEE. L’OPERA D’ARTE E’ UN VIAGGIO NEL REALE TEMPO ATTUALE IN DIFFERENTI LUOGHI DALLE GEOMETRIE INTELLETTUALI SIA DEL PASSATO CHE DEL FUTURO.
L’ARTISTA, L’ARTISTA DI OGGI E’ AGLI ANTIPODI DELLA FIGURA TRADIZIONALE CHE E’ STATA COSI’ CONSIDERATA FINO AGLI ANNI 70 DEL 1900. SI FA MOLTA FATICA COMPRENDERE LA FIGURA DELL’ARTISTA CONTEMPORANEO PERCHE’ POCHI SONO GLI STUDIOSI E I CRITICI CHE HANNO SAPUTO E SANNO INTERPRETARE LA FIGURA DELL’ARTISTA CONTEMPORANEO, PER FORTUNA CI SONO! MOLTI NON HANNO ANCORA PERCEPITO IL LINGUAGGIO ADEGUATO CHE RICHIEDE L’ARTE DI OGGI PER ESSERE DISCORSIVAMENTE INTERPRETATA POICHE’, IL SENSO DEL NUOVO E’ SEMPRE IN DISCUSSIONE E QUINDI SI PREFERISCE RESTARE FERMI AI CONVENZIONALI STILEMI. SARA’ LA PAURA DEL CAMBIAMENTO? LA SCETTICA VISIONE DEL MODERNO? LA COMODA E STATICA VISIONE OMOLOGATA DALLA CERTEZZA STORICA SENZA RENDERSENE CONTO CHE OGNI GIORNO, BENCHE’ MAGNIFICAMENTE VISSUTO, DIVIENE RICORDO, RICORDO DI UN TEMPO TRASCORSO, NON PIU’ PRESENTE E MAI FUTURO? L’ARTISTA CONTEMPORANEO NON SI RACCHIUDE NEL GROGIUOLO DELLA INTERIORITA’ EGOICA OVE APPARE BELLO E APPAGANTE DESTREGGIARSI CON FORMULE DELL’ARTE NON PIU' ATTUALI QUALI: L’ISPIRAZIONE, L’ESPRESSIONE, L’EMOZIONE E ALTRO, NON RENDENDOSI CONTO DELL’INSITA AUTOREFERENZIALITA’ DI SE E DEL SUO PRODOTTO. E’ UN GRAN VALORE LA RICERCATA CONOSCENZA DI SE MA SOLO SE SA DIPANARE IL PROCESSO COSTRUTTIVO DELL’OPERA. L’ARTISTA CHE ESPRIME ESCLUSIVAMENTE SE STESSO, SI SFORZA DI RACCONTARE IL SUO VISSUTO, LA SOGGETTIVA VISIONE DELLA REALTA’ APPARE STANCHEVOLE E PRIVO DI CONTRIBUTO COMUNICATIVO PER LA COLLETTIVITA’. L’ARTISTA CONTEMPORANEO TRASMETTE UNA VISIONE DELLA REALTA’ CATALIZZATA, AI MOMENTI DI PENSIERO POLITICO, SOCIALE ED ECONOMICO, DEI PROCESSI STORICI. PER ME L’ARTISTA MEDITA SUI BISOGNI DEL MONDO, SULLE PROBLEMATICHE CULTURALI, SUI DRAMMI MAI RISOLTI CHE ASSALGONO I LUOGHI DOVE SI SVOLGE L’ITER DELLA NOSTRA ESISTENZA. IO PREFERISCO AGIRE, CON IL LINGUAGGIO DELLE MIE RIGENERATIVE SENSIBILITA’ ESTETICHE, COSTRUIRE MONDI CHE CONOSCO AL MOMENTO STESSO CHE PRODUCO ILLUMINANDO LA MIA OPERA E TRASMETTERE I SUOI PENDII, CHE APPARTENGONO A TUTTI. CREARE PROCEDIMENTI ESTETICI SCONOSCIUTI ANCHE PER ME, MI CONSENTE UN RAPPORTO PLASMABILE CON ME STESSO, CON L’UOMO E CON GLI AVVENIMENTI DELL’ESISTENZA QUOTIDIANA. INFINE, IL MIO ATTEGGIAMENTO ARTISTICO INVESTIGATIVO ATTRAVERSO L’ARTE DELLA PITTURA O DELLA SCULTURA NON SI LIMITA ALLE APPARENZE DELLE FORME SEMPLICI IN SUPERFICIE DELLA REALTA’ MA, RIFLETTE LA SUA INTIMA PIENEZZA.
FRAME e SINAPSI: LE SPICCATE DIMENSIONI QUADRATE SONO TAVOLE DI RAPPRESENTAZIONE, PORTATORI DI MESSAGGI CON SEGNI SOTTILI MA DI GRANDI POTERI CONNETTIVI, CAMPI DI LUCE, LAMPI TRASVERSALI CHE SI DISVELANO ESTINGUENDO ISTANTANEAMENTE LE RAPPRESENTAZIONI PER LA FORTE INTENSITA’ DI LUCE. UNA SORTA DI “LUOGHI CHE SFUGGONO” QUOTIDIANAMANTE ALLA NOSTRA ATTENZIONE PER LA MANCATA ACCOGLIENZA NELLA SENSIBILITA’. SONO ISTANTANEE NOTE CROMATICHE CHE POSSONO FISSARSI, SE TENDIAMO L’ATTENZIONE, NELL’IRIDE DI UNA VISIONE CHE PERCEPISCE IL DILATARSI DEL LUOGO VIRTUALE DA ABITARE, O ABITATO, CON L’INCANTO E IL DISINCANTO DEL VERO E DEL FALSO COL FASCINO DELLA STORIA E DELLE STORIE DI IERI, DI OGGI E DI QUELLE FUTURE. FRAME, PICCOLE SCINTILLE, IN UN ISTANTE DEFINISCONO I MARGINI DEL MICRO PERIMETRO DEL CAMPO SINAPSI UNO SPAZIO ESSENZIALE ALLE AZIONI CHE RACCONTANO PERCORSI DI VITA TRA LE TANTE DIREZIONI POSSIBILI.
Luigi Cola - 2013
BIANCO NERO INTERMEDIO • 18 obras de arte
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Il colore nella pittura di Luigi Cola ha sempre avuto una funzione estetica coniugata con la[...]
Il colore nella pittura di Luigi Cola ha sempre avuto una funzione estetica coniugata con la funzione simbolica. Il bianco è metafora di luce indagatrice, di purezza spirituale; il nero è retrò denso e magmatico del corpo. L’uno nasconde e l’altro mostra, sempre in compagnia di corpi; l’intermedio è il pensiero visivo che si colloca nell’estensione dello spazio-tempo. La tematica “Bianco Nero Intermedio”, è un crogiuolo, simbolico-espressivo in cui le strutture compositive costruiscono direttrici di marcia, che converge in una parte artistica tesa a fondere culture storiche, protostoriche e contemporanee . E’ una prova di sensibilità dell’artista, in sintonia al clima politico ed economico vissuto in questi anni all’insegna delle tante incertezze, attraverso un processo creativo che vuole attestare, malgrado ciò, la propria libertà espressiva che si contraddistingue dalla ricerca estetica-simbolica incarnata nella serie di opere realizzate con tale risultato formale. Cola, codifica la sua idea in un linguaggio, realizzato dall’artista di connotazioni e sfumature nuove, in cui è evidente arguire la pregnante identità culturale che perviene sodalizio di collegamento con il corpus sociale, l’altro: l’osservatore. Protagonista assoluto nella particolare area della pratica dell’immaginario frutto de l’intermedio.
“in questa spazialità di luce ed energia affiorano archeologie del tempo passato e futuro, scritture, gesti, soglie del tempo e delle dimensioni parallele, fermenti matrici, pulviscoli del respiro cosmico in elaborazioni in cui si rinnova una singolare passione, un fervore magico di adesione al mistero della vita e alle mai compiutamente sondabili profondità dei laboratori della psiche che nei lavori di Luigi Cola si fanno gesto, forma, visione di una esplorazione dell’anima”. Tratto da un saggio critico di Giorgio Segato.
Luigi cola nasce il 26-09-1951 ad Avellino da padre creativo ed eclettico e da una madre artista nel disegno del ricamo: questo l’incipit della sua storia attraversata da aneliti artistici fin dalla lontana infanzia, epoca nella quale egli incide, graffia e disegna su pietre e residui di marmo, creando forme ed immagini sui muri di vecchie case con carboni, gesso o zolle di argilla essiccata al sole. La sua formazione si compie nelle scuole d’arte, con il conseguimento della Maturità Artistica e gli studi affrontati presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli. I decenni vissuti nel segno della pittura e della scultura lo hanno proiettato nel panorama internazionale, in una lunga sequenza di viaggi studio ed esposizioni personali e collettive. La sua arte è un’avventura che continua.
“in questa spazialità di luce ed energia affiorano archeologie del tempo passato e futuro, scritture, gesti, soglie del tempo e delle dimensioni parallele, fermenti matrici, pulviscoli del respiro cosmico in elaborazioni in cui si rinnova una singolare passione, un fervore magico di adesione al mistero della vita e alle mai compiutamente sondabili profondità dei laboratori della psiche che nei lavori di Luigi Cola si fanno gesto, forma, visione di una esplorazione dell’anima”. Tratto da un saggio critico di Giorgio Segato.
Luigi cola nasce il 26-09-1951 ad Avellino da padre creativo ed eclettico e da una madre artista nel disegno del ricamo: questo l’incipit della sua storia attraversata da aneliti artistici fin dalla lontana infanzia, epoca nella quale egli incide, graffia e disegna su pietre e residui di marmo, creando forme ed immagini sui muri di vecchie case con carboni, gesso o zolle di argilla essiccata al sole. La sua formazione si compie nelle scuole d’arte, con il conseguimento della Maturità Artistica e gli studi affrontati presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli. I decenni vissuti nel segno della pittura e della scultura lo hanno proiettato nel panorama internazionale, in una lunga sequenza di viaggi studio ed esposizioni personali e collettive. La sua arte è un’avventura che continua.
L'ALEPH • 15 obras de arte
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L’Aleph – Visione Pittorica
Vivere una visione, percepire lo spettro di un momento infinito attraverso[...]
L’Aleph – Visione Pittorica
Vivere una visione, percepire lo spettro di un momento infinito attraverso gli stati dell’anima. L’aleph è un concetto, ma allo stesso tempo uno stato mentale derivato dalla condizione dall’uomo moderno, influenzato dalla trasformazione sei codici percettivi e dal valore legittimo di una realtà non più referenziale. Il velo di Maya che offuscava la visione del mondo reale è stato squarciato con strumenti artificiali che hanno spinto l’uomo al di là di qualsiasi filtro, costruendo emozioni manipolate dall’assenza di contatto sensibile con il mondo. L’uomo moderno diviene bagaglio di una moltitudine d’informazioni, non più elaborate dall’intelletto umano, che attraverso l’assenza dello spazio razionale, non completa d’acquisizione di conoscenza profonda, non ha una radice solo culturale. L’adattamento sociale dell’individuo e il trionfo del senso collettivo a svantaggio della coscienza individuale, ha trasformato le modalità percettive e di auto-coscienza generando un cambiamento antropologico. Questi moderni ultracorpi vivono nella condizione di percezione infinita dell’essere, illusi da una conoscenza filtrata attraverso la velocità e la sterilità comunicativa dei sistemi protesici digitali. L’aleph, di converso, è la massima esperienza percettiva dei corpi. L’essere libero dai nuovi filtri antropologici e vivere una visione infinita che ingloba l’universo in tutti i suoi aspetti naturali e referenziali. E’ la visione assoluta di un infinito conoscibile che si fa nel suo mostrarsi nudo e profondo e in quella maniera contemplativa che genera l’atto comunicativo. Un infinito circolare è l’aleph, come un tempo che si completa, ma che può ripartire su di una curva chiusa ed infinita. Lo spazio del cerchio e il suo tempo d’attuazione sono l’espressione di un infinito evidente. Inoltre la riduzione matematica dell’infinito spaziale porta il cerchio al rapporto con la sua forma più elementare ed assoluta, il punto, segno dell’espressione di una vita di un infinito percepibile.
Antonio Cola (2005)
The Aleph - A pictorial Vision.
Living a Vision, feeling the spectre of an unending moment through the states of the soul. The aleph is a concept, but at the same time a state of mind deriving from the condition of the modern man, influenced by the transformation of the perceptive codes and by the legitimate value of a reality which is no longer referential. Maya’s veil which dimmed the vision of the real world has been split with artificial instruments pushing man beyond any filter and building emotions manipulated by the absence of a sensitive contact with the world. The modern man becomes a container of a great number of information, no longer revised by the human intellect, which, because of the absence of a rational space, doesn’t transform the sciolistic imputa into communication acts. The end of communication in terms of complete expression of acquisition of a profund knowledge doesn’t simply come out of a cultural root. The social adaptation of the individual and the triumph of the collective sense to the disadvantage of a personal consciousness, has been trasforming the perceptive and the selfconsciousness modalities generatine an anthropologic change. These modern ultra-bodies live in the condiction of an infinite perception of existence, deluded by a knowledge filtered through the swiftness and the communicative sterilità of the prosthetic and digital systems. The aleph, on the contrari, is the highest perceptive experience of the body. To be free from the new anthropologic filters and live an unending vision which include the universe in every natural and referential aspect. It’s the absolute vision of an understandable infinite that makes itself in its naked and deep showing an in that contemplative way which generates the communicative act. The aleph is a circular infinite, like a time that completes itself, butwhich can restart on a close and never ending bend. The room in the circe and its accomplishment time are the expression of a manifest infinite. Moreover the mathematical reduction of a spatial infinite takes the circle to the relationship with its most elementare and absolute form, the point, sign of the expression of a life in an perceptible infinite.
Traducthion : Gennary Carbone
Vivere una visione, percepire lo spettro di un momento infinito attraverso gli stati dell’anima. L’aleph è un concetto, ma allo stesso tempo uno stato mentale derivato dalla condizione dall’uomo moderno, influenzato dalla trasformazione sei codici percettivi e dal valore legittimo di una realtà non più referenziale. Il velo di Maya che offuscava la visione del mondo reale è stato squarciato con strumenti artificiali che hanno spinto l’uomo al di là di qualsiasi filtro, costruendo emozioni manipolate dall’assenza di contatto sensibile con il mondo. L’uomo moderno diviene bagaglio di una moltitudine d’informazioni, non più elaborate dall’intelletto umano, che attraverso l’assenza dello spazio razionale, non completa d’acquisizione di conoscenza profonda, non ha una radice solo culturale. L’adattamento sociale dell’individuo e il trionfo del senso collettivo a svantaggio della coscienza individuale, ha trasformato le modalità percettive e di auto-coscienza generando un cambiamento antropologico. Questi moderni ultracorpi vivono nella condizione di percezione infinita dell’essere, illusi da una conoscenza filtrata attraverso la velocità e la sterilità comunicativa dei sistemi protesici digitali. L’aleph, di converso, è la massima esperienza percettiva dei corpi. L’essere libero dai nuovi filtri antropologici e vivere una visione infinita che ingloba l’universo in tutti i suoi aspetti naturali e referenziali. E’ la visione assoluta di un infinito conoscibile che si fa nel suo mostrarsi nudo e profondo e in quella maniera contemplativa che genera l’atto comunicativo. Un infinito circolare è l’aleph, come un tempo che si completa, ma che può ripartire su di una curva chiusa ed infinita. Lo spazio del cerchio e il suo tempo d’attuazione sono l’espressione di un infinito evidente. Inoltre la riduzione matematica dell’infinito spaziale porta il cerchio al rapporto con la sua forma più elementare ed assoluta, il punto, segno dell’espressione di una vita di un infinito percepibile.
Antonio Cola (2005)
The Aleph - A pictorial Vision.
Living a Vision, feeling the spectre of an unending moment through the states of the soul. The aleph is a concept, but at the same time a state of mind deriving from the condition of the modern man, influenced by the transformation of the perceptive codes and by the legitimate value of a reality which is no longer referential. Maya’s veil which dimmed the vision of the real world has been split with artificial instruments pushing man beyond any filter and building emotions manipulated by the absence of a sensitive contact with the world. The modern man becomes a container of a great number of information, no longer revised by the human intellect, which, because of the absence of a rational space, doesn’t transform the sciolistic imputa into communication acts. The end of communication in terms of complete expression of acquisition of a profund knowledge doesn’t simply come out of a cultural root. The social adaptation of the individual and the triumph of the collective sense to the disadvantage of a personal consciousness, has been trasforming the perceptive and the selfconsciousness modalities generatine an anthropologic change. These modern ultra-bodies live in the condiction of an infinite perception of existence, deluded by a knowledge filtered through the swiftness and the communicative sterilità of the prosthetic and digital systems. The aleph, on the contrari, is the highest perceptive experience of the body. To be free from the new anthropologic filters and live an unending vision which include the universe in every natural and referential aspect. It’s the absolute vision of an understandable infinite that makes itself in its naked and deep showing an in that contemplative way which generates the communicative act. The aleph is a circular infinite, like a time that completes itself, butwhich can restart on a close and never ending bend. The room in the circe and its accomplishment time are the expression of a manifest infinite. Moreover the mathematical reduction of a spatial infinite takes the circle to the relationship with its most elementare and absolute form, the point, sign of the expression of a life in an perceptible infinite.
Traducthion : Gennary Carbone
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