Aggiunto il 31 mar 2007
Quasi come in un canto poetico, riversato da dolci, caldi colori che appaiono quasi posseduti da delicati ed allo stesso tempo speziati profumi d' ambra e di mirra. Così si presenta a noi l'immediata arte pittorica e plurimaterica di CHIARA MACHETTI..
La resa oggettiva del Suo far arte è matura (anche se è bene rammentare che parliamo di una pittrice autodidatta) e coincide con la Sua età biologica, nata difatti a Tripoli il 28/10/1961. Ma è propriamente la Sua scelta espressiva che la caratterizza per quel voluto rimando ad un tempo di fiaba, da tutti noi passato, ma mai dimenticato.
Il Suo modo di concedersi a noi richiama per qualche verso alla pittura simbolista di Henri Rousseau, si guardi, ad esempio, il dipinto dal titolo "La zingara addormentata" e lo si paragoni al dipinto della Machetti "La Svolta" , ma ancora di roussoniano vi è il continuo impiego di terra o quella sottile rappresentazione della luna e del sole. Astri certo di passaggio, ma nell'artista sembrano più rappresentare come un qualcosa da dover afferrare per goderseli meglio o pienamente, forse come un tempo, quando più giovane poteva solcare le notti ed i mattini nella spensieratezza e nei colori
e in quel tempo come rallentato, di una terra lontana come la Sua Libia. Così le Sue opere sono cariche sia di riverberi, ma anche di taciti desideri forse non abbastanza o del tutto appagati. Ma non credo che vogliano esprimere un sentimento di egoismo, quanto più un modo per preservare le cose da Lei amate, vissute e vedute, per darle a chi Le è caro. L' elemento , ma certo non l'unico, è costituito da gamme materiche di filo argentato o dorato che formano così una sapiente tela che è una spessa e modulata rete che, di volta in volta racchiude, sottolinea, carica con enfasi le espressive situazioni .
Si guardi così lo splendido "Paesello Incantato", carico di una fisicità quasi irreale, mediato da una modulata brama di dorata rete che fa quasi da muro di recinsione ad una spaurita, ma piena e calda allo stesso tempo, cittadella, memore quasi degli degli esiti di una signorelliana città.
Costante poi è la rete che si insinua in ogni dove: se sul viso di una donna quasi da costituire il più esigue burqua , od una rete che avvolge, protegge un nudo di donna sapientemente dipinto in tutti i suoi anatomici particolari, giocando con un ambivalente equilibrio dato dai mossi rossi capelli che sembrano anche essi fungere da materica rete.
Vi sono opere che lasciano come un sospeso sentimento di dolcezza, candore, si veda ad esempio "Abbracciata alla Luna". La protagonista è l'artista stessa, ma potremmo essere noi tutte appoggiate alla Musa dei nostri tanto desiderati ed ancor mai raggiunti pensieri e desideri notturni.
VALERIA S.LOMBARDI
Dott.ssa in Storia dell'Arte Contemporanea
laureata c/o Università Statale di Milano
Chiara Machetti nasce a Tripoli (Libia) il 28 ottobre 1961. Qui vive fino all’età di nove anni. La terra natale condizionerà molte le sue opere e vivrà sempre in esse; lo vediamo nei colori, caldi ed intensi, nel richiamo ad un mondo fiabesco, quasi incantato, nei paesaggi esotici. Fin da piccola mostra una sensibilità fuori dal comune; ama il disegno, la poesia, ma bisogna dire che solo in età matura si avvicina totalmente all’arte e lo fa da autodidatta. Crea un’arte che possiamo giustamente definire materica; nelle sue opere forme e figure paiono affiorare dalla materia spinte verso di noi da un’irrefrenabile desiderio di espressione.
Ritroviamo la sua Africa in opere come “Non risvegliatemi”, dove le palme e un dolce, dorato sole sono protagonisti, o “Thè nel deserto”; una tenda, un paesaggio sullo sfondo, il tutto reso con estremo equilibrio, quasi a ricordo delle composte scene raffigurate da Giotto, ad Assisi, l’eleganza nei volti delle due fanciulle, che compiono insieme il rito del thè. Anche qui un sottile filo d’oro contorna il dipinto e diviene elemento decorativo del tappeto. Questa trama dorata pervade e da luce a tutte le opere, accompagnate costantemente da una rete metallica a volte in oro a volte in argento. Rete che avvolge le figure, sembra a tratti imprigionarle, come in “Prigioniera di sé stessa”. In “Avvolta dalla luce” la rete diventa quasi una ragnatela che intrappola il corpo nudo di donna, disteso, di spalle. Rete altrove usata per rubare la luna o per andare sulla luna, meta tanto agognata, su cui si può anche riposare e sognare in “Abbracciata alla luna”.
La sue visioni di sogno e favola, la avvicinano a Rousseau il Doganiere, tanto elogiato dai simbolisti per il sapiente e corposo uso del colore e per la rievocazione di un mondo primitivo, esotico.
Chiara è una donna ed è vicina alle donne; molte sono le sue opere che vedono protagoniste figure femminili. In “Ricordando le Hawaii”, rivive la celebre “Donna tahitiana con mazzo di fiori” di Gauguin, nella stessa statuaria bellezza. Il mare turchese sullo sfondo, nelle sue varie tonalità, i fiori rossi che decorano il vestito accendono la composizione, creando un’immagine fuori dal tempo, che comunica l’armonia tra la persona e un mondo incontaminato. Nel volto della donna, inclinato a sinistra, come nel celebre modello, si staglia un sottile velo di malinconia, perso in chissà quali ricordi. Una donna può essere anche madre, la Madre, col Bambino in grembo delicatamente mostrato, e di nuovo una rete d’oro che si fa aureola.
Nelle ultime opere sperimenta nuovi materiali che la portano ad una tecnica mista, personale; predominano le sfumature che vanno dal beige al marrone su uno sfondo violaceo.
Laura De Luca
Dott.ssa in Storia dell’Arte Moderna
Laureata c/o Università Tor Vergata - Roma